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Il Meraviglioso Rito dell'Agape
(20/01/2013)

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“Guai a voi, dottori della Legge,
perché avete rubato la chiave della scienza;
voi non siete entrati (nel regno) e lo avete
impedito a coloro che volevano entrare...!
                                             (Luca, 11-52)

 Premessa

Il Rito dell’Agape è senza dubbio un Atto Iniziatico antichissimo, per il quale intere comunità partecipavano in gruppo ai sacri misteri del “Pasto Sacro”.

E, pure se veniva chiamato con nomi diversi, era praticato dagli antichi egiziani, dagli esseni, dai pitagorici, dai mitraisti, dai vichinghi, dai romani, dal monachesimo d’oriente e d’occidente, dai primi cristiani, dai sufi, dalla cavalleria romana e proto medievale ed infine, dai Templari e dai cavalieri della Tavola Rotonda, dai Massoni, dal Rito Scozzese, dai Rosa Croce e da Ordini e Circoli esoterici ermetici, ecc, ecc.

Il termine Agape, deriva dal greco : “AGAPE” che vuol dire Amore e dal latino pasto in comune. Riportato come analogia all’uomo, corrisponde alla terza emanazione della santissima Trinità, ossia lo Spirito Santo, o Agape, con sede fissa nel centro cardiaco o cuore. Per i Liberi Muratori, il centro del cuore equivale alla Bellezza, al pianeta Venere e la stessa Venere  è, infatti, la dea dell’Amore!

Rituale d'Agape – catacombe di Priscilla – Roma

Il meraviglioso Rito dell’Agape

Questo bellissimo rito, conservato fino a oggi dalla Tradizione Iniziatica, ha delle valenze alchemiche, magiche, astrologiche, che gli iniziati a misteri ermetici celebrano nei giorni solstiziali e equinoziali, per affermare e consolidare il lavoro operativo interiore e benefico per la propria umanità cellulare e di conseguenza per tutta l’umanità in generale.

Questo rito ha la stessa età dell’uomo, la cui origine si perde nella notte buia del tempo; così, posso affermare senza dubbio,  che questa cerimonia fa parte del patrimonio sapienziale dell’umanità, in quanto fu il maestro Gesù, insieme con i suoi apostoli nell’Ultima Cena, a riproporci la sua sacralità.

Durante lo svolgimento del Rito d’Agape, se questo è ben diretto e tutti i partecipanti sono in silenzio e concentrati nel proprio “lavoro”, si attua un’espansione d’amore senza pari. E’ un processo energetico in espansione che va ad arricchire l’Egregoro del gruppo e il corso evolutivo di ogni commensale.

Tutti partecipano apportando una dose di energia alla “catena”, attivando in questo modo, una simbiosi catartica, arricchendo il proprio patrimonio energetico. Il processo è simile a una simbolica operazione alchemica a più “vasi” e ognuno riceverà l’oro spirituale d’accordo  con la propria frequenza e in comunione con tutti i fratelli.

L’Agape in Massoneria

I Riti di Agape nelle Logge Massoniche, sono celebrativi degli Equinozi e dei Solstizi e sono atti collettivi dei fratelli in catena d’unione; si mangia in compagnia (cum panis), per trasmutare il cibo materiale in energia spirituale. La Libera Muratoria conserva e tramanda questo sacro- ufficio d’Amore eucaristico, alle nuove generazioni di fratelli.

 

Agape Massonica

Gli alimenti del Pasto Sacro

Pane azzimo: Il pane possiede il simbolismo del grano in quanto fertilità, nutrimento e vita. Quello senza sale, mangiato dagli ebrei in fuga dall’Egitto, insipido e non lievitato da condire con il sale, è legato all’iniziazione solare e al suo mistero di morte e resurrezione e soprattutto, al Sacerdozio Regale di Melkitzedeq. Ad ogni modo, il pane è un elemento femminile, lunare, passivo e corrisponde al principio spermatico dell’uomo, colore bianco lunare. Il pane sacramentale, è una pagnotta che viene spezzata e distribuita, spesso segnata con una croce, come facevano i mitriaci, i sumero- semiti e i cristiani.

Vino rosso : Vino rosso come il sangue, fuoco d’amore, il cui simbolismo è legato alla vigna da coltivare e all’energia fecondante del sole, analogico dell’Albero della Vita o Albero della Scienza del Bene e del Male. In altre tradizioni, la vite è sacra agli dei che “muoiono e risorgono”; per i cristiani Cristo è la vera vigna. Il vino è la fecondità spirituale essendo un elemento maschile attivo e solare che corrisponde al principio femminile: il rosso mestruo.

Agnello: E’ un chiaro simbolo di dolcezza, innocenza, mitezza, purezza: l’immacolato. E’ soprattutto simbolo del sacrificio, dal latino “sacrificium” (sacer-facere) = rendere sacro, è l’Ariete Celeste legato al segno zodiacale dell’Ariete, quale Fuoco Primo, fisico, che nella tradizione iniziatica segna l’inizio reale dell’anno ed è il primo dei dodici segni zodiacali. L’agnello è un elemento equilibrante.

L'agnello sacrificale, l'"Agnus Dei".

Uovo: Simbolo della vita, del principio, della fine e dell’eternità, l’uovo sodo ci ricorda l’archetipo dell’Uovo Cosmico con le componenti planetarie: guscio-Saturno, pellicola- Mercurio, albume- Luna, tuorlo- Sole. Ci richiama anche ai quattro elementi: Terra, Aria, Acqua e Fuoco. E infine, nella sua completezza, è un microcosmo che racchiude in se la totalità.

Olio e Sale: L’olio è il simbolo di Pace e il Sale è quello della Sapienza. Le olive, oltre ad essere i frutti dell’albero caro alla dea Minerva, dalla proverbiale sapienza, forniscono l’olio che alimenta il fuoco perenne dei santuari. Il sale marino composto di cristalli di forma perfettamente cubica, è simbolo dell’immortalità, dell’incorruttibilità, permanenza, fedeltà, amicizia, saggezza, conoscenza (sal sapientiae): l’anima.

Verdura e Frutta: Le verdure rappresentano i prodotti semplici della terra e preferibilmente quelle dal gusto amaro, sono legate alla purgazione e alla purificazione della materia, preparandola alla “trasmutazione alchemica”.
La Frutta fresca è simbolo dell’immortalità; è l’essenza, il culmine e il risultato di uno stato e il seme di quello successivo. Rappresenta anche la “premiazione” del lavoro compiuto, che rinfresca con la dolcezza, l’ardore del Fuoco Sacro.

L’Acqua : L’acqua è la fonte di tutte le potenzialità dell’esistenza, l’origine e la tomba di tutte le cose dell’universo. E’ l’elemento purificatore per eccellenza e come 7° alimento, serve ad amalgamare il tutto. L’acqua, quale Anima Mundi, dona l’informazione della Madre Terra ai suoi figli, arricchendone il DNA.

Operatività: il Pane e il Vino

I diversi alimenti che si consumano come Pasto Sacro, in particolare il Pane e il Vino, hanno dei significati simbolici analogici con degli elementi veri e reali che s’incontrano nel corpo dell’uomo. A conferma, citerò alcune frasi del Maestro dette durante l’Ultima Cena:

“Prendete, mangiate: questo è il mio corpo...” dove chiaramente l’invito era riferito al “suo proprio pane”, quale principio creatore, di colore bianco, con l’aroma del pane fresco appena sfornato! Energia già trasmutata e sublimata come fece il grande alchimista che era il maestro Gesù.

E lo stesso vale per il vino rosso simile e prodotto dalla sua anima interiore, Maria. Ecco che, con i due principi racchiusi in un’unità –corpo, Gesù invita i suoi discepoli: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue...in remissione dei peccati...” (Matteo 26-27-28).

E ancora Gesù, per bocca di Giovanni, disse: “ Io sono il Pane della vita, il vivo pane che è disceso dal cielo; se alcuno  mangia di questo pane, vivrà in eterno. Ora il pane che io darò è la mia carne. Se voi non mangiate la carne del Figliol dell’uomo e non bevete il suo sangue, voi non avete vita in voi. Perocché la mia carne è veramente cibo e il mio sangue è veramente bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, dimora in me ed io in lui”.  (Giovanni, 48 e seg.)

E’ chiarissimo l’invito del Maestro  di cibarsi con il proprio DNA, così l’iniziato arricchisce il proprio codice genetico, ridando l’ordine alla sua umanità cellulare.

Inoltre Gesù, rappresentando lui stesso il principio generativo, invita i suoi discepoli “cellule”, a cibarsi della sua propria “carne” e a bere il suo “Preziosissimo Sangue”.

E’ senza dubbio in questo passaggio, che si trova celato il Grande Mistero dell’Eucarestia e se viene compreso, finalmente si potrà fare a meno di prendere l’energia “cristica” del prete!

Infatti, nel rito dell’Agape, c’è l’offerta del “proprio pane” spezzato, cosparso con un pizzico di sale, al compagno seduto alla destra, poi si versa il “vino” nel calice del compagno seduto alla sinistra, controllando che, tanto il vino come il pane, non manchino mai.

Il Pane e il Vino, gli elementi eucaristici

Così con questo scambio energetico, si dà inizio al rito, nel quale tutti i partecipanti sono “sacerdoti officianti”, esattamente come Gesù insegnò ai suoi discepoli e non come fa il prete che officia collocandosi sopra tutti gli altri, in modo che lui sia il numero uno e tutti gli altri, zero! Lui è attivo, gli altri sono passivi e addormentati.

In sostanza, Gesù considerava tutti uguali, alla pari, perché il Rito dell’Agape era corale; tutti i componenti partecipavano allo stesso modo e in questa “comunione di anime” si palesava la più grande energia d’Amore, ossia l’Agape-Bellezza-Sprito Santo!

Bene, dovete sapere dunque, che nei primi anni della cristianità era proprio così; nel giorno del Signore tutta la comunità si riuniva in Agape per festeggiare, mangiando in memoria dell’insegnamento tramandato dal “Krystos”. Poi, nell’anno 397 d.c., nel Consiglio di Cartagine, tutto questo fu abolito e al posto di quei meravigliosi “Convivium”, qualcuno s’inventò il rito singolo della Messa, cambiando la vera e reale tradizione cristiana, insegnata e tramandata da Gesù, di un bellissimo rituale dove tutti erano protagonisti attivi. Il prete diventò l’unico che ci guadagnava energeticamente, mentre il resto partecipava passivamente, esattamente come è adesso.

Spezzare il pane, cospargerlo di sale e offrire il vino.

Spezzare il pane è uno dei gesti più significativi del partecipante al Rito d’Agape, perché per analogia, rappresenta lo spezzarsi, farsi in due e offrire una parte di sé al proprio fratello.

Detto pane viene cosparso di sale, simbolo della Sapienza e il fratello seduto alla destra farà altrettanto con il suo vicino e così via fino a completare il giro.

A seguire, il fratello che dirige il rito, verserà del vino al compagno seduto alla sua sinistra, imitato da tutti e come è già stato spiegato .

Vediamo cosa accade nel rito “singolo” della Messa. L’officiante, spezza e benedice l’Ostia, quella più grande, che, “insufflata” e cosparsa di piccolissime gocce della sua saliva con il DNA (pioggia di Flugger), sarà poi mangiata solo da lui stesso.

E’ vero, il pane lo spezza, ma non agisce come fece il Maestro, che offrì la metà ai suoi fratelli, invece sovrappone le due metà e se le mangia entrambe; per confermare quanto detto, benedice il Vino con lo stesso processo e invece di offrirlo, come è stato tramandato da Gesù, se lo beve lui e svuota il calice.

Tutti gli ignari cristiani che hanno fame e sete del “Corpo e del Sangue del Sacerdote” e delle “Acque Vive” della rigenerazione spirituale, nell’essenza delle quali si trasmette la divinità, se ne possono dimenticare e si devono invece, accontentare dell’ostia, semplice particola di pane che sostituisce quella vera usata nelle celebrazioni dell’Agape.

Significato simbolico-analogico dei due principi

Il “pane bianco” è un principio lunare, passivo, prodotto maschile, generativo, il cui “pianeta” reggente è la Luna e la sua polarità è meno.

Il “vino rosso” è un principio solare, attivo, prodotto femminile, generativo, il cui pianeta reggente è il Sole e la sua polarità è più.

Il paragone che è più vicino, per la chiarezza di queste due polarità complementari, è la corrente elettrica; “unendo”  i due poli, si crea la scintilla, ossia la luce. Provate ad accendere la luce utilizzando solo una polarità, non accadrà nulla!

La stessa cosa vale per l’Eucarestia; è come voler raggiungere l’illuminazione cristica, attivando un solo “principio”, cioè il pane. L’unico che ci guadagna è il prete, perché si ciba con entrambe le componenti ed è probabile che ottenga lo stato cristico, mentre i fedeli staranno a guardare. Sono convinto, come  buon cristiano, che questo atteggiamento ingannevole, il Maestro non lo avrebbe voluto.

L’Uovo, simbolo della Vita

L’uovo ha diversi e svariati significati simbolici; uno dei più significativi è quello che lo vede come principio vitale e germe di tutta la Creazione.

L'uovo dei filosofi

E’ l’origine occulta e misteriosa dell’essere; è l’inizio, il grembo di tutta l’esistenza embrionale, è la speranza e la resurrezione, è completo e soprattutto, viene accomunato all’”uovo cosmico” e a quello “filosofale”, poiché rappresenta il vaso sigillato ermeticamente in cui si compie la Grande Opera Alchemica.

Ad ogni modo, l’uovo è la cellula più grande che ci sia, nel cui interno è contenuto un intero Microcosmo. L’uovo è un alimento nutriente e completo e come simbolo, lo si può incontrare in parecchie tradizioni iniziatiche e religiosi della Terra.

L’uovo sodo, dopo il pane e il vino, sarà offerto al compagno di destra, per il lutto a causa della morte del Sole; anche nella tradizione ebraica, viene offerto un uovo sodo per il lutto per la morte di un congiunto.

L’Agnello sacrificale o “Agnus Dei”

L’agnello sacrificale o Agnus Dei, o, ancora, Ignis Dei = Fuoco di Dio, corrisponde all’Ariete Celeste e al segno zodiacale “Aries”, Fuoco Primo Fisico.

Nella tradizione cristiana rappresenta la vittima innocente, ossia il Cristo sofferente, la passione, la resurrezione e non solo, ma anche nella iconografia classica, il Cristo è il “Buon Pastore” che guida il suo gregge. E’ l’Agnus Dei che si sacrifica, parola che deriva dal latino sacrificium sacer-facere, rendere sacro, che dunque si immola per alimentare la propria umanità cellulare e donarle l’immortalità.

L’agnello, il Cristo, è il Logos Solare, la cui cifra è il 666 = 18 = 9, essendo la somma del Quadrato Magico del Sole, ridotto all’unità e chiamato da Giovanni nell’Apocalisse, la “Grande Bestia”, in senso positivo, perché il germe della vita viaggia in microscopici “serpentelli”, che si chiamano “spermatozoi”, che non sono altro che la forza vitale creatrice e generatrice del Grande Architetto dell’Universo, che tutto ha creato e che continuerà  a creare nuovi mondi all’infinito, perpetuandosi eternamente senza inizio, né fine.

Dunque, da queste analogie simboliche, l’agnello, il Cristo, quale energia vitale, viene trasformato in Serpente!

L'uovo Orfico

Infatti, per i primi cristiani, sulla croce, invece della figura del Cristo sofferente, c’era un bel  serpente inchiodato al legno.

E’ da questa analogia che nasce il simbolo del serpente portatore di energia vitale cristica, altro che essere un travestimento di Satana, come viene visto dai paurosi e considerato l’ente più malvagio del Creato; è tutto il contrario!

Così, il cibarsi con il proprio Agnus Dei, è senza dubbio, la cosa giusta da farsi, a imitazione del Cristo. Mangiare l’agnello è come mangiare il Corpus Domini o l’agnello pasquale che si sacrifica per aiutare l’uomo in questo processo, nel quale da uomo mortale dovrà diventare  uomo Dio: immortale, senza morte per l’appunto: Agape = Amore.

Insieme all’agnello, si mangiano le verdure amare, che allietano e ristorano lungo il faticoso cammino verso la realizzazione cristica, condite col Sale della Sapienza e con l’Olio, frutto dell’Ulivo e simbolo indiscusso della Pace.

Poi, si passa alla Frutta fresca di stagione e come recita il rituale, “Come l’uomo consuma il frutto del sapere, così noi rinasciamo alla vera Conoscenza, consumando i frutti dei nostri alberi; questa è il prezioso dono del Sole, in questo giorno di festa”.

Alla fine, si mangia la frutta secca, come dono di Madre Natura ai suoi figli. Quando tutti contenti e soddisfatti, hanno finito di mangiare, colui che dirige l’Agape, invita i commensali a riempire i calici per i Sette Brindisi.

I Sette Brindisi

“Fratelli in piedi per i Sette Brindisi...alzate i calici con la mano del cuore...”(dopo ogni brindisi si posa il calice  sul tavolo all’unisono e sincronizzando il suono).

1° Brindisi: “Al Sole, re della natura, centro attorno al quale girano i corpi celesti! Salute!”

2° Brindisi: “Alla Luna, Isis, Madre e Regina del cielo notturno, che protegge con la sua tenue luce i più grandi e profondi misteri! Salute!”

3° Brindisi: “A Marte, simbolo di potenza, spada di fuoco, contro l’ipocrisia, l’ignoranza e l’ambizione” Salute!”

4° Brindisi: “A Mercurio, Psicopompo, Anubis, dio vigilatore per mantenere l’ordine e la regolarità! Salute!”

5° Brindisi: “A Giove, Deus Rex, dio dell’ospitalità e della massima giustizia! Salute!”

6° Brindisi: “A Venere, dea dell’Amore, Regina di Bellezza, Madre generatrice, protettrice di tutte le donne! Salute!”

7° Brindisi: “A Saturno, dio dei periodi e dei tempi, la cui immensa orbita racchiude e abbraccia tutti i mondi! Salute!” (Svuotate i calici).

Al termine, dopo questi bellissimi brindisi, s’invitano tutti i commensali ad unire le mani in catena e colui che dirige, usando il suo verbo, darà a quell’energia d’Agape, una giusta proiezione.

Ad esempio: per la pace nel mondo, per gli infermi, per tutti i fratelli partecipanti all’Agape, ecc. ecc. La catena d’unione, durerà come minimo, tre minuti, ma pure, sette, quattordici, ventuno...

Dopodiché, alla fine della catena, i commensali sono invitati a riempire i calici con Acqua e a bere  insieme al fratello che dirige, imitato da tutti, dopo  aver alzato il calice al cielo dicendo: “Alla Vita, Salute!” e tutti in coro ripetono: “Alla Vita, Salute!”, posando i calici con sincronicità! A questo punto, l’Oratore legge il seguente:

La Preghiera Alchemica dell’Acqua

                         “Acqua è acqua e sarà sempre  acqua;
                   dal Cielo del Saggio, piove acqua;
                   la pietra del Saggio, piange lacrime d’acqua,
                   ma il Mondo non presta attenzione a quest’acqua.
                   Il suo fuoco arde nell’acqua e vive nell’acqua,
                   fai del Fuoco, Acqua e cuoci il fuoco nell’acqua,
                   così otterrai un potente Acqua di Fuoco, come
                   l’acqua del mare fortemente salata.
                   E’ un’acqua viva per i giovani, acqua che consuma
                   e riduce il corpo e l’anima in acqua.
                   Si trasforma in maleodorante, putrida, azzurra
                   come l’Acqua Celeste.
                   Digerisci, calcina, dissolvi e imputridisci la tua acqua;
                   cerca la quadruplice Acqua permanente  dei Filosofi,
                   e quando l’avrai realizzata, nel migliore dei modi,
                   l’Arte si trasmuta in Acqua”.
                   “Acqua Quinta Essenza Secreta, Acqua Philosophorum.”
                   e... lo Spirito di Dio cammina sulle Acque...

L’Acqua è un elemento di gestazione, non ha colore è trasparente e rappresenta la sostanza vitale primordiale da cui nascono le forme, in quanto è una sorta di “Biblioteca Vivente” con il seme di ogni informazione. In ogni tradizione essa procede ogni forma a sostegno dell’intera creazione, perché è l’origine del tutto e della vita in particolare.

L’Acqua racchiude in sé tesori di conoscenza e le innumerevoli e suggestive simbologie che accompagnano questo elemento sotto la protezione della Grande Madre Isis, conducono tutte al Grande Architetto dell’Universo, come Dio Uno delle mille ierofanie.

Così questo preziosissimo Elemento Vitale, è Vita ed è Morte contemporaneamente; per le sue caratteristiche l’acqua di fonte è posta sotto il segno del Cancro, quella di palude sotto lo Scorpione e quella di mare, sotto i Pesci. E’ dotata di virtù salutari, è corrente purificatrice, è l’equivalente liquido della Luce e tantissime altre analogie...

Prima di concludere...

Arrivati a questo punto si continua a mangiare la frutta e a bere, mentre colui che conduce l’Agape, concede la parola sull’argomento Agape, o per esprimere lo stato emotivo vissuto. Per farlo, ci si riserva con alzata di mano e si parla con un tono educato alla circostanza senza gesticolare. Nessuno fa dialogo, o è d’accordo o non lo è, tutto dovrà essere in un’atmosfera d’Amore e di fratellanza.

Quando si lavora per lo Spirito, con un rito così altamente sacro, si fa con “rigore e serietà”. Nessuno potrà alzarsi e fare come vuole, nessuno potrà interrompere il ritmo raggiunto, soltanto chi serve potrà muoversi liberamente.

In nessun momento si abuserà del cibo e soprattutto del vino; ogni fratello in compagnia, “cum-panis”, lavora per la propria evoluzione spirituale, in assoluto raccoglimento e silenzio, trasmutando e trasformando per penetrare i Misteri Eucaristici.

Chiusura del Rito

Dopo che tutti hanno parlato, si verifica che ogni partecipante sia radiante e felice e che l’assimilazione dei cibi sia stata realizzata e gli spiriti siano stati nutriti. Tutti allora rimarranno in letizia e in pace, partecipando in sana allegria.

Concludendo...

Croce Cosmica

Tutti i ricercatori, Candidati, Amatori e Filosofi, celebrano la Grande Croce Cosmica: due Solstizi e due Equinozi, dove ogni braccio della Croce Zodiacale corrisponde a un elemento. Fuoco Primavera, Acqua Estate, Aria Autunno, Terra Inverno. Così gli iniziati ai misteri ermetici celebrano con un Rito d’Agape, la gloriosa idea della Resurrezione con un pasto sacro simile all’Ultima Cena, tramandataci dallo stesso Gesù.

Gli ermetisti abbandonano i luoghi bui e tristi pieni di tenebra e oscurità, incamminandosi insieme alla Natura Solare, verso lo splendore della Luce, dedicandosi in compagnia e interamente alla fase di trasmutazione; come il sole anno dopo anno, muore e rinasce, così il Cristo risorge per “salvare dal buio le sue creature”.

Possiamo dividere il rito in due momenti: “Trasmutazione e Trasformazione” e questo è il Supremo Mistero che l’uomo dovrà penetrare e comprendere: “Non distruggere nulla, ma fare cose buone e desiderabili. Ricordare che l’odio è l’Amore che si avvelena e che quello puro e vero è sublime impulso di Dio che muove  i mondi , tutto lo crea, tutto lo trasforma, tutto lo innalza.

Palpita in tutte le creature ed è l’alimento di tutte le azioni.

E’ il clima dell’Universo, è la religione della vita, la fonte dello stimolo, è la forza della Creazione: sotto il suo influsso le vite si raggruppano, sublimandosi per l’immortalità. Insomma, Agape-Amore è l’energia che si diffonde nell’Universo alla ricerca della perfezione, secondo Volontà Divine.

Buon Agape a tutti e che l’Amore sia!

 

di Alfredo Di Prinzio

 
 

Avviso ai Lettori  

Alfredo Di Prinzio (Maestro Kuthuma di Erks) risponde sul tema Ermetismo e Tradizione iniziatica, offrendo consulenze.

Chiunque voglia contattare il Maestro può lasciare il proprio numero di telefono, scrivendo una mail a kuthuma@kuthumadierks.com, e sarà richiamato, oppure può chiamare direttamente il Maestro al numero: 340/3393547. Le risposte si riceveranno solo telefonicamente e non per e-mail.

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