Meditare al fine di percepire i tanti legami che uniscono l’uomo alla natura muterebbe gradualmente ogni necessità e desiderio materiale.
Comprendere il linguaggio della natura, lasciarsi influenzare dalle relative armonie, di suoni di colori e di odori dei luoghi ancora incontaminati dal caos e dal materialismo umano, darebbe all’uomo la consapevolezza delle proprie dimensioni energetiche, celate in uno stato di benessere spirituale.
Dimensioni analiticamente palesate nel 1984 dal premio nobel per la fisica Carlo Rubbia, il quale dimostrò che il rapporto tra massa ed energia è di uno ad un miliardo.
In altre parole è stato dimostrato che la materia che compone l’uomo è un miliardesimo della sua energia.
Come tutte le grandi opere anche questa della natura nasconde energie astratte alle menti comuni ma visibili alle menti sane.
Si possono quindi menzionare i reticoli energetici descritti dal Dott. Hartmann dell’Università di Heidelberg, e da Curry da cui prende nome le Rete Energetica di Curry.
Si tratta di energie composte da luce oscura, che delineano sulla superficie terrestre campi magnetici naturali, i quali mutano e determinano, a breve ed a lungo periodo, le conformazioni energetiche dei luoghi.
La modulazione delle relative cariche, positive e negative, avviene lungo condotti naturali dette “linee energetiche” disposte in direzione parallela all’asse magnetico terrestre, e perpendicolari, quali condotti verticali di congiunzione tra la terra e l’intero sistema energetico planetario.
Con l’uomo, l’intero regno animale e vegetale interferisce con il campo magnetico terrestre ed interagisce con le sue fluttuazioni, in quanto energia, capace di operare a livello atomico, e di conseguenza, capace di agire sull’epifisi dell’individuo, o terzo occhio, dal quale dipende la modulazione del DNA umano, che caratterizza, a sua volta, la funzionalità vitale e psichica dell’individuo o degli individui.
Delineare le relazioni tra uomo e le energie invisibili connesse alle evoluzioni cosmiche del sistema planetario configura quindi l’uomo al centro del universo, quindi verso l’uno.
Alla luce di questi concetti notoriamente affermati dalla fisica quantistica, si decifrano tanti fenomeni, apparentemente inspiegabili, susseguiti nel corso degli ultimi decenni.
Come, ad esempio, la morte di cetacei impigliati sulle coste a causa della distorsione magnetica e del conseguente disorientamento dalla propria rotta.
Distorsione dovuta al repentino mutamento del campo magnetico terrestre, generato dal brillamento solare. Tali tempeste sono state responsabili del black out elettrico che ha paralizzato, qualche anno fa, interi paesi del Canada.
Si intuisce quindi come le energie magnetiche intense e violente possono alterare drasticamente sia la tecnologia che la funzionalità celebrale del regno animale, di cui l’uomo fa parte e si distingue per l’uso della parola e raramente per l’uso dell’intelletto in “stricto sensu”.
Dalla relazione tra energie oscure e funzionalità celebrale, o materiale, si delinea una logica che giustifica avvenimenti anomali o veri e propri incidenti, di varia natura, concentrati in determinati periodi e luoghi che per convenzione abbiamo sempre definito casuali ed inspiegabili.
In una prospettiva spazio temporale più ampia è opportuno trattare le variazioni secolari del magnetismo terrestre, osservate nei registri geologici, i quali indicano una diminuzione e conseguente inversione del campo magnetico, osservata per ben 14 volte negli ultimi 4.5 milioni di anni.
L’ultima inversione magnetica è stata registrata circa 9–11 milioni di anni fa con la fine dell’ultima era glaciale, coincidente anche con la possibile sommersione di Atlantide.
Inoltre le amplificazioni energetiche dovute sia a radiazioni cosmiche che a particolari conformazioni geologiche, convergenti in alcuni luoghi della terra, noti anche come “culle della civiltà”, hanno probabilmente contribuito allo sviluppo dello stato di coscienza e conoscenza individuale determinando nel tempo la crescita sociale e culturale di relativi popoli eletti.
In questi luoghi i campi energetici o le correnti telluriche raggiungono l’apice di bassa frequenza neutralizzando gli effetti sismici, rendendo indistruttibili le grandi ed antiche opere erette, come le piramidi di Cheope, Chefren e Micerino.
Esse, a differenza di altre opere costruite in luoghi e con materiali molto simili, hanno preservato la vivacità della forma, per un tempo che va oltre i 4000 anni indicati dagli egittologi. Infatti è opportuno ricordare l’esistenza di numerosi studi che indicano la presenza delle piramidi già in epoche più antiche. L’ingegnere Robert Bauval, traslando indietro nel tempo la volta celeste, secondo la precessione degli equinozi, vede nel 10450 a.c., “come in cielo cosi sulla terra” le tre piramidi esattamente allineate con le tre stelle della cintura di Orione, e l’allineamento della Sfinge con l’Era del “Leone”.
Altre ricerche, inoltre, collocano la costruzione delle piramidi ad un epoca molto più antica di quest’ultima datazione.
I costruttori delle piramidi o delle altre grandi opere, oltre a conoscere e custodire l’arte di individuare sulla superficie terrestre la presenza di aree all’interno delle quali le opere divenivano immortali, ben conoscevano le influenze energetiche del cosmo sulla funzionalità genetica dell’uomo.
Nelle Piramidi infatti era possibile convogliare ed amplificare le energie cosmiche in particolari frequenze, con le quali, gli iniziati subivano l’ascensione, o la risonanza, degli strati del DNA, aprendo la propria mente a conoscenze superiori.
Per le cattedrali gotiche, dislocate secondo lo schema astrale della Vergine, si narra che la realizzazione dei vetri, è stata eseguita miscelando nei silicati elementi chimici particolari capaci di polarizzare la luce luminosa in particolari lunghezze d’onda, la quale apprezzata per le gradite tonalità cromatiche risultanti, amplificava, all’uomo, frequenza energetiche benefiche.
La presa di coscienza e la consapevolezza della stretta relazione tra l’uomo e le energie cosmiche, concretizzando la centralità dell’uomo, ed il ruolo che gli compete, di partecipante e non di semplice osservatore del proprio destino e/o del destino dell’umanità.
Una frase di Einstein dice che: La cosa più incomprensibile sul mondo è che sia comprensibile”.
L’auspicio di questa tavola sta nel generare nuovi dubbi e nuove domande, le quali, contrariamente alle risposte, sono ossigeno per il fuoco ardente che alimenta la continua ed infinita ricerca.
Giuseppe Mediati
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