Nascita dell’essere umano, meraviglia del parto e sue correlazioni con i fenomeni ciclici della Natura.
Evoluzione del pianeta Terra, evoluzione del pianeta uomo.
(Implicazioni delle sinergie fisiologiche della donna e dell’uomo con la scienza alchemica)
La nascita di qualcosa di nuovo e in particolare di un essere umano, celebra sempre il Magistero magico e misterioso della vita; ma anche l’amore per la conoscenza genera una vita nuova.
La ricerca del significato della propria esistenza su questo piano, quindi approdare alla consapevolezza della propria meta, diviene l’utero dove si crea l’uomo nuovo, l’iniziato; in questo modo si acquisisce più amor proprio, più considerazione per sé stessi e tutto ciò che vi è intorno.
Ma per far questo, bisogna essere di cuore mansueto e di mente aperta e sono proprio questi i soggetti che Madre Natura va a stimolare e stuzzicare: coloro che sono “semplici”.
Con quanto vado a esporre, voglio celebrare la meraviglia di alcuni meccanismi dell’esistenza che tanto riflettono il concetto di eternità e continuità, proprio per la loro incessante opera intelligente di mantenere costantemente in vita un disegno prestabilito:
“la vagina sana possiede un sistema altamente efficiente di auto depurazione.
Nella sua cavità è incessante un mirabile lavoro biologico onde mantenerla sempre idonea al suo compito.
Nella secrezione che ne umette le pareti, vivono microscopici esseri (bacilli di Doderlein) che tutelano la salute dell’organo anziché minacciarla.
Questi attraverso trasformazioni chimiche producono acido lattico che uccide i pericolosi bacilli, come i cocchi. E’ questo un chiaro esempio di come la natura provvede a proteggere le sue creature”.
Queste parole dal contenuto veramente straordinario, dal quale si evince la perfetta organizzazione dei meccanismi naturali, mi induce tuttavia a prendere in considerazione ciò che la natura stessa ha provocato nel lungo e forse non ancora terminato processo di trasformazione del pianeta in cui viviamo: la Terra.
Nei secoli, immani cataclismi con conseguente perdita di milioni di vite umane e di altre creature, hanno più volte sconvolto il pianeta.
E’ forse, questo perciò un atteggiamento da ritenersi contraddittorio della vita che da una parte protegge e dall’altra distrugge ogni cosa senza distinzione?
Comparare il meraviglioso evento che rappresenta la nascita di un essere umano con la via che permette una profonda conoscenza di sé stessi, che va sotto il nome magico di alchimia, può forse portarci ad avere una risposta.
Dall’inizio alla fine di una vita umana, quindi, questa “natura” è l’esecutrice di una volontà indipendente, di un’intelligenza superiore, cui l’uomo è solo sottoposto, oppure noi contribuiamo o addirittura siamo gli artefici del nostro destino, di quello che ci capita in funzione del grado evolutivo che abbiamo raggiunto?
Ancora una volta dobbiamo fare affidamento sulla nostra capacità e doveroso compito, di prendere coscienza per approdare probabilmente, a comprendere che la soluzione sta nella complessa ma altrettanto semplice consapevolezza di un’armonia che tutto contempla, natura, conoscenza, vita, morte, perché in fondo ognuna compenetra l’altra.
Proseguiamo a questo punto, nel viaggio che ci porta alla scoperta di ciò che accade alla donna quando passa alla pubertà, con il fine di poter comprendere sempre quanto grandi e perfettamente sincronizzate siano le sinergie che la natura, intelligenza crea in colei che è la portatrice della vita e quindi la depositaria dell’esistenza dell’umanità:
“Dal giorno della pubertà si producono nella donna una serie di fenomeni ciclici che hanno un legame con quelli della natura, quali il susseguirsi delle stagioni o le fasi lunari; questi hanno permesso il sorgere della vita e la condizionano. Infatti nel piccolo e fragile essere femminile è racchiusa l’infinita potenza della specie e il destino della vita umana”.
Osserviamo da quanto esposto come le leggi della vita sembrino deputare ad esseri tutto sommato modesti, almeno apparentemente, se le si compara ad altre creature o creazioni, grandi responsabilità e cose mirabili.
Viene così da pensare che la semplicità sia il veicolo ottimale che l’intelligenza, operante all’esterno e all’interno di ogni cosa, scelga per promuovere eventi straordinari; forse perché la semplicità è sinonimo di essenzialità e perciò diventa il crogiuolo di armonie perfette, matrici di progetti più grandi.
D'altronde è innegabile che nella minimale forma di un seme, sia contenuta tutta la memoria per la realizzazione completa della cosa cui il seme stesso appartiene; che sia pianta, animale o uomo e perché no magari una stella, un pianeta e così via.
Immaginiamo l’ovulo femminile, per esempio, costituito da una cellula invisibile ad occhio nudo; essa è così piccola che “duecentomila a mala pena riempirebbero un ditale”.
Sappiamo che questa cellula prodigiosa se fecondata dall’elemento maschile, innescherà dei processi che daranno vita a un nuovo essere, altrimenti soccomberà degenerandosi.
Ebbene, pur così perfetta “ considerando il compito assegnatole vive dei momenti di inerzia biologica che la destinano inesorabilmente all’annientamento condannata dalla sua stessa verginità”.
Solo un evento straordinario può salvarla (l’incontro con lo spermatozoo maschile).
Dobbiamo perciò intendere che un elemento che rimanga integro nella sua sostanza, può non essere portatore di un beneficio, se non viene compromesso da un altro agente.
In un certo senso, anche gli spermatozoi che non vengono impiegati per la procreazione, sono destinati a perire, se non vengono emessi.
E’ ovvio perciò, che l’Immacolata Concezione come ci viene tramandata, non può essere vera; il miracolo va inteso in tutt’altra maniera.
Se ciò che viene definito scarto o scoria, al quale etimologicamente è attribuita la valenza di elemento senza valore, per logica comparazione, quindi, anche l’ovulo femminile e gli spermatozoi maschili, senza il loro incontro per la procreazione, sarebbero scarti.
Siamo però veramente sicuri che una volta espulsi fisiologicamente, questi tesori in potenza, perdano il loro valore?
L’inviolabilità è sinonimo di potenziale illibato ed è presupponi bile che tale potenziale rimanga inalterato anche quando la materia assume forme diverse; infatti, l’ovulo si sfalda e lo spermatozoo perisce, ma la memoria è integra.
Solo se questa memoria viene fagocitata si trasforma in conoscenza; ecco quindi che il sacrificio che opera una trasmutazione può essere effettuato anche in quella che in questo caso definiamo, fase di scarto.
La fluidificazione non impedisce, ma anzi agevola la trasmutazione.
Mi riferisco, come già fatto in altre occasioni, a quella complessa opera che il pianeta stesso, del quale facciamo parte, compie per riciclare (termine molto di moda in questi ultimi tempi) e riadattare ogni cosa dato che volenti o nolenti dobbiamo constatare che in una visione ancora più macroscopica, nulla viene veramente scartato.
Possiamo ben visualizzare in una forma circolare, quanto esposto.
L’essere umano è formato con i quattro elementi di cui si compone anche la Terra. E’ deducibile quindi, che le correlazioni siano ovvie, pertanto potremo imitarla nel modo suddetto che ha di non sprecare nulla.
Esiste una mirabile relazione tra gli elementi (Terra Aria Fuoco Acqua) e gli umori fisici dell’uomo.
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Opera di Alfredo Di Prinzio |
Il loro gemellaggio, implica per esempio, che l’urina e lo sperma, siano abbinati con l’elemento acqua e il mestruo femminile con l’elemento fuoco.
Come afferma il Kremmerz, tutta la scienza alchemica per la realizzazione della “pietra filosofale” si riduce infine, alla manipolazione dei fluidi umani; va considerato perciò che dopo la loro estrazione dalla rispettiva “miniera”, sia per via naturale come la mestruazione, o per via indotta da un atto cosciente come la fuoriuscita del seme maschile, questi possano essere in qualche modo rielaborati, lavorati; perciò, ribadisco, non possono essere considerati scarti o sostanze senza valore come comunemente si pensa.
Sempre Kremmerz afferma: “ In questi fluidi ogni molecola fisica ha una grande controparte astrale, di natura specifica, ad esempio il sangue è l’accumulatore e il veicolo delle forze elementari del fuoco.”
In sintesi, i fluidi umani sono correlati con i quattro elementi Acqua Fuoco Aria Terra, e questi rappresentano la divisione in quattro parti di un’unica energia che in questo modo produce quattro diverse correnti strali, perciò essi sono i maggiori portatori di tali correnti nel corpo umano.
Come spiegare questo binomio, in sostanza come qualcosa di fisicamente tangibile, può possedere in sé qualcosa di intangibile, cioè di astrale, con riferimento che questa parola ha con astro, quindi cosmo?
Ed ancora come l’atto sessuale può mettere in moto “un turbine astrale” che può avere valenza su effetti materiali?
I fluidi, sappiamo, si possono adattare perfettamente al contenitore in cui sono posti, ci deve essere quindi un elemento di trait d’union fra la fisicità solida del contenitore e la fisicità fisica del fluido; questo elemento potrebbe essere attribuito alla memoria.
Solo un innesco di rimembranza che si riaccende quando viene stimolato, può a sua volta, attivare o riattivare l’intelligenza, la quale diviene così, la coordinatrice di quei specifici meccanismi che determinano la realizzazione di una cosa sul piano fisico e viceversa, cioè da questo possa essere rielaborata e sublimata per riconquistare la fattezza spirituale, che non è altro che una densità diversa della materia, come noi la percepiamo con i nostri normali cinque sensi.
Memoria, quindi, che secondo la spiegazione scientifica del termine, rappresenta l’insieme dei processi per i quali ciò che viene appreso, rimane conservato nell’individuo.
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Opera di Alex Gray |
Questa spiegazione è riferita alla memoria dell’uomo, ma non possiamo escludere, per quanto esposto prima, che se un’azione, la quale si ripercuote, in un meccanismo più complesso, può essere effettuata grazie ad una ricordanza, del proprio compito da parte di chi la effettua, dobbiamo prendere atto che ad esempio, gli spermatozoi sanno cosa devono fare, per istinto o per intelligenza, così come l’ovulo femminile o gli ormoni, nonché i fluidi del nostro corpo, che hanno una valore speciale per quanto riguarda la loro qualità di contenitori di questa memoria.
Noi sappiamo che una certa operazione di reiterazione e rielaborazione di specifici elementi, va sotto il nome di comunione con il Corpo e il sangue di Cristo e che questa “Opera d’Arte” altro non è che il metodo per crearsi un “veicolo spaziale”, che secondo le tradizioni assume nomi diversi, ma che qui chiamerò Corpo di Gloria.
E’ altresì insegnato dalla tradizione ermetica, che questo magistero ha come fine, quello di recuperare o risvegliare la memoria, probabilmente di una condizione ancestrale nella quale l’uomo era a stretto contatto con le cause e perciò unito alla fonte principale.
Parlando di fluidi e della loro connessione con l’elemento memoria, esiste un parallelo straordinario, fra ciò che come umore concorre alla nascita dell’essere umano, o almeno alla predisposizione di una situazione idonea a che ciò avvenga e gli stessi elementi vivi che vengono utilizzati nella comunione.
Quindi in ambedue i casi, sia che si tratti di una nascita fisica, sia di una nascita spirituale, questi elementi posseggono la memoria del progetto per i quali esistono; è deducibile perciò, che la memoria è sempre foriera delle cause che poi si esplicano con effetti differenti, nella realtà visibile o quella più sottile.
Consideriamo, perciò che la memoria non è limitata nella sua informazione, a ciò che è strettamente terrestre e di conseguenza collegato alle sole esperienze degli esseri che vivono sul pianeta Terra: uomini, animali, piante ecc. ma ha in sè una coscienza e conoscenza che, travalicando questi limiti, è perciò cosmica, extraterrestre, quindi astrale.
La risposta a quella che la domanda iniziale proponeva, può quindi essere questa.
Ecco, perché i fluidi vengono scelti per essere il veicolo di questa memoria cosmica, data la loro velocità di propulsione e di adattamento al loro contenitore come anzi detto.
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Opera di Alex Gray |
Nell’atto sessuale, in particolar modo, gli elementi liquidi che vi concorrono, sono quelli che più di tutti posseggono un quantitativo di informazioni, se così possiamo dire, in quanto per mezzo di essi, nasce la vita e questa è presente nelle sue più svariate manifestazioni in ogni dove.
Superando perciò, i confini terrestri, è consequenziale che la loro presenza, pur se nel copro umano, non è deputata solamente alla procreazione e alla prosecuzione della specie.
Lo sforzo pertanto che un ricercatore che si pone una domanda sulla sua presenza e il perché della sua presenza su questa Terra è quello di tentare di uscire dai suoi limiti, utilizzando però proprio gli elementi che essa stessa gli mette a disposizione; una materia tangibile che gli occorre per uscire dalla materialità ed ottenere una visione più completa, degli altrimenti, apparentemente contraddittori, comportamenti della natura, nella sua complessa messa in opera delle leggi che costituiscono la realtà su questo piano quaternario.
Soprattutto mi riferisco al cadenzato ritmo di vita e morte che spesso nelle sue macroscopiche manifestazioni, sgomenta la mente e la coscienza umana e che pone in contrasto le meraviglie di programmi superbi con i quali la creazione si esprime con le altrettanto violente e disorientanti manifestazioni di distruzione, derivanti da cataclismi che la natura mette in atto.
La domanda a questo punto sorge spontanea: la natura è buona o cattiva con l’uomo?
Come poter ottenere una risposta se non , ancora una volta, dallo sviluppo dell’embrione e poi del feto umano.
La placenta costituisce un filtro per l’alimentazione del bambino ed è anche una barriera contro quelle che possono essere sostanze nocive; questo fa sì che ci sia una sinergia di controllo fra la madre e il figlio e quest’ultimo, protetto dalla placenta stessa, gode di un ambiente indipendente.
Questa situazione è riscontrabile a livello organicistico, ma l’esperienza ha dimostrato che a livello psicologico, quindi animico, la situazione è completamente rovesciata; sembra infatti, che qualsiasi azione che potremmo definire sconsiderata sul piano affettivo, da parte della madre, ha conseguenze sul feto e poi sul bambino.
La natura, quindi, in questo caso, opera una specie di difesa nei confronti della creatura nascente, proteggendola, almeno in parte nella sua relativa individualità, ma dall’altra non concede ripensamenti alla madre, non prodiga di affetto con implicazioni altrimenti pesanti e severe.
Pertanto è possibile arguire che le parti in gioco madre-bambino, sono strettamente legate a livello inconscio e che la natura, in un certo senso, funga da guardiano tra di esse.
Come quindi, nella singola unità dell’individuo che in questo è donna, custode e sostegno della creatura in evoluzione, all’interno del suo grembo, le leggi della creazione si pongono come arbitro, così a livello planetario l’umanità che in questo caso, è sia madre che creatura, cioè è custode, ma anche elemento in evoluzione di sé stessa, non fosse altro perché le generazioni più mature, dovrebbero aiutare le più “giovani”, è sottoposta alle leggi universali gestite dalla natura, le quali, se non rispettate, ricadono con effetti deleteri sull’uomo.
Questo avalla il dato di fatto che ogni azione che si compie, interferisce con l’ambiente in cui si effettua, perché nell’immenso contenitore terrestre, ogni cosa è collegata a livello emozionale, psichico e va quindi a sollecitare il serbatoio universale della memoria che ripropone poi a livello fisico, gli effetti di tale azione, proprio come accade per la madre con il bambino.
Come affermava il Kremmerz, i pensieri e gli intendimenti spostano l’andamento della realtà.
Il progetto uomo, sia che si riferisca alla creazione di un nuovo singolo essere, sia che si consideri come piano creativo di evoluzione dell’umanità in generale, implica il superamento di un sacrificio prima di approdare ad un risultato.
Nel tentativo di dare una risposta, quindi, se la natura sia buona o cattiva con l’uomo, trovo, ancora una volta, un aiuto nell’osservare come veniamo al mondo, anche perché molteplici esperienze mi inducono a pensare che ogni accadimento personale e le modalità con le quali questo si esplica, non sia altro che la riproduzione in piccolo, di ciò che avviene anche in maniera più macroscopica e viceversa.
Le condizioni totalmente nuove, cui si deve adattare il corpicino del nuovo venuto alla luce, hanno dell’incredibile; in pochi istanti il neonato, deve adattare l’andamento delle funzioni fondamentali, come la respirazione, il controllo della temperatura, la produzione dell’energia per i processi vitali, ecc. alla condizione extra-uterina, più tutta un’altra serie di processi biologici precisi, che producono un vero e proprio cataclisma.
Questa definizione non è a caso, perché quando si verificano cataclismi che distruggono, come possiamo porci dinnanzi a questi eventi?
Umanamente parlando è penoso; ma proprio per questa stretta analogia con la nascita, sarebbe così assurdo ritenere che anche eventuali sconvolgimenti a livello planetario, non siano in funzione di una nascita e crescita per l’umanità?
E’ difficile altrimenti abbandonarsi all’idea che la natura fa quello che gli pare , proprio per il fatto che il suo modo di operare sarebbe strettamente contraddittorio, mentre da una parte assistiamo ai suoi prodigiosi meccanismi.
I binomi dolore-vita, sofferenza-gioia, sembrano siano indissolubili nell’equilibrio della dualità che governa la nostra esistenza.
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Opera di Alex Gray |
Tuttavia la donna-madre che accetta con coscienza il dolore del parto, entra profondamente a contatto con la sua più intima forza di volontà, dono inestimabile di cui Madre Natura l’ha dotata e che probabilmente non ha eguali.
Ella esplora a livello emozionale, ma io credo addirittura spirituale, l’immensa intimità del suo tempio, grazie a un sacrificio che implica sforzo e dolore... ma dopo in un istante tutto viene trasformato in gioia, in vita.
La sua creazione viene alla luce e si rivela a gloria della soddisfazione di una pregiata continua. Così dovrebbe essere anche a livello umanitario; prendere coscienza del perché le cose accadono e come.
L’uomo considerato proprio come elemento maschile, quindi co-creatore di un tale miracolo, deve comprendere che il suo seme ha in sé una valenza universale che determina la qualità del risultato; per questo motivo ha il compito doveroso di emanciparsi e di emancipare il suo seme stesso.
La preziosità di questo elemento, insieme ovviamente ai liquidi della matrice in cui esso viene immesso, non ha valore quantificabile, le qualità dei fluidi maschile e femminile, nonostante siano deputati ad un compito già grandioso, vanno molto al di là del loro destino su questo piano.
Tuttavia è impossibile scalare la montagna se non si parte dalla sua base, pertanto, più che mai vale l’assioma: “Conosci te stesso e conoscerai Dio”, perché allora non iniziare a capire come siamo nati e quali sinergie l’hanno permesso, dato che tutto ciò che esiste, in fondo, è avvenuto nello stesso modo?
SIMEON