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L' Amante Eterno
(15/02/2007)

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Udii  una voce che mi chiamava, dicendo " Vieni, amata  mia, e seguimi. Sono Colui che vive nella Valle di perpetua fragranza, le cui pareti sono di cristallo".

Il suono della voce fece in modo che, dall'Albero dell'Amore, sbocciarono rami nella mia interiorità. L'Albero dell'Amore, i  cui fiori sono Luce e Musica, e le cui foglie sono  incise  in oro.

Cercai il mio Amato durante molti giorni; ma non lo  trovai, e neppure mi giunse l'eco della sua voce portato dalle  ali  del vento; camminai lontano lungo la Valle della Desolazione.

Mentre camminavo per questa Valle, dalle montagne in  lontananza  venne un cavaliere, la cui lancia e scudo  brillavano;  mi portò  con sé attraverso le illusioni del mondo, arrivammo in  un luogo dove c'era un'ara, addobbata da ghirlande fiorite di fiori di Sensazioni, e curiosamente nei loro angoli erano scolpite teste di arieti.

Dietro l'ara c'era un essere coronato, sulla cui testa appariva  un lembo di Luna. Quell'essere mi tese la mano e mi unse, tenendo davanti a me una grande conchiglia, dalla quale  estrasse collane di perle, zaffiri e smeraldi, che io lanciavo gioiosamente verso il Sole e udii di nuovo la Voce dell'Amato, invitarmi a sedermi sulle sponde della CORRENTE DEL PERDUTO RICORDO.

Le acque di questo fiume scorrevano limpide e chiare, immergendovi  la  mano estrassi pietre preziose, ed ognuna  aveva  una particolare sua fragranza, e dal bosco giunsero fauni e geni, compagni di giochi di un tempo passato, i quali mi adornarono  di gioielli intonando i canti che erano come il mormorio soave delle fontane,  e mi indicarono il sentiero che il mio Amato aveva  intrapreso.

Come  un uccello in libertà mi sentii inondata di  felicità, la  mia mente rimase in quieta calma, e come cullata in un nido, che galleggia sul Mare di Luce di Luna, caddi profondamente addormentata. Nell'arco  di tempo di un sogno, vidi il mio  Amato  accanto alla torre, sentinella della mia anima, il quale mi gridava: 

Preparami il cammino perché vengo a te, con un nuovo corpo  ed una nuova mente, con un cofanetto pieno di preziosi unguenti  ed un calice pieno di Luce di Luna.
Le distese del tuo cervello si faranno fertili, ed attorno ai tuoi piedi si estenderà la Rete di Espressione, che ti renderà capace  di comprendere l'immaginazione di altre menti.
Nessun padre mi ha generato, nessuna madre mi ha  allattato. Come simbolo del tempo ed avvocato di giustizia, mi mantengo sereno nel luogo di Riposo del Silenzio.
Io  sono il muro di cristallo, che circonda  il  giardino della  natura, lungo i  quali pendii si trovano i Depositi  della Comprensione.

Dalla mia terra provengono il canto ed i  gioiosi  ritmi delle danze. I Miei messaggeri, corrono davanti al pensiero  con la velocità di un battito di ali.


Seminando  e raccogliendo, ti ho seguita per le distese  del passato.  Nell' Arcadia impregnai la tua mente con l'Aurora di Gioventù, perché io sono l'Amante Eterno, davanti al quale  tutti impallidiscono. Perché ognuno di questi ha soltanto una sfaccettatura di me,  in una maniera che non può soddisfare le tue ansie ne spegnere la tua sete.
Babilonia fu conosciuta da me, tu mi hai reso colto per mezzo dei riti di Ishtar. Asur udì il suono della mia voce, ma io mi sono mantenuto occulto. L'Egitto scopri il mio vero viso, la Grecia, depose i suoi tesori ai miei piedi ed ascoltò i miei canti.

Attraverso gli occhi di molti amanti ti ho contemplato  spostando i miei veli con la magia del colore, del profumo  e  del suono.
Il tramontare ed il salire del sole, sono stati soltanto gli scalini della catena che ti legano a me, perché Io Sono colui che ti confortò nei dolori del parto, e ti avvolse nelle  protettrici ali della morte. Io sono la tua Stella Eterna."

In risposta al mio Amato arrivò un messaggero alla torre, sentinella della mia anima, e mi sfiorò la fronte, facendo si che la mia mente fosse elevata ai Cieli Superiori.

Una  grande piazza di forma circolare, era divisa in  dodici  sezioni,  in ognuna delle quali vi era un segno dello Zodiaco, da ogni segno, si elevavano scale verso il cielo in forma di  spirale, che conducevano ad una terrazza di cristallo, dove gli Esseri del Sole camminavano con le Figlie della Luna.

Nel centro della piazza, si ergeva una grande fontana, ed il mormorio di questa fontana sembrava essere l'origine di tutta  la musica, molto in alto sopra la fontana fino a confondersi con  la parte più interna del ciclo, appariva un arcobaleno i cui  colori si  andavano schiarendo e rafforzando insieme con il cadere e  lo zampillare delle acque.

Dopo,  la mia guida mi invitò a contemplare le  oscure  città del  mondo e vidi che l’unica Luce che arrivava alla Terra, era soltanto il riflesso del muro di cristallo; dove cadeva la  pioggia della fontana s'illuminava la mente dei poeti, si  coloravano i pennelli dei pittori, e faceva nascere dei sogni nei cuori  degli uomini.

Mentre guardavo, lo spirito della fontana mi parlò  dicendo: " Chi cerchi ? " Credendo che lui fosse la voce di Colui che cercavo,  aprii le braccia esclamando: " Il mio Amato,  nella  cui fronte brilla la Stella Eterna. "

Prontamente un gelido e acuto dolore penetrò nel mio  cuore, e rispose la Voce: " Lui ancora si trova molto lontano  da  qui. Cercalo  nel mondo attraverso la Porta del  Servizio." La fontana rimase in silenzio e l'arcobaleno si arrestò immobile.

Uscii dal portale verso l'esterno, e mi guardai intorno  attraverso  le lacrime. Appoggiandomi ad una colonna, sembrava  che tutte  le  mie forze mi avevano abbandonato,  ed  allora  attesi. Nell'ombra si aggirava una forma e io la chiamai, perché credetti di  riconoscere Colui che avevo amato, ma nell'avvicinarsi e  salendo la scala del portico, vidi che non era  un mortale, era  la dea  Venere, con una delle sue damigelle, e mi lanciai  verso  di lei delirante di godimento. Sentii il suo turgido petto, e  tutto il  mio essere si riempì di meraviglia della sua bellezza, ma  al toccarla si girò e mi guardò con disgusto e lanciando un grido di dolore fuggì da me.

Raccolsi da terra un ramo di fiori che lei aveva,  fuggendo, perduto,  sembravano essere stati recisi di  recente  dall'Albero della Gioventù, poiché le api della felicità li seguivano mormorando il canto di primavera.

Tornai al mondo soggetto alla povertà, ed il destino mi condusse per strane vie. Io che avevo visto il Servizio come un  diritto, fui chiamato allora a Servire.

Udii  il rumore delle vie di commercio, dove la mente  della macchina  regge  suprema. Vidi uomini le cui anime si  erano  ristrette, sino a sembrare foglie marcie. Udii la risata vuota  del ricco,  i cui piedi indifferenti calpestano la stampa che  estrae il  vino della ricchezza, esigendo più e ancora di più senza  mai  ricambiare; cercano la felicità ed il piacere, ma trovano il vuoto.

Andai  fra molti, erano così carichi tra tensione  e  lotta per l'esistenza, che si erano dimenticati che esisteva la Bellezza. Ad ognuno di questi regalai un fiore del ramo che portavo con me, per ogni fiore che io davo ne nasceva un altro al suo posto, e  coloro  che contemplavano questi fragili petali tra  le  mani, sentivano rinascere nuovamente in loro la Speranza, la Bellezza che penetrava attraverso il loro sguardo trasformava le loro menti in giardini, allontanandoli da questo mondo.
Nonostante ciò, mi sentivo sola e triste. Non trovavo nessuna  traccia di Colui che io cercavo, sembrava cosi lontano,  come la  Rosa che cresce in Terre Future, di cui mi arrivava  soltanto il profumo attraverso dei sogni.

Un  giorno mentre camminavo lungo una strada, una figura  mi fece segno di seguirla, la seguii per stretti vicoli e passaggi, e strade  tortuose, sino a che sembrava che stessimo  sprofondando sotto terra, in una fornace aperta nel muro, tra le sbarre di una cancellata, vidi qualcosa che vibrava. Avvicinandomi riconobbi la Pietra del Ricordo, la quale si muoveva da un lato ad un altro nello spazio del tempo. Passando le mie mani lungo le sbarre, esse  mi donarono il potere di guardare nel passato, e  comprendere l'attuale ragione del mio soffrire.

Quella  notte in una visione vidi il mio Amato. In una  mano aveva un cofanetto, e nell'altra un calice.

Presi il cofanetto, e l'aprii. Ve ne trovai all'interno altri sette. E Lui mi disse: " Apri il terzo. " Aprendolo vi vidi dentro un’ immagine di me stessa, imbalsamata con sottili fili. Lui mi parlò nuovamente; " Apri il secondo." All'interno di questo vi trovai  un altro corpo simile al primo, ma nella fronte aveva  un diadema con sette perle.

Il  mio Amato mi invitò ad aprire il quinto cofanetto,  cosa che feci con un certo timore, in questo giaceva un corpo decomposto, sapendo che era  frutto dei miei pensieri negativi, mi  feci da parte con orrore, ma il mio Amato versò su di lui il contenuto del  Calice  e trasmutò la Malizia nella Sapienza  che  solamente l'Esperienza può donare.

Allora si udii una voce che proveniva dal settimo cofanetto, il quale al mio tocco si aprì. In questo vi era un ramo di  ambra e madreperla, abilmente uniti ed intrecciati, lo presi e lo piantai  nella  terra bagnandolo con le mie lacrime. Una  nuova vita fluì su attraverso il ramo. Mentre il ramo di madreperla  donava sé stesso, nutrendosi, nel fare ciò l'ambra si trasformava in una perla bellissima.

La voce dell'Amato esclamò: " Preparami la strada perché  Io Sono Colui che ritorna a te." Inchinandosi su di me, serrò le mie labbra, ma io cantavo con il cuore.

Guardando i cofanetti si girò verso di me e con ira mi  disse: " Apri il primo." E cosi feci. In lui vi era la mia anima accesa, e lei mi donò un messaggio. Allora, II mio Amato gentilmente aprì le mie labbra.
Aprendo il quarto astuccio, mi mostrò che non conteneva nulla ma con grande stupore ve ne uscì una nuvola di profumo, era la Fragranza della Felicità che io avevo donato ad altri.
  
 Nel sesto astuccio vi era una sfera di cristallo, nel guardarne la superficie vidi esteso dal cielo il braccio di Dio. Lungo quel braccio scendevano carrozze e cavalieri, tutta la processione dei giorni già passati, i quali entrando nella mia mente mi mostrarono la Perduta Bellezza di ogni secolo.
 
Non  toccato dalla morte ne sfruttato dal tempo,  l'AMORE  si trovava davanti a me, l'Amore passò le sue mani sopra i cofanetti avvolgendoli in una fiamma rosata, ed insieme a LEI ed al mio  AMATO, entrai nella Gloria della Aurora.

Ma l'ora della realizzazione ancora non era giunta. Fui  lasciata  sola nella Terra della Solitudine, dove la quiete  si  estendeva  come ali di un uccello minaccioso, da sotto la  terra giungeva un suono ovattato, sembrava il rintocco ripetuto di una campana. Girai per questa valle gelida cercando un uscita, ma  mi trovavo circondato da alte montagne.

Nella mia disperazione pregai, nel fare ciò vidi in lontananza molti  uomini che tiravano una corda che sembrava interminabile, come se si estendesse dall'inizio del tempo stesso.

Guidata da una luce trovai la mia strada, e nell'arrivare in quel luogo vidi quegli uomini stanchi e depressi,  ma allo stesso tempo, animati da una forza interiore, nella fronte di ognuno risplendeva irradiante una fiamma. Seppi allora che quegli  uomini costituivano la Catena Iniziatica, che portano su di loro il  Carico  del Mondo. Gli chiesi la loro benedizione. Uno di  loro  mi invitò  ad appoggiare la mia mano sulla sua che tirava la corda, allora,  come una corrente elettrica vibrò in me la crudeltà  dell'uomo,  la stessa crudeltà di tutta la sofferenza  dell'umanità, scoppiò nei miei sensi come un fulmine fino a quando una  misericordiosa oscurità mi avvolse.

Ripresi i sensi nella cima di una grande montagna, e davanti a me si estendeva una strada lungo la vallata.
Mi distesi in terra e guardando in alto si aprirono le nuvole  e dal ciclo scesero due mani portando un calice d'oro,  e  mi cosparsero con una sostanza cristallina lì contenuta, mi misi in piedi e davanti a me crebbe un albero.

Era l'Albero dell'Amore, i cui fiori erano pieni di musica e le  cui  foglie brillavano come l'oro, tutt' attorno a  questo  si trovavano elfi dell'aria, fauni, gnomi, ed i  piccolissimi esseri della Natura.
Questi misero attorno al mio collo una ghirlanda d'amaranto, ed i Bambini dei Raggi della Luna, mi vestirono di bianco candore e collocarono sopra la mia testa una Corona di Stelle.
Per i giardini dell'Arcadia, mi guidarono verso un ara, intanto che rispondevano cantando alla voce del mio Amato, e  nello stesso modo in cui la nebbia del mattino è avvolta ed interpretata dalla Luce del Sole, io mi unii con la Bellezza Conquistatrice dell'Amore."
    

 

 

(racconto tratto dal libro: "Dioses Atomicos" - Edizione KIER - Argentina)

 

 
 
 

 
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