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I Tarocchi - L'Eremita
(20/11/2010)

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L' Eremita

(Tarocchi di Alfredo di Prinzio)

L'Eremita evoca il concetto di solitudine, di colui che si è allontanato dal sociale, per ritirarsi da luoghi spesso inaccessibili.

La solitudine della lama numero 9 però, ha tutt 'altra valenza.

Essa è una condizione maturata attraverso il lavoro che la Giustizia ha ispirato con il messaggio simbolico della spada e della bilancia, ma che trova applicazione concreta nell 'essere umano.

Nel bastone dell'Eremita, come nella spada della Giustizia, è contenuto il fuoco che Prometeo donò agli uomini; è il fuoco della conoscenza che l'Eremita ha saputo governare, tenendo a bada gli istinti più bassi ed elevandoli ha trasmutato i vizi in virtù.

Il serpente, infatti, è un accompagnatore e non più un tentatore.

Nell'Eremita traspare la saggezza di chi ha emancipato la propria individualità, indicando con questa il riappropriarsi del mondo interiore.

La percezione di tale realtà è possibile solo ponendosi in ascolto di quel silenzio energetico che parla a chi, ormai saturo dei troppi artifìci con cui procede l'esistenza umana, vuole recuperare le radici naturali e non artefatte della propria genealogia.

Tutto ciò si contrappone intimamente alla condizione di globalizzazione verso la quale si vuole dirigere l'umanità; ecco pertanto che rifiutando questo sistema, molto spesso ci si sente come un eremita, probabilmente perché sensazioni energetiche e veri e propri sbalzi di frequenze, animatrici del nostro io, non sono più in sintonia con quelle comunemente accettate e vissute.

Gli stati d'animo che si palesano nelle persone, sono tanti momenti di "crisi" dovuti al richiamo del germe primordiale, che come padre e madre di ogni cosa, ci invita a riconoscerlo affinchè possa far riemergere in noi, la consapevolezza di esseri unici e irripetibili, la cui generazione e rigenerazione, nasce da meccanismi complessi ma armoniosi.

Così, a poco, a poco, riconquistando fiducia in sé stessi e osando verso la conoscenza di sé stessi, si abbandona il superfluo per scegliere il sostanziale, fino a che la "lanterna" della nostra luce ci illuminerà il cammino.

Saggezza e solitudine sembrano un binomio indissolubile, perché troppo spesso si preferisce la quantità alla qualità; tuttavia l'uomo-Eremita è l'icona della singolarità, o meglio della saggezza acquisita nell'unità, senza la quale, qualunque sia il suo valore, non è possibile produrre molteplicità.

Il procedere misurato e prudente ma continuo dell'Eremita, è il risultato di una ribellione intcriore, ma equilibrata che non sottosta al tentativo di anestetizzare le proprie capacità.

Lo sforzo supremo della volontà contro le energie che inducono l'essere in uno stato soporifero perenne, risveglia nel Mago-Eremita il ricordo ancestrale della prima battaglia vinta, che lo ha visto venire al mondo.

Tutto si sintetizza in un minuscolo punto di cui si serve l'Eremita per adempiere il suo mistero: egli è il portavoce della corrente vitale.

I colori che contraddistinguono la lama 9 sono il rosso,il giallo e l'azzurro.

Analizzando la loro simbologia, si scopre come essi siano i messaggeri dell'opera che ogni essere è tenuto a compiere per riscattarsi, ma anche adducono al travaglio che deve attraversare per realizzarla.

Così l'azzurro richiama trasparenza, lo stimolo a guardare nel profondo delle cose, per scoprirne l'essenza; il giallo è la luce splendente incontenibile, diffìcile da oscurare e perciò presente sempre sia nelle situazioni di morte per la rigenerazione, sia nei momenti di maggior fulgore della vita (autunno-estate).

Forse per questo il giallo viene associato al nero, come suo opposto e complementare dal quale però, se ne separa quando è stato messo ordine nel caos.

Infine il rosso, è accostato al sangue e al principio di vita.

E' gemellato con l'azzurro e il giallo ed insieme manifestano ed ispirano il continuo altalenante srotolarsi dell'esistenza, fra rivalità e dicotomie, tra cielo e terra, tra immanenza e trascendenza (movimenti che accadono anche dentro l'uomo).

L'uomo-Eremita custodisce sotto il suo mantello rosso questa legge dell'equilibrio, ma la fa intravedere con il gesto di alzare la lanterna, simbolo della sua realizzazione; pertanto più che essere alla ricerca dei suoi simili, ne diviene invece il polo d'attrazione, sprigionando il magnetismo, nonché il fascino magico-misterioso dell' Arte Reale che ha saputo sapientemente concretizzare e che ora è pronto a donare.

 

Simeon        

 
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