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Iride, la Luce, il Mito
(20/06/2010)

Documento senza titolo

 

Recentemente ho trovato interessante soffermarmi  sul significato della parola “io”. Pronome personale della lingua italiana che tutti usiamo più o meno, parlando, per indicare la nostra persona, ovvero noi stessi.

Essendo di madre lingua inglese spesso amo confrontare i significati ed etimologie di diverse parole nelle due lingue, e questa curiosità ha dato vita a questa ricerca. Questo il testo del dizionario di lingua italiana a riguardo. Pronome di persona, - come dicevamo sopra – valido solo in caso nominativo.( Latino volgare eo poi ego..)

Se ci rivolgiamo alla lingua inglese scopriamo che qui la parola IO ovvero I  possiede lo stesso suono della parola EYE ovvero occhio. Consultiamo ancora il dizionario di lingua italiana, anche se sembra scontato, ma ha la sua rilevanza alla finalità della nostra ricerca: Occhio – organo di senso per la ricezione degli stimoli luminosi che vengono trasmessi ai centri nervosi dando origine alle sensazioni visive.

L'Occhio di Horus

Vorrei citare qui alcuni simboli e il loro significato, che ci possono far comprendere il perché della significativa somiglianza tra queste parole di cui sopra. Simboli che provengono da antiche culture, la mitologia Greca e la religione degli antichi Egizi.

Io è figlia di Nettuno e del fiume Inaco, secondo alcune fonti. Zeus s’innamora di lei, e viene sorpreso ad amarla in alto tra le nuvole.

Sua moglie Giunone non scherza in fatto di gelosia e quando li scopre insieme Giove protegge Io trasformandola in una giovenca. Giunone comunque la fa sorvegliare strettamente da Argo dai cento occhi, il quale però viene ucciso da Ermete su ordine di Zeus.

Comunque Giunone, non sapendo come tormentare la povera Io, che già doveva avere i suoi problemi come giovenca, le mandò un tafano che facendola scappare per mari e per terre, in uno stato di frenesia. Trovò infine riposo sulle sponde del Nilo. Qui ripresa la sua forma originale  diede un figlio a Zeus, di nome Epafo.

Giove ed Io (A. Allegri detto il Correggio)

I viaggi di Io erano molto celebrati nell’antichità e il  Bosforo   si dice abbia  preso nome dal suo averlo attraversato.  Bosforo=Oxford ( ox in inglese = bue-giovenca).

Epafo – figlio di Zeus e Io, nato sul Nilo, divenne re d’Egitto e costrui la città di Memfis.

Nel mito poi è Demetra ad identificarsi con Io, e  i misteri di Demetra, misteri Eleusini, sembra siano stati istituiti da Celoo=Picchio=Re di Eleusi. Fauno, il dio Pan latino era il figlio di  Pico= picchio.

Sulla tomba cretese di Fauno si legge l’epitaffio: “Qui giace il picchio che era anche Zeus”. Il dio Pico era venerato anche nelle Marche, sui Monti Sibillini, dove da una foto scattata prima degli anni ’50, (dopo di che fu fatta crollare), davanti alla grotta della Sibilla possiamo vedere l’iscrizione “Sibila Teu Piki” ovvero Sibilla del dio Pico, e non a caso stiamo parlando del  Piceno.

In Egitto Io diviene la divinità  Iside, e qui si capisce il perché delle sue simboliche corna da giovenca o vacca bianca.

Iside come la religione degli antichi Egizi tramanda, partorirà Horus, (Oro,) il cui simbolo è anche l’occhio e questo ci rimanda alla pupilla, o Iride-Iris, dea dell’arcobaleno, figlia di Elettra rappresentata sul caduceo.

Nell’Illiade Iride-Iris è messaggera degli dei, ruolo che nell’Odissea sembra invece essere stata assegnato a Ermete.

Iride-Iris è una dea vergine: l’arcobaleno che accompagna la sua simbologia è simbolo di felice unione tra cielo e terra di cui anche i colori sono un chiarissimo esempio.

Più tardi  rappresenterà la madre di Eros. Ma Iride- Iris è anche la dea della rugiada e dell’aurora, araldo del sole. Rimane difficile non aggiungere dea della luce, tra queste definizioni.

Io, Iside, Horus, Occhio, Iride, colori, Arcobaleno, Caduceo, Aurora, Rugiada, Sole.

Chiunque sia minimamente interessato ad una ricerca degna di tale nome,troverà tra questi solo significati di luce, essendo la luce il vero perno centrale come stiamo vedendo attorno a cui tutto verte.

La luce che noi percepiamo attraverso gli organi di senso sembrerebbe quindi infine essere strettamente proporzionata con la luce della nostra apertura e integrità interiore. 

Il nostro io vero è l’espressione della nostra luce interiore che si riflette fuori attraverso le nostre gesta e azioni, dando vita alla nostra realtà. 

Vi è un altro simbolo che ci riporta sul tema dell’ iride-occhio-pupilla, ovvero il Fleur de Lys: giglio della purezza di molte casate nobili del medioevo.

Il "Fleur de Lys", il giglio della purezza.

Il suo aspetto ci porta direttamente all’Iris, il fiore, la cui geometria è il 3, bianco o viola, quest’ultimo colore strettamente legato alla regalità.

Ma il suo significato vero e intrinseco è quello di un simbolo  prettamente solare, aureo, della simbologia esoterica.

Ancora  aggiungiamo - rugiada, accostandoci definitivamente alla definizione pietra filosofale.

Pioggia d’oro si dice allegoricamente cadde su Rodi quando il Sole giacque con Venere, e anche quando Minerva nacque dal cervello di Giove.

Sempre Giove si dice essersi tramutato in pioggia d’oro o rugiada aurifica facendo si che Danae concepisse Perseo. (Danae era stata chiusa sembra in una torre dal proprio genitore, perché non si avverasse la profezia di una maternità.)

Allegorie queste tutte, che tracciano un percorso alchemico. Pietra filosofale dicevamo appunto.

Riassumendo, come visto sopra, esiste un legame forte e simbolico, e qui è il caso di sottolinearne il significato, tra le parole I e Eye ossia  Io e Occhio.

Se osserviamo il percorso tracciatoci dai simboli che abbiamo trovato, scopriamo che ci parlano del sentiero di luce che la nostra coscienza,  il nostro io personale  in qualche modo volente o nolente in qualche misura nella vita percorre, o dovrebbe percorrere.

La Luce  qui è il nostro Virgilio che ci introduce e accompagna attraverso i meandri di questi simboli.

Io,  figlia del re delle acque, Nettuno, e di una divinità che rappresenta un  fiume, forse sacro, amata dal dio Giove, costretta a percorrere tutta la terra prima di trovare un luogo, il fiume Nilo, dove tornare ad essere se stessa, e dare alla luce un uomo che diverrà re sulla terra di Egitto.

Quanta acqua… acque inferiori e acque superiori… Io è acqua,  anima, nell’essere umano, che nasce dal divino e tornerà ad unirsi al divino.

Accettato un iter  ascendente per sublimarsi, dopo un lungo percorso, infine raggiunge il più sacro dei fiumi, il Nilo, ancora acqua, dove infine partorisce un figlio alla divinità, ovvero da alla luce se stessa.

O sarebbe meglio dire ha trasmutato sé stessa in Luce.

La pioggia d’oro di cui si parlava sopra, ha “nutrito” il frutto della sua ascesa, della sua ricerca interiore,  frutto che ormai maturo, nascerà.   

Qui sorge il mito, ossia Io diviene Iside, colei che nell’antico Egitto rappresenta il mistero.. “mi sveli chi osa..”sono le sue parole.

Iside alata

Del suo aspetto di giovenca rimarranno le corna simboliche che adorneranno talvolta il capo di Iside, la dea; antenne, vaso-contenitore  per quell’energia celeste, mistero, di cui Iside è simbolo. Ma se è vero che Iside allatterà al suo seno il Faraone, chi è che infine regnerà sull’Egitto?

Acqua e energia celeste. Anima o spirito? Acqua o  fuoco? Acque superiori e fuoco spirituale? Acqua di fiume e fuoco fisico.. Acque superiori e fuoco spirituale..  Luce.  

Elementi lontani tra di loro apparentemente, ma perfettamente interagenti. Non possono esistere l’uno senza l’altro.

Ciò che li unisce è il fuoco dello Spirito, il quinto elemento, senza il quale tutto sarebbe privo di Vita.

Il mito ci dice che Iris-Iride abbandonava il suo letto nuziale di notte, saliva al cielo sulle ali del caduceo e, lasciando cadere la sua rugiada, attendeva il sorgere dell’aurora.

E’ quella rugiada d’oro che farà poi crescere le erbe profumate da bruciare sull’altare di Heliopolis, per far rinascere la rossa Fenice dalle proprie ceneri.

Un alchimista sarebbe d’accordo.

E’ così che si separa il sottile dal denso per fare il miracolo della cosa unica.
                                                                                                                                            

 

Entilia

 


 

 

 
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