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L'Eclisse
(20/11/2010)

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Molto tempo prima che accadesse quello che mi ha portato nella mia condizione attuale, in modi per me tuttora inspiegabili, persone ben informate sull'argomento mi avevano parlato di una dimensione ultraterrena, una sorta di limbo, che accoglie coloro che hanno abbandonato la terra ed attendono là che arrivi anche per loro il tempo di vivere nuovamente in un corpo.

A dire il vero, non prestai molta attenzione a quelle parole e fu certamente un errore, perché come ho avuto modo di imparare qui dove mi trovo tuttora la consapevolezza di quel che si è stati e di ciò che dovrà accadere nel momento del distacco è un grande sollievo.

Ad ogni modo, adesso so che esiste uno spazio che è al di là dello spazio in cui vivono gli uomini, ed un tempo che è al di là del tempo come lo intendono gli uomini, dove tutto è sospeso, e dove tutto non sembra mai avere una fine.

Tutto questo l'ho appreso dopo quella mattina di dicembre, quando fui informato dal mio avvocato che quello stesso giorno, secondo gli accordi presi tra le parti davanti al giudice, dovevo recarmi presso la casa di famiglia per portar via i miei effetti personali.

In quella casa, dove ero stato felice per tanti anni con mia moglie ed il nostro bambino, non era rimasto in realtà molto che mi appartenesse, qualche libro e qualche fotografia.

In un primo momento pensai di non andare, ma cambiai idea perché quella visita poteva essere l'occasione per lasciare sotto l'albero di Natale i regali che avevo comprato per il bambino.

Presi i pacchetti e mi diressi verso la macchina, che come tutte le mattine faticava a mettersi in moto.

Finalmente il motore si avviò e presi la strada verso casa.

Mentre guidavo gettai lo sguardo verso il cielo, che sembrava oscurarsi progressivamente.

Dopo qualche minuto arrivai a destinazione.

Attraverso il vetro guardai in alto....era sempre più buio nonostante fosse quasi mezzogiorno.....mi accorsi che il sole era stato completamente oscurato......pensai ad una eclisse solare, mentre tutto intorno a me assumeva un colore grigio, quasi spento.

Stavo per togliere la chiave dal cruscotto, quando per un istante calò improvvisamente l'oscurità.

Non durò molto, poi lentamente ritornai a vedere quella sorta di nebbia che circondava tutto  intorno a me.

Sarà stata l'eclisse totale, pensai tra di me.

Scesi dalla macchina e mi avviai verso la porta della casa.

Aprii lentamente, pensando o sperando di trovare qualcuno che fosse felice di rivedermi, come ai vecchi tempi.

Ma non c'era nessuno in casa.

Mi diressi verso lo studio ed aprii il cassetto della mia scrivania.

Lì conservavo tutte le foto più care.

Le presi in mano e cominciai a guardarle, una per una, e nel frattempo sorridevo perché mi ricordavano quanto ero stato felice e quanto erano belli mia moglie ed il mio bambino.

Persino io sembravo bello in quelle foto,o forse era l'effetto della felicità.

Non ricordavo nemmeno più come e dove ci eravamo persi, come era potuto accadere a noi.

Attraverso la finestra dello studio vidi una luce.....era il sole, che sembrava avere avuto la meglio sul buio, o che forse mi voleva dire di uscire fuori nel cortile ........aprii la porta che si affacciava fuori e vidi sul prato, intenti a giocare, mia moglie con il bambino.

Lei alzò la testa e mi fece cenno di avvicinarmi, con un sorriso.  

"Papà,guarda......" disse mio figlio quando mi vide, indicandomi una automobilina.

Mi sedetti anch'io sul prato...non so come accadde, ma ci ritrovammo tutti abbracciati.

Poi lei mi accarezzò il volto e mi disse:"Ora devi andare.....ma torna quando vuoi....questa è sempre casa tua......".

Diedi un bacio sulla testa ad entrambi e mi alzai........mi voltai per un attimo......tutti e due mi salutarono con la mano.

Rientrai nello studio e presi con me le fotografie.....forse sarebbe stato un bel Natale per tutti noi.

Chiusi la porta dietro di me, con un mezzo sorriso...era andata meglio di quanto potessi sperare...forse non tutto era andato perduto....poi mi ricordai d'improvviso che avevo lasciato i pacchetti con i regali nel sedile posteriore della macchina.

"Che stupido!" pensai.

Mi diressi verso l'auto....avrei preso i regali, sarei rientrato in silenzio e li avrei lasciati sotto l'albero.

Mentre scendevo per il vialetto che portava alla strada vidi con sorpresa tante persone intorno alla mia macchina.....altre macchine la circondavano....una di queste, con i lampeggianti accesi, era della polizia.

Pensai ad un tentativo di furto.. mi feci largo tra le persone che erano attorno all'auto e allora vidi un uomo che stava seduto alla guida con il capo reclinato in avanti ed il braccio sinistro che penzolava fuori dal finestrino....forse avevano tentato di rubare l'auto e la polizia aveva poi ucciso il ladro......mi avvicinai ancora di più, proprio mentre il medico legale sollevava il capo dell'uomo dal volante per poggiarlo pietosamente all'indietro.

Non lo riconobbi subito....dopo qualche istante realizzai che quell'uomo ero io.

"Poveretto - disse il medico rivolto ad un poliziotto che gli stava accanto -"

"Con tutta probabilità è morto all'istante, non appena si è fermato con l'auto. Non ha avuto nemmeno il tempo di uscire e chiedere aiuto.....perlomeno non deve essersene nemmeno accorto.....non ha sofferto..... " E scosse la testa.

Il poliziotto annuì "Guarda cosa c'era nel sedile posteriore.....dei regali di Natale...forse erano per suo figlio....va a sapere......ed adesso chi glielo va a dire ?"

Non sentii altro, perché si fece di nuovo tutto buio......

 

                                                                                       

 
NEFERHOTET 

 
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