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Le difficoltà del risveglio
(15/09/2005)

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Si è discusso molto sul perché la conoscenza esoterica sia prerogativa di pochi. Perché ogni era della nostra storia abbia visto scuole iniziatiche aperte a pochi. Perchè ancora oggi quello che la Tradizione ha tramandato per millenni sia in effetti celato e lontano dal quotidiano.

Abbiamo detto che il non permettere all'uomo di risvegliarsi, di pensare con la propria testa, di rimanere “cullato” dalla profanità e dalle contingenze quotidiane fosse il risultato di una società che provasse in ogni modo a tenere a bada la coscienza di tutti. Le cosiddette “forze oscure” che lavorano per mantenere uno status quo di sonno e incoscienza.

Il risultato è una realtà, sia umana che naturale, sempre meno equilibrata, un'assenza quasi totale di valori e di civiltà, un sonno globale che porta solo a vivere il quotidiano in maniera superficiale e senza alcuna finalità, oserei dire, superiore.

Eppure la Tradizione , che proviamo a richiamare in aiuto per provare a spiegarci questi tempi, ci dice che “è giusto che sia così”.

Il simbolo della piramide, della divinità, della tensione al divino, teoricamente insita in ognuno di noi, ci racconta proprio questo. La base è ampia, coloro che stanno in basso sono molti, anzi sono la maggior parte, coloro che vivono nell'incoscienza sono una infinità, eppure hanno un ruolo determinante: sono la base, i pilastri che sostengono tutti quelli che sono più in alto. Fino ad arrivare alla punta, al piramidion, al punto di contatto tra l'umano e il divino. E' lì che avviene il passaggio, il raggiungimento dello stato cristico di risveglio, ma per la punta della piramide passa una sola persona per volta!

Sembra quasi assurdo, ma tutti lavorano, consapevolmente o inconsapevolmente, affinché solo uno (almeno uno) possa passare. Poi toccherà a qualcun altro, al nuovo campione dell'umanità.

Forse non è possibile che molti entrino nel “Regno dei Cieli” contemporaneamente. Ma in un ottica di tempo diversa dalla singola vita umana il discorso cambia. Se il tempo è relativo, se proviamo a valutare il cammino nell'arco di un tempo molto più lungo (forse più vite), allora anche la prima pietra utilizzata come testata d'angolo posta alla base della costruzione, nel suo percorso di risalita, diverrà prima o poi il piramidion dell'intera struttura.

Piramidion

La conoscenza è disponibile per tutti, ma pochi sono coloro che la riconosceranno, meno saranno coloro che la praticheranno, meno ancora coloro che persevereranno, e pochissimi coloro che la incarneranno.

Perciò la difficoltà del risveglio non dipende, non è mai dipesa, né mai dipenderà dalla volontà di qualcuno diverso da chi veramente vuole progredire. Non esistono blocchi esterni che impediscono il diffondersi della “conoscenza”; è essa stessa che si difende e si concede a pochi perché questa è la sua natura. Non esistono forze oscure che lottano consapevolmente per tenere nascosta la Verità : queste svolgono semplicemente il proprio compito affinché la legge divina venga rispettata.

La scala nella visione di Giacobbe
( ricamo su tela del 1660 ca.)

Forse una conoscenza disponibile e fruibile per tutti sarebbe una conoscenza diluita, quindi inutile. Conta più la qualità che la quantità.

Ma questo non significa che allora lavorare su di sé sia inutile o impossibile. Ogni volta che qualcuno si “reintegra” aumenta la consapevolezza globale, e tutti ne traiamo vantaggio; un po' come se la famosa piramide fosse posta su un piano rialzato: tutti partiamo con un maggior bagaglio.

Ogni volta che saliamo di un gradino, lasciamo dietro di noi uno spazio vuoto che sarà colmato da qualcuno che progredirà dal suo livello a quello che noi avevamo precedentemente; allo stesso modo di come noi abbiamo occupato un posto lasciato libero da qualcun altro che è salito ancora più su. Questo è il modo in cui siamo tutti collegati e come il nostro risveglio, il nostro personale lavoro, aiuterà quello di altri.

Ed è per questo motivo che quando ci viene domandato cosa si può fare per aiutare gli altri, rispondiamo: “aiuta te stesso”. Migliorandoci di riflesso cambiamo ciò che è attorno a noi.

Se prima non abbiamo trovato la pace dentro di noi, non serve a nulla andare in giro per marce o manifestazioni a illuderci che altri la conquistino!

Lavoriamo per toglierci la trave dal nostro occhio che poi il nostro vicino troverà da solo la pagliuzza nel proprio.

 

Uriel

 
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