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Grafite e Diamante
(20/08/2014)

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Leggendo il libro svelando e rilevando del maestro Alfredo Di Prinzio mi sono soffermato, già nei primi paragrafi, sul significato del termine cristo, cristallizzazione, e trasformazione della grafite in silicio o diamante.

Bene, qui, ho gettato le ancore, poiché la  mente mi ha traslato indietro di qualche anno, quando seguivo il corso di mineralogia, e contemporaneamente associavo il tutto ad una serie di analogie riferite ad energia, trasformazione degli elementi e percorso iniziatico.

La grafite viene utilizzata per molteplici scopi, quello a noi più noto è la realizzazione delle matite che abbiamo utilizzato sin dai primi anni della nostra vita per elaborare i nostri primi scarabocchi che poi, gradualmente,  mi auguro, sono diventati disegni artistici o geometrici.

Il diamante naturale, invece, per le sue rare proprietà e caratteristiche, viene utilizzato prevalentemente in gioielleria. Per le vie brevi sembrerebbe che la grafite ed il diamante abbiano poco in comune, mentre scendendo nel dettaglio possiamo scoprire che entrambi sono composti da soli atomi di carbonio “C”, cioè dal punto di vista composizionale sono la stessa ed identica cosa.

Il carbonio rappresenta l’elemento base della vita sulla terra, oltre ad essere uno dei cinque elementi del DNA umano. Ma questo è un altro valido discorso.

Come già accennato la composizione chimica delle comune grafite o “piombo nero” è data dal carbonio “C”, essa si presenta di colore nero, la sua struttura è definita dalla distribuzione esagonale degli atomi di carbonio (fig 1).

La forma esagonale richiama il numero 6 dato dal 2*3 = 6

Esagino.jpg Grafite.jpg

Fig.1: Struttura esagonale degli atomi di carbonio nel reticolo cristallino della grafite

 

Fig.2: Esempio di grafite o piombo

 

 

La composizione chimica del  pregiato diamante è data dello stesso carbonio “C”, identico dal punto di vista chimico a quello della grafite ma disposto in maniera diversa e tale da conferirgli un aspetto decisamente più gradevole.

La sua struttura, infatti, è definita da legami ottaedrici, o distribuzione ottagonale degli atomi di carbonio.

Il legame ottaedrico richiama il numero 8 il quale ruotato di 90° non è altro che il simbolo dell’infinito.

ottagono.jpg Diamante grezzo.jpg
Fig.3: Disposizione ottagonale degli atomi di carbonio nel reticolo cristallino diamante

Fig.4: Esempio di diamante naturale allo stato grezzo

La trasformazione dalla struttura cristallina esagonale della grafite a quella ottagonale del diamante, avviene quando il minerale protolito scende in profondità fino ad incontrare condizioni di pressione e temperatura maggiori, quindi condizioni energetiche più elevate.

Infatti l’habitat necessario per la formazione della grafite si trova all’interno della crosta terrestre, circa 60 km di profondità dal suolo, dove la pressione e la temperatura risultano rispettivamente inferiori 50 Kbar e 900 °C.

Il diamante, invece, sintetizza le sue proprietà e caratteristiche in alcune porzioni del mantello esterno, a circa  200 km di profondità dalla superficie terrestre, dove le condizioni di temperatura risultano comprese tra 900 - 1200 °C  e la pressione raggiunge i 50 kbar ( 50.0000 bar). Così, per discesa della grafite all’interno del mantello terrestre si genera il diamante, come sinterizzazione delle condizioni energetiche descritte. Ma, il cammino non finisce quì, anzi, può ricominciare.

Infatti, una volta formato, il diamante può rimanere lì dove si è formato, oppure, può risalire sulla superficie terrestre per abbellire e testimoniare le meraviglie della  natura stessa.

La risalita, anche se più semplice, risulta purtroppo meno probabile della discesa, infatti i cristalli riescono a raggiungere la superficie terrestre da – 200 km di profondità attraverso condotti vulcanici di origine profonda, capaci di inglobare all’interno del proprio magma, o fuoco, il tenace diamante.

Oppure per risalita ed erosione dell’intero cratone in cui si è formato, anche se tale processo risulta più lungo e complicato.

Facendo riferimento a ciò che avviene in natura quando i suoi minerali interagiscono con le sue energie, si delinea un analogia tra i processi che trasformano la grafite in diamante e quelli che potrebbero coinvolgere l’uomo che, impegnato nel suo cammino iniziatico, viene proiettato verso un processo energetico evolutivo.

Possiamo così considerare i processi descritti per la formazione e per la risalita sulla superficie terrestre del diamante, come un percorso di discesa agli inferi e di ascesa verso l’illuminazione, dell’uomo rinato dalla vergine.

Quelle condizioni estreme di pressione e temperature, o meglio di energia, necessarie per la trasformazione della grafite in diamante, possono essere correlate alle difficoltà ed agli stress che periodicamente ci coinvolgono, condizioni si scomode ed indesiderate, ma indispensabili, in quest’ottica, per il riordino graduale dei nostri sentimenti in una nuova fase energetica.

“Porgi l’altra guancia”, questo diceva il maestro Gesù.

La frase tanto predicata assume spesso svariati ed contrastanti significati. Forse si potrebbe intendere anche come fase per accogliere il dolore provocato da tale gesto, o dalle difficoltà della vita, per convertirli in amore incondizionato al fine di aumentare la propria energia.

Spesso accade il contrario, infatti sprechiamo il tempo in inefficaci battaglie e pettegolezzi, provocando, si il riordino della propria energia, ma in basse frequenze che collocano l’uomo negli inferi dell’abbandono e della negatività e, in casi estremi, lo portano a compiere gesti folli ed apparentemente inspiegabili.

Solo colui che ha dissodato il terreno per la semina, ha seminato ed ha raccolto i frutti, in questa o in altre vite, si identifica la predisposizione a svolgere la funzione di catalizzatore, capace di convertire le negatività in positività.

Ri-Iniziando da questo livello è possibile la Ri-Modulazione della propria energia verso frequenze più elevate, che, attraverso un duro e lungo lavoro, porta a cristallizzare la sintesi di quanto compiuto.

Ed è qui che l’uomo, cristallizzata la propria energia, come per il diamante, lungo il condotto vulcanico, inizia la sua ascesa, o trapasso, per congiungersi a Dio, ri - collocandosi nella dimensione che gli compete.

In questa ottica, in cui l’elemento uomo funge da catalizzatore, si trova logica e razionale la necessità del sacrificio come metodo finale trasformativo, come di fatto lo è stato per il maestro Gesù, che per compiere il suo ultimo passaggio, grazie all’aiuto del fratello Giuda, è salito in croce per elevare e cristallizzare la propria energia, sintesi del duro lavoro compiuto e del suo infinito amore incondizionato.

Infatti, nel momento del suo trapasso e congiunzione con Dio, le scritture narrano di fulmini e terremoti. E' stato allora che la terra stessa, insieme a tutto il sistema planetario, si è riequilibrata con una nuova frequenza vibratoria che ogni uomo, di buona volontà, può percepire ed utilizzare come punto di partenza per  iniziare il suo lavoro.

Come sempre la chiave di lettura è posta davanti ai nostri occhi, spesso coincide con i processi delle natura, ma fino a quando non togliamo lo sguardo dal materialismo quotidiano non possiamo assimilare la vera differenza tra grafite e diamante, che non stà nell’aspetto e nella lucentezza, ma nel salto energetico che determina quanto osservato e percepito.

Forse solo quando, giunti a cristallizzare questa nuova condizione energetica, vedremo con uguale sentimento ed emozione la grafite di una matita ed il diamante in un gioiello, vibreremo all’unisono con le armonie delle natura.


 

 

Giuseppe Mediati

 
www.kuthumadierks.com