In questo tempo si fa un gran parlare
dei Cavalieri Templari e di quel santo Ordine. Io non voglio fare nessun
accenno alla storia, a nomi o a date specifiche, perché è
stato detto fin troppo e più del necessario e i libri che ne parlano
non si contano più. Invece, se Nostra Signora mi ispira conoscenza,
vorrei lanciare alcune idee che si riferiscono al contenuto e non al contenitore.
So che apprezzeranno questo scritto soltanto coloro che hanno attivato
il cuore, e al contrario coloro che adoperano il cervello sarà
meglio che non continuino questa lettura che sicuramente giudicheranno
senza fondamento, frutto di una mente fantasiosa.
Iniziaticamente posso affermare che i Cavalieri Templari erano i continuatori
di una interminabile Catena Iniziatica Tradizionale e seguivano le orme
di Gesù il Cristo e la linea di Giovanni il discepolo preferito
e più amato dal Maestro e il Battista suo cugino.
Quale via era questa, considerata così importante e totalmente
pericolosa che il potere d'allora volle cancellare? Era la Via dei risveglio,
della coscienza, la Via dell'Arte Reale e Sacerdotale, la Via di Melkitzedeq,
dei Sacerdozio Osirideo e Solare, era la Via dei Cristo stesso, l'Alchimia!
Cristo stesso consigliava: "li conoscerai per le sue opere..."
e se di opere si tratta, tutta l'Europa ne è piena. E se ogni costruzione,
maniero, Tempio che sia, sono stracolmi di simboli che parlano chiaramente
di conoscenza iniziatica, questo può significare soltanto una cosa
sola: che i costruttori sapevano ed erano in possesso di insegnamenti
chiari che si hanno solo con una trasmissione da bocca ad orecchio, da
maestro a discepolo.
I nove primi Cavalieri ebbero come compito quello di recarsi in Terra
Santa e di riscoprire il "mistero iniziatico", del quale in
Europa si erano perse le tracce. Così questi iniziati ispirati
dalle Intelligenze sottili e dal potere conferito loro da un altro Ordine,
partono come degli Argonauti a cercare il Vello d'Oro. Così, con
questo spirito arrivarono alla Terra Santa e per nove anni cercarono nelle
fondamenta dei Tempio di Salomone, ma soprattutto nelle fondamenta di
loro stessi, risvegliando completamente le loro coscienze e realizzando
il battesimo nel proprio Giordano e, ungendosi, attivarono la propria
energia Cristica.
Così tutti avevano nove anni e più di ricerca - Maestri
Segreti con la chiave ricomposta dei Segreti Sublimi dell'Arte Reale -
trasmutati e carichi di conoscenza fecero ritorno all'Europa d'allora,
e non soltanto portavano le Parole Perdute ma anche la conoscenza architettonica
del Giusto Salomone. Così carichi della stessa tradizione, la Luce
fece ingresso trionfante verso il cuore dell'Europa.
Ad aspettare questo grandissimo e importante evento, c'erano i trentatré
saggi di un Ordine i cui membri portavano come distintivo una piccola
Colonna incisa in un anello, e uno di questi era Bernardo di Chiaravalle,
e in nome della Nostra Signora e in memoria della Magdalena e della Vergine
Santissima, Stella Maris, l'Europa d'allora tremò di emozione e
si commosse fino alle proprie fondamenta e così la Luce regnò
sovrana scacciando le Tenebre dell'oscurantismo.
Al grande Bernardo viene chiesto di scrivere le regole per un Nuovo Ordine,
che porterà come nome MILITUM XPISTI o Milizia
del Tempio o Poveri Cavalieri di Cristo. Così il 14 gennaio 1128
si riunirono nella Cattedrale di Troyes alla presenza dei diversi rappresentanti
della Chiesa e dopo lungo dibattito le regole vennero approvate all'unanimità
e finalmente nacque ufficialmente l'Ordine Templare, così Bernardo
scrisse: "Una nuova Cavalleria è apparsa sulla terra dell'Incarnazione.
Essa è nuova, vi dico, e non ancora provata nel mondo dove essa
conduce una duplice battaglia contro gli avversari di carne e sangue,
e contro lo spirito del male nei cieli. E non ritengo straordinario che
i cavalieri resistano, grazie alla forza dei loro corpi, ai nemici materiali
poiché non giudico questo un fatto raro. Ma che essi conducano
la guerra con la forza dello spirito contro vizi e contro demoni, non
solo lo ritengo meraviglioso ma anche degno di ogni lode accordata ai
religiosi. Il cavaliere che è veramente senza paura e senza macchia
protegge la sua anima con l'armatura della fede così come copre
il suo corpo con una cotta di maglia ferrata. Doppiamente armato, egli
non ha paura né degli uomini né dei demoni. Sicuramente
colui che desidera la morte non la teme. E come può temere di morire
o di vivere colui per il quale la vita è Cristo e la morte la ricompensa?
Vivono frugalmente in una gradevole società, senza figli, senza
donne, senza possedere nulla di proprio. All'approssimarsi della battaglia
si armano di fede dentro, e di ferro fuori, senza ornamenti sugli abiti
né gualdrappe sui cavalli. Le armi sono il loro unico fregio e
di esse si avvalgono con gran cuore nei maggiori pericoli senza temere
né il numero né la forza dei nemici. E' solo nel Dio degli
eserciti che essi confidano, e per Lui combattendo essi cercano una vittoria
certa o una morte santa e onorata. Avanti ordunque cavalieri. Colpite
con animo intrepido i nemici di Cristo, sicuri che nulla può separarvi
dalla carità di Dio.
Nella loro compagnia non si trovano ignavi né fannulloni. Quando
non sono in servizio, il che avviene solo eccezionalmente, o mentre mangiano
il loro pane rendendo grazie al cielo, si occupano di riparare i loro
abiti e i finimenti lacerati. Oppure essi fanno quanto ordina il loro
capitano o quello che è necessario per la loro casa. Nessuno è
inferiore tra loro, onorano il migliore e non il più nobile. Le
parole insolenti, gli atti inutili, le risate smodate, i pianti e i mormorii,
se sono notati non restano impuniti. Essi detestano gli scacchi e il gioco
dei dadi, hanno in orrore la caccia e nella ridicola persecuzione degli
uccelli non trovano l'usato piacere. Evitano e aborriscono i mimi, i giocolieri
e i maghi, le farse e le canzoni indecenti. Si tagliano i capelli corti
avendo appreso dall'apostolo che è un'ignominia per un uomo curare
la sua capigliatura. Non li si vede mai pettinati, raramente lavati, la
barba irsuta pregna di polvere, sporchi per il caldo nelle loro armature".
(Detti di San Bernardo: La Milizia del Tempio di Gabriele Petromilli,
ed. Il Cavallo Alato).
Un altro dettaglio importante sono i riti, le iniziazioni dei diversi
gradi dell'Ordine. Mi domando: da dove li avrebbero presi? Questo dimostra
chiaramente che quest'Ordine è nato da un altro Ordine che ha germinato
producendo una filiazione. Nessun Ordine nasce dal nulla e non sarà
mai riconosciuto valido se non nasce dalla Catena tradizionale che si
perde nella notte dei tempi. Cosi quando l'Ordine fu "demolito"
tutti i cavalieri chi di una parte chi di un'altra confluirono in altri
Ordini, e questi si trovavano nel Portogallo, in Romania, in Scozia ecc.
La Catena Iniziatica esiste da sempre e ogni nuovo Ordine per forza deve
germogliare dal ceppo centrale. In caso contrario risulta spurio e non
è riconosciuto da nessuno.
In quei tempi tutti o quasi tutti i nobili appartenevano ad Ordini iniziatici
o religiosi, ed erano i prelati o i grandi maestri a tirare le redini
degli eventi. E anche adesso ci sono due vie, una è palese e serve
alle masse, la seconda è occulta e serve ai gentili. La prima,
chiamata Via Umida, è quella dogmatica e fideistica e lunare. In
contrapposizione la seconda viene denominata Via Secca ed è operativa,
solare e di azione. Ed era a quest'ultima che i Cavalieri aderivano, pure
se "nascosti" dietro un misticismo fideistico per ovvie ragioni.
Ancora un altro dettaglio importante è la venerazione per Nostra
Signora o le Vergini Nere che la rappresentavano. La prima ipotesi è
che Nostra Signora non è altro che la dea Iside stessa che dice:
"Nigra sum ... io sono nera, ma io sono bella e tutta velata dalla
mia nudità". E' l'Arte Reale l'AL-CHAM-IAH ossia l'Arte della
trasmutazione, l'Alchimia.
E qui arriviamo al punto della questione: il cerchio interno dell'Ordine
era costituito da alchimisti e quest'Arte è la guardiana fedele
e gelosa del mistero della vera spiritualità, è Iside stessa
a ricomporre il "Corpus Hermeticum" della Tradizione come fece
con Osiride. E fu così che questi nove cavalieri cercarono e ricercarono
direttamente alla fonte, ossia nelle fondamenta del "Tempio Domini",
il Tempio di Gerusalemme, e trovarono qualcosa, e così si riallacciarono
nuovamente alla Tradizione, così riportarono nella vecchia Europa
"virtude e canoscenza".
L'Alchimista vede la sua "anima mundi" come un'ombra con caratteristiche
femminili e non è altro che l'energia femminile della "Grande
Madre" ed è Lei la mediatrice tra il Corpo e lo Spirito. E'
la madre, la progenitrice dell'uomo stesso ed è la donna che la
rappresenta e la manifesta. Ed è sempre Lei che concede la vera
rinascita, dona la "veste di Luce", il nuovo nome, ed è
l'iniziatrice per eccellenza, madre del Cristo Luce interiore.
Perciò i Templari veneravano tre donne: la prima era Maria la madre
fisica di Gesù, la seconda era Maria di Magdala, la Maddalena,
sposa e compagna del Maestro, e la terza la Vergine Nera, e queste donne
rappresentavano l'energia femminile dei Cielo, della Terra e dell'Universo
intero.
Sicuramente fu Bernardo a scegliere il motto dei salmo 113, Non nobis
Domine... Non a noi Signore ma al Tuo nome la gloria. In queste parole
sta la grandiosità di questi monaci-guerrieri completamente depersonalizzati
e al servizio soltanto per amore, la cui moneta era la gratitudine e il
miglioramento della qualità della vita. Quale esempio fu ed è
per tutte le forme di potere e per l'Europa stessa.
Per concludere mi domando: cosa sarebbe successo se quest'Ordine dei Poveri
Cavalieri di Cristo avesse continuato la sua opera, il suo progetto? Sicuramente
l'Europa non sarebbe quella di adesso. Oriente e Occidente sarebbero unificati
e le tre religioni avrebbero ciascuna il proprio spazio, i loro fedeli
orando nei rispettivi templi, godendo di una pace e di un'economia mai
sperimentata prima.
Peccato, l'Europa allora non era pronta come non lo è adesso e
le virtù vengono condannate e i vizi perdonati.
Allora come adesso queste virtù si nascondono nei segreti, altrimenti
potrebbero essere derise dagli ignoranti.
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