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Favole e Riti da tutto il mondo
- La favola del Cristo Serpente -

(21/03/2016)

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Se c’è una cosa che ogni volta può rendere accattivante uno studio, è comprendere che a distanza di migliaia e migliaia di chilometri, casa nostra è sempre dentro di noi.

Forse può risultare noioso, ma la verità è la seguente: che la verità, come affermava anche René Guénon, non è mai nuova.

La ricerca di una favola o un mito specifico della civiltà pre-colombiana, è molto difficile da recuperare nei suoi minimi dettagli.

Le ricerche hanno portato più che altro ad una cosmogonia generale e alla conseguente creazione del genere umano.

Cosmogonia Azteca con al centro il dio del fuoco Xiuhtecuhtli

Ma se si vuole, o se me lo permettete, la mia favola può avere il seguente titolo: “La Bibbia del Serpente Piumato”.

È un titolo insolito, quasi blasfemo alle orecchie di un cattolico convinto.

Come potrebbe il politeismo, o il paganesimo addirittura, andare a contaminare la Fede che professa un Unico Dio?

La mia risposta è in questa favola-mito.

Come in tutte le cosmogonie, quella azteca esordisce così:

Prima del processo creativo, formativo, delle cose c’era la vita degli dèi. La materia si presentava parte del mondo divino, compresente agli dèi, abitatori dell’alto e del basso. Alto e basso non sono ancora ben definiti.”

È inutile aprire un dibattito su tutte le varie tradizioni che presentano questo Preludio in cui il Caos comincia a manifestarsi.

Piuttosto vorrei arrivare, passo dopo passo, al fulcro di questa Genesi.

Due divinità primordiali si congiungono sessualmente.

I loro nomi sono rispettivamente Tonacatecuhtli (signore della nostra carne) e Tonacacihualtl (signora della nostra carne), o altrimenti detti Signore e Signora della dualità. Guardate il caso!

Quetzalcoatl e Tezcatlipoca

La loro relazione diede origine a quattro fratelli che attuarono le quattro direzioni dell’Universo. Tezcatlipoca Rosso (Camaxtli) ebbe l’oriente; Tezcatlipoca Nero ebbe il nord; Tezcatlipoca Bianco (Quetzalcoaltl) l’ovest; Tezcatlipoca Blu (Huitzilopochtli) il sud.

I quattro fratelli decisero di dare il via alla formazione delle cose, come il cielo e la terra, il fuoco, il mais (o il grano per gli occidentali), gli uomini, il lavoro dei campi.

E da qui comincia il racconto dei cinque soli: Tezcatlipoca Nero si trasformò nel primo Sole, ma venne colpito con un bastone da Queztalcoaltl e cadde in acqua e si trasformò in un giaguaro, che divorò una prima umanità fatta di giganti.

Il secondo Sole fu fatto da Quetzalcoaltl, e il mondo venne popolato da gente ordinaria, gente contadina.

Tezcatlipoca Nero scatenò allora un vento impetuoso, travolse tutto e gli uomini vennero trasformati in scimmie e il secondo Sole ebbe fine.

Il dio delle acque Tlaloc si trasformò nel terzo Sole, ma Quetzalcoaltl fece piovere fuoco e il tentativo di Tlaloc svanì; l’umanità che abitava la terra venne trasformata in tacchini, farfalle e cani.

Il quarto Sole venne fatto dalla moglie di Tlaloc e venne insediato da Quetzalcoaltl, ma venne distrutto da un grande diluvio che trasformò gli uomini in pesci e fece precipitare il cielo sulla terra.

Ecco che la lotta tra Quetzalcoaltl e Tezcatlipoca Nero è la responsabile della creazione e della distruzione dei Soli.

Così i quattro fratelli decisero di fare quattro strade che partissero dal centro della terra, delimitando i quattro punti cardinali del cosmo.

I quattro fratelli crearono la Croce e diedero vita a quattro uomini.

Se in principio la lotta tra Quetzalcoaltl e Tezcatlipoca Nero aveva distrutto e creato i Soli, ora la loro decisione di collaborare generò la stabilità: divennero due alberi cosmici per mezzo dei quali gli dèi e gli uomini innalzarono il cielo con le stelle dalla terra. Vedendo che i due fratelli collaboravano per questa stabilità, loro padre li fece “signori del cielo e delle stelle”. Restava solamente da creare il Sole.

Testa di Quetzalcoatl scolpito alla base di un tempio Azteco

E qui diamo inizio al Cristianesimo.

Il dio Quetzalcoaltl “serpente piumato” è un essere duale: ha in sé l’uccello, simbolo dell’aria, e il serpente, simbolo della terra.

Si dice che egli generò, per forza propria, un figlio che è gemellare a lui, ma distinto da lui, prodottosi senza l’accoppiamento con una divinità femminile, in forza della propria dualità.

Non si riscontra la stessa simbologia, magari opposta, della Madonna? Di colei che, da vergine, concepì un figlio, espressione di Dio, ma distinto da Dio?

Proseguiamo:

Questo figlio gemellare venne sacrificato dal dio Quetzalcoaltl, che lo gettò nel fuoco per dare origine al quinto Sole.

In pratica il figlio gemellare bruciò e s’innalzò al cielo diventando il quinto Sole.

È Cristo che, pronto per ricongiungersi al padre, viene sacrificato, divenendo il quinto elemento.

Il Sacro Cuore al centro della croce. Cuore, simbolo del Sole.

Infatti, il mito azteco narra che il figlio gemellare, scomparendo, attuò due doppi di sé, a sé distinti.

Il quetzal (uccello) o Xolotl, giungerà al Sole; il coati (serpente) o Nanahuatzin, giungerà nel sottomondo.

Il dio Quetzalcoaltl rimane come origine di tutto il processo, e quindi esercita un primato nell’ordinamento del cosmo.

Tempio dedicato a Quetzacoaltl a Teotihuacan

Il figlio gemellare di Quetzalcoaltl, sacrificato dal padre gemellare, è con le braccia e le gambe lungo le quattro direzioni cosmiche rappresentate dalla croce greca.

Chi ancora non è convinto che questo si possa rapportare con la simbologia di Cristo, allora troverà risposte nel lavoro alchemico, laddove il Padre celeste, forza creatrice, risale dagli inferi per riconquistare il Cielo e nuovamente ridiscendere, in un processo iterativo che genererà, con la fissazione dei quattro elementi (la Croce, cioè il Sacrificio), il corpo di Gloria, il Cristo, il quinto elemento, o come più vi piace.

Non è un caso che Xolotl è raffigurato dagli aztechi stagliato su di una croce greca, della quale un’asta è nera e l’altra è rossa.

Il colore nero indica il regno sotterraneo dei morti. Il colore rosso indica l’oriente, cioè dove il Sole riemerge.

E, in Alchimia, il rosso e il nero non vengono mai menzionati. Vero?!

Il mito di Quetzalcoaltl continua, ma rischierei di diventare noioso.

La cosa che può essere motivo di riflessione, non tanto per gli aztechi, quanto per la nostra tradizione, consiste nel comprendere cosa sta a significare questa crocifissione di Cristo attraverso il parallelismo del sacrificio del figlio gemellare di Quetzalcoaltl, che genera il quinto Sole.

Se si riuscisse ad andare oltre la storiella, un occidentale capirebbe come e dove trovare questa energia.

Se riuscisse a smettere di considerare Cristo come un uomo, troverebbe il Cristo in sé stesso.

L’iter, come in tutte le tradizioni, è celato dietro il mito.

E niente esclude che anche la Bibbia sia un mito.

Concluderei raccontando brevemente un altro mito, in modo da avere più prove a mia disposizione per sostenere che la Tradizione è Una.

Siamo sempre nel mondo azteco: un mito racconta della rottura di un equilibrio a partire da due esseri umani: Nene e Tata.

Il doppio serpente, arte azteca-mixteca, 1400-1521

La coppia fu avvertita della catastrofe dal Sole d’Acqua che dominava su quel mondo, e si salvò sulle cime di un albero altissimo che resistette alla furia degli elementi, e al diluvio.

Per cibo avrebbero dovuto consumare, secondo le disposizioni degli dèi, le pannocchie di mais, ma i due colsero da un fiume un pesce morto e, acceso un fuoco, lo cucinarono.

La colpa non risiedè nel fatto di aver scartato il mais, ma che, nonostante avessero il mais, fecero quella cottura.

Così gli dèi li punirono e li tramutarono in cani, togliendo loro ciò che li rendeva simili alle divinità.

Niente fa pensare alla trasgressione di Adamo ed Èva, o alla foresta dove c’è un albero altissimo che potrebbe essere come l’Eden.

Niente. Niente fa pensare che a loro fu proibito di assaggiare il frutto come a Nene e Tata fu imposto di mangiare mais.

Niente fa pensare che la cottura del pesce, o che mangiare la mela, equivalga a quella cottura alchemica in cui proprio quell’energia, immessa nell’atanor, dà la conoscenza che ci rende simili agli dèi.

Niente. Niente di niente. È solo una favola. È solo un mito.

Il mito de “La Bibbia del Serpente Piumato”.

Silvia

 
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