La
Tradizione iniziatica occidentale ci dice di tre forme o maniere di comunicare
fra gli uomini.
La prima è la parola, la seconda l'arte e la terza è il
Silenzio, che rispettivamente sono il linguaggio degli uomini, degli angeli
e degli dei.
La parola, che è il primo stadio di comunicazione fra le genti,
i popoli e le masse, è la forma più semplice e comune di
comunicare. Cosi tutti parlano, parlano e parlano ancora e generalmente,
di un mare infinito di bla bla, non ci rimane ogni giorno che un ronzio
assurdo nelle orecchie e spesso il nocciolo della questione ci sfugge
ed è necessario ripetere due o tre volte certi concetti perché
possano essere capiti.
In questa prima fase generalmente si parla del "contenitore"
e si gira attorno ad esso senza mai arrivare al "contenuto",
a volte perfino dicendo bugie per non aver il coraggio di dire quello
che uno realmente sente e pensa. Questa fase la potrete verificare nei
discorsi di oratori e conferenzieri, dove bastano pochi minuti di ascolto
per essere invasi da una noia mortale.
Succede lo stesso in alcuni scrittori senza il dono della sintesi. Convinti
della propria "superiorità", essi credono che il lettore
sia un idiota, allora scrivono usando diversi punti di vista per spiegare
una semplice banalità. Molte volte si rinunzia a leggere per questo
motivo, perché una lettura cosí è stancante e invita
a dormire.
Cosi davanti a parole dette o scritte da colui che non ha il dono della
sintesi ed è sprovvisto di ricchezze interiori è consigliabile
chiudere i sensi dell'udito e della vista, perché la sintesi è
il magnifico dono di una ricerca interiore e un lavoro su se stesso frutto
di anni di sacrificio, così la parola si trasforma in verbo.
Il verbo è una cosa molto seria, anzi serissima. Giovanni nell'Apocalisse
descrive colui che possiede questo dono con una spada fiammeggiante che
gli esce dalla bocca. Ed è giusto, perché il verbo non è
soltanto suono articolato che si produce emanando aria dai polmoni passando
attraverso le corde vocali, ma è una forza che nasce dal proprio
sentire, dal sentimento, e viene da dentro. Allora sì che la parola
forte di questa forza animica si trasforma in verbo e va a segno come
una freccia che colpisce il bersaglio.
A monte della parola c'è l'idea-pensiero che prende forma "nell'utero
dei cervello" ed è li che nasce da un seme-idea, l'immaginazione
lo sviluppa, l'emozione gli dona un'anima e il verbo la manifesta. Il
verbo in questo caso viene visto come forza, e contemporaneamente come
volontà. Allora si che la parola, detta o scritta che sia, diventa
un'opera d'arte.
Infatti, di un attore che recita male si dice che non è entrato
nella parte o nel personaggio. Questo si spiega facilmente: quell'attore
non ha usato l'emozione e tanto meno la forza. L'emozione è l'anima
del verbo e una parola senz'anima è lettera morta, senza il collante
della volontà non possiede quella forza che la rende giusta per
manifestarsi, perciò se un attore non è attirato dalla parte
è meglio che lasci perdere.
Le tre componenti della parola, ovvero la Sapienza, la Forza e la Bellezza,
si devono applicare anche alle preghiere, e se uno non recita usando queste
componenti, che il mito assegna a Minerva (la Sapienza), Ercole (la Forza)
e Venere (la Bellezza), le parole carenti di queste tre vesti non s'imprimono
nei piani astrali che fanno parte dell'utero dell'Universo e non accade
nulla, il seme-idea non attecchisce e muore. Questa è la causa
per la quale raramente si realizza quello che chiediamo pregando.
I pitagorici credevano che l'Universo fosse "femmina", così
per inseminare le loro idee-pensiero, costruirono il Pantheon, come un
grande glande nel cui centro tutti i fratelli, prendendosi per mano, proiettavano
la loro idea attraverso il foro inseminando l'utero dell'Universo, della
Grande Madre, e questa dopo un periodo di gestazione manifestava quell'idea
come una realtà.
Io credo che se i rappresentanti delle religioni uniti fraternamente,
invece di pregare per la pace ad Assisi in ordine sparso, facessero una
"Catena d'Amore per la Pace" dentro il tempio Pitagorico per
eccellenza, detto Pantheon, e proiettassero quel seme idea fecondando
l'Universo, la richiesta sarebbe una realtà. La "Madre"
non nega nulla ai suoi figli che si rivolgono a Lei nella maniera giusta.
Parlando della preghiera c'è un particolare interessante: è
l'uomo che dovrà capire che è lui stesso a fare dei miracoli,
perché è l'individuo che, rivolgendosi a sé stesso
nella giusta maniera, può creare qualunque miracolo proiettando
attraverso le proprie parole quell'energia che potrebbe muovere le montagne.
Non a caso Gesù diceva: "la tua fede ti ha guarito …
Dio al di fuori dell'uomo non può fare nulla, pure se colui che
prega piange, scalcia o si arrabbia. Dio, ossia quel Dio che da bambini
ci hanno insegnato ad invocare, non ci può aiutare a esaudire le
nostre richieste perché non è un Dio di parte e non può
aiutare nessuno, e se lo facesse non sarebbe più un Dio.
Dio è come l'asse di una ruota, è il centro, il punto fisso,
mentre la ruota gira Lui è fermo. Così non si può
commuovere o avere pietà o compassione per nessuno. Come il sole
dona luce e calore senza domandare se uno è buono o malvagio, cosi
è Dio che dà a tutti senza chiedere nulla in cambio e senza
favorire nessuno.
L'uomo in questo nuovo tempo dovrà imparare a crearsi le proprie
realtà, perché è solo lui che può costruire
il suo destino. Come? Usando la sua propria "magia-immaginazione"
che nasce come seme-idea nel suo cervello, si sviluppa con una dose di
sentimento e si manifesta con la forza di volontà.
Cosi la parola-verbo è il linguaggio dell'uomo giusto, simile a
un dio sulla Terra, potrà fare e disfare, e se vorrà potrà
trasformare questo pianeta in un magnifico giardino.
Come? Usando la parola-verbo che crea perché lo ha conquistato
e può comunicare emozioni usando la musica attraverso il senso
dell'udito di chi ascolta; con le arti grafiche e la pittura attraverso
la vista di chi guarda. E' ovvio che non mi riferisco a tutti quelli che
hanno una buona tecnica per esprimersi; di essi ce ne sono tanti, ma solo
coloro che hanno levigato la propria "Pietra" attraverso l'Arte
Reale e trasmutato sé stessi diventano dei veri "Ecce Homo"
e padroneggiano il Verbo, l'Arte e soprattutto il Silenzio.
Perché questa maniera è più incisiva della semplice
parola? Perché è uno stadio più elevato e più
diretto e si esprime usando il suono, il colore e la forma che fanno parte
degli archetipi planetari con la capacità di colpire l'inconscio,
donando stati più elevati di coscienza.
I colori sono sette, come sette sono le note musicali, e corrispondono
ai sette chakra dell'uomo collegati ai sette pianeti del nostro sistema
solare. Per comporre un brano musicale si usa la scala armonica, per dipingere
una tela si usa la scala cromatica che non sono altro che archetipi o
combinazioni infinite di questi che insieme creano, in armonia con chi
li produce, questo tipo di comunicazione.
Questo metodo di comunicare viene usato da moltissime persone, ma sono
pochi gli uomini che ci riescono, perché per muovere le emozioni
e comunicare con i propri sentimenti l'uomo deve aver lavorato sul proprio
piano animico-emozionale, controllando, vigilando, distaccandosi e passando
sopra; " Gesù che cammina sulle acque" vince le proprie
passioni e va oltre.
E' difficile stabilire un parametro per misurare l'intensità di
queste comunicazioni; ed è il pubblico che osservando un'opera
d'arte o ascoltando un brano musicale si commuove fino alle lacrime. Così
è sempre il pubblico il miglior critico per un artista.
Manifestarsi con l'Arte, come avveniva tempo addietro, non esiste quasi
più. Prima che "la macchina" dominasse il mondo, gli
uomini usavano le mani per creare, il cuore per sentire e la forza della
volontà per manifestarsi. Così in questi tempi si usano
mezzi meccanici ed elettronici per comunicare con freddezza, senza emotività,
senza anima, ed è solo l'Artista che sa infondere un'anima alle
sue creature e questa maniera sta scomparendo per sempre.
Anche l'uso del verbo invece della parola è una rarità,
perché l'uomo sta perdendo la sua vera identità e non comunica
con la sua anima perché non ce l'ha, cosi un mare infinito di parole
ogni giorno si riversano in tutta la Terra, trasformando l'intero pianeta
in una nuova Babele.
Attraverso questo scritto voglio dire che chiunque parla, e lo fa anche
un pappagallo, ma con parole vuote e senza forza, non incide nei corpi
emozionali degli interlocutori. Ugualmente succede con l'Arte, chiunque
può disegnare, dipingere o fare musica, ma se non usa il sentimento
come propellente non incide negli animi della gente.
E, concludendo ... Un giorno chiesi ad un saggio di insegnarmi una preghiera.
Lui mi rispose così:
"La miglior preghiera non ha parole. Una bella preghiera è
il silenzio perché il silenzio comprende tutte le parole e tutte
le arti, ed è la voce dell'anima. Beato è colui che vive
nel silenzio all'unisono con la Natura, che si disseta con le sue acque,
che si nutre con la sua terra, che si riscalda col suo fuoco e che aspira
al suo cielo".
Gli risposi: "Grazie, maestro, credo di aver capito…".
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