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La Dualità: il gioco della perfezione
(20/04/2008)

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"La perfezione come la concepiscono gli uomini è una semplice convenzione: questa perfezione esiste in quanto esiste anche tutto ciò che gli uomini definiscono imperfetto.

Esiste gioia in quanto esiste il dolore. Se tutto fosse gioia o tutto fosse sofferenza, esisterebbe soltanto l'insensibilità...

Così esistono il bello e il brutto, il dolce e l'amaro, la lussuria e la continenza...

La Dualità della Tradizione Egizia: Horus e Set

Se si riuscisse a distruggere il cattivo per essere tutti buoni, la sofferenza per essere tutti felici, la lussuria per essere tutti casti, si giungerebbe ad un'indifferenza generale che sarebbe l'autentica infelicità di tutti".

Questo pensiero che ho tratto dal libro " La terra delle quattro giustizie" di Gastone Ventura, è stato motivo di spunto per più riflessioni.

Innanzi tutto da quanto menzionato, appare evidente che il dualismo nel quale si snoda l'esistenza nel contesto quaternario, sia essenziale per favorire all'uomo la possibilità di essere incoraggiato nel mettersi alla prova e confrontarsi con i suoi simili e col mondo di cui egli fa parte.

Il pensiero corre a ritroso fino allo stato edenico in cui l'uomo si trovava e dal quale in seguito fu cacciato per aver disubbidito a Dio. Questa è la storiella che ci viene tramandata.

Adamo ed Eva nel Paradiso e la cacciata

Se nel Paradiso Terrestre egli godeva dell'armonoa di quel luogo senza fare niente dalla mattina alla sera (indifferenza), chi lo indusse a fronteggiare Dio stesso, fu il "serpente". Fece bene o fece male?

Tutti pensano che fece male, perchè questo causò la cacciata o caduta dell'essere umano.

Se analizziamo la situazione, osserviamo che: Dio disse che nel Giardino vi erano due alberi, uno della Vita e uno della Conoscenza del Bene e del Male e che di quest'ultimo non ci si doveva cibare dei suoi frutti; ciò significa che già esisteva un contesto duale anche nell'Eden.

Tuttavia a quest'albero della Conoscenza del Bene e del Male, era attorcigliato il serpente, che come sappiamo, indusse Eva a prendere di tali frutti e coinvolgere così anche Adamo. Dopo tale atto essi furono cacciati.

Mi chiedo a questo punto, se il serpente con la sua azione, avesse voluto fare partecipi le due creature della presenza della dualità; in sostanza il serpente le costrinse di fronte ad una scelta ed instillò in loro la consapevolezza dell'intelligenza, cioè appunto la facoltà di poter scegliere e decidere.

Ciò creò l'inizio dell'iter umano che con l'ausilio dell'intelletto risvegliato, avrebbe percorso il sentiero alla conquista della sua indipendenza. (Gli Dei dissero "Ora l'uomo è come uno di noi").

Il serpente non fu poi così cattivo, anzi se non fosse stato per lui, probabilmente vivremmo ancora una condizione di torpore poco stimolante; inoltre dato che l'intelligenza si sviluppa in  concomitanza con la maturazione sessuale del maschio e della femmina e al serpente è attribuito alchemicamente, il simbolo di tale energia, egli rappresenta la sintesi dei due aspetti, sia quello intellettivo, sia quello sessuale.

L'albero della Conoscenza (da un'antica incisione)

Ne deriva ancora che se l'intelligenza e la forza sessuale, sono energie nelle loro specifiche peculiarità, esse non possono derivare che dall'emanazione primaria, che è Dio, lo YOD, il numero 10... il compendio degli opposti.

Il serpente non è perciò antagonista di Dio, ma ne è altresì il suo braccio destro.

Analogamente anche i due alberi di cui si fa menzione, sono la materializzazzione della stessa cosa, che necessita per agire su un piano visibile, percepibile ai sensi, dell'equilibrio dei suoi opposti; è probabile quindi, che si debba considerare l'esistenza di un solo albero, che trova la sua collocazione al centro del Giardino dell'Eden, che è l'uomo stesso, il cui sdoppiamento dipende solo dall'uso che si fa dei suoi frutti.

Non bisogna e non è necesario perciò distruggere tutto ciò che è negativo per favorire il positivo, o viceversa, quanto piuttosto riuscire ad indagare e riconoscere la matrice dalla quale questi sono generati.

L'Albero della Vita secondo la Cabbala

L'albero del bene  e del male, infatti, è della CONOSCENZA del bene e del male; non del loro annichilimento.

Se consederiamo questa energia primaria, la fonte dal quale tutto scaturisce e si manifesta, essa è pur tuttavia il veicolo operativo di un pensiero originario, che proprio per la sua universalità non può che essere identificato con la frequenza più elevata possibile: quella dell'"AMORE".

Amore quindi, come matrice dell'esistenza; energia spermatica come realizzatrice e codificatrice della matrice (amore).

La dualità serve perciò da meccanismo all'uomo per attraversare tutti i processi e le manifestazioni della creazione, per arrivare a riconoscere negli atti della natura lo spirito che li anima.

Il Rebis la realizzazione del "doppio" nell'"uno"

Questa consapevolezza conferisce all'uomo iniziato, il potere sui quattro elementi (acqua- fuoco-terra-aria); potere che come spesso è stato travisato, non è da intendersi come possesso o sfruttamento indiscriminato, ma altresì, come conoscenza, consapevolezza e collaborazione in armonia con la Legge di Vita.

Energia unica, quindi, che si sdoppia per potersi manifestare, così Adamo ed Eva non sono due persone distinte e separate, bensì rappresentano allegoricamente l'emanazione della stessa fonte. Esse hanno bisogno di riconoscersi ed incontrarsi per fare accadere quell'attrito dal quale scaturisce la scintilla nella quale è riscontrabile il "fuoco primigenio"; cioè la matrice.

Nel piccolo come nell'immensamente grande, assistiamo a questo evento e forse il nostro universo rappresenta la conferma di quanto esposto; nonostante le sue proporzioni e la quantità enorme delle manifestazioni delle sue attività esso potrebbe essere solo uno degli innumerevoli altri universi esistenti.

Secondo una teoria tanto fantastica, quanto probabile, la sua nascita sarebbe stata possibile dalla collisione, quindi dall'attrito, fra due brane (due Universi).

A tale teoria, non a caso, è stato dato il nome di "Universo ekpirotico" prendendo a prestito un antico termine della filosofia degli stoici che significa "nato dal fuoco".

La dualità nella tradizione orientale: Lo Ying e lo Yang

Come una linea curva che tornando su se stessa chiude il cerchio di queste riflessioni, credo che la perfezione possa essere considerata come il gioco del continuo portare  a compimento l'idea di ciò che si vuole realizzare; dal più piccolo intendimento fino alla nascita di interi universi, l'amore è la legge che permette il fluire di tale organizzazione della vita. Quando invece vi è costrizione, la vita fatica a manifestarsi liberamente e subentrano gli ostacoli che l'uomo è portato a definire come imperfezioni.                                                                                         

 

Simeon

 
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