Immagino te, Grande Madre,

come un essere gigante, come

la “Gigantessa di Baudelaire”:

grandi occhi, oscura pelle,

labbra grosse e succosa bocca.

Dea Madre, Madre immensa,

Essere divino, Razza gigantesca,

Dea Oscura, come la buona terra,

come un vecchio tronco d’albero,

come il pane di buon grano.

Mi piace immaginarti sorridente,

serena, placida, augusta signora,

come la Gioconda di Leonardo,

che le mani delicate accarezzano

la mia fronte mentre appoggio

la mia testa sui suoi seni

di neri capezzoli, fecondi e anneriti

e sembra dirmi:

“Non ferirmi più, il mio dolore è grande,

le mie ferite immense e pure , Io ti amo!

Non comprendi che sono tua Madre?

Riposati figlio mio, dormi, che Io veglierò su di te

E ti risveglierò quando arriverà il momento...”