Carissimi lettori,
il mese di febbraio è il mese del Carnevale, una festività di cui ormai si son perse le tracce e i significati reali nella notte dei tempi.
E' un momento in cui gli antichi, come ad esempio i greci, con le feste dionisiache, e i romani, con i saturnali, esprimevano il bisogno di un temporaneo scioglimento degli obblighi sociali e delle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell'ordine costituito.
E' chiaro che simbolicamente tale espressione avesse significati ben più profondi e nascosti di quelli di carattere sociale e politico.
E proprio la collocazione vicino all'inizio del ciclo annuale, del mese di gennaio, da "Giano bifronte", annunciava il capovolgimento di un tempo che finiva e l'inizio di un altro che portava un rinnovamento; proprio per questo una faccia di Giano guardava al passato e l'altra al futuro come a rappresentare una porta temporale.
Anche il rituale della maschera e l'identificarsi con un personaggio piuttosto che con un altro era la netta testimonianza della celebrazione di un rito di trasformazione, di una metamorfosi che, oltre ad avvenire nel mondo della Natura, attraverso la trasformazione degli elementi e delle forme di vita, avveniva per "simpatia" anche all'interno della "natura" umana.
La dissolutezza dei costumi a cui spesso ci si riferisce e a cui si associa il carnevale è proprio la dimostrazione del ritorno a quel "caos primordiale" da cui tutta la realtà prende vita. Caos a cui il Fuoco tutto riporta e da cui tutto ricrea, purificato.
Guarda caso, lo stesso nome di Febbraio trae origine dal verbo latino februo = purifico e da esso deriva la parola febbre che associamo direttamente al fuoco che ci purifica durante la malattia.
Per concludere, ci troviamo, quindi, in un Tempo di Purificazione, come approfondiremo nell'articolo che prende il suo stesso nome e che troverete nella rubrica di "Iside e i suoi amanti".
Tratteremo poi, il Fuoco di trasformazione, di purificazione e di rinnovamento dal punto di vista dei Celti.
Riscoprendo quel Fuoco Sacro e Magico che loro chiamavano "Imbolc", ritroveremo le radici comuni di una tradizione che, pur parlando una lingua diversa, nascondeva gli stessi contenuti e gli stessi principi universali di un retaggio alla cui origine si colloca la scienza esoterica.
Torneremo ad Erks attraverso i racconti di Kuthuma e per finire analizzeremo insieme un argomento che oggi è sulla bocca di tutti, ma di cui, difficilmente, molti riescono a comprenderne il reale significato, distaccato dalla politica e dalla morale: la Tolleranza.
Lieti di poter stare ancora con voi attraverso i nostri articoli, vi auguriamo una fruttuosa lettura!
La redazione
|