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La Grazia
(20/10/2011)

uomo

Affrontando  la via alchemica, si viene a conoscenza di una rivelazione secondo la quale, si devono utilizzare solo e unicamente le energie più sottili, frutto della distillazione degli elementi liquidi, solidi e gassosi contenuti nel corpo.

Quanto  espresso, è il percorso indispensabile e unico per risvegliare la propria coscienza e quindi porsi sul cammino evolutivo dell’essere umano.

Questo fu per me, a suo tempo, una cosa straordinaria, in quanto potei finalmente, dare una connotazione concreta e tangibile della sfera spirituale o quanto meno, ai metodi per percepirla.

Uomo Microcosmo

Può sembrare un controsenso; tuttavia al contrario di come ci è sempre stato proposto Dio, ora poteva essere molto più vicino ad ognuno di noi, in quanto non più posto al di fuori del nostro corpo-tempio, bensì,  parte integrante e sostanziale di esso.

Scoperta tale verità, la conquista del Paradiso Terrestre, non poteva più essere limitata e veicolata da inutili preghiere o meditazioni al vento, tantomeno alla confessione di inesistenti peccati; peggio ancora vincolata dalla presenza di un intermediario fra me e  Dio stesso.

Essendo l’uomo un microcosmo, cioè la riproduzione in piccolo dell’universo-macrocosmo, tutte le manifestazioni della “realtà” possibile, possono essere riprodotte in lui e da lui.

L’iter alchemico può a lungo termine e dopo un lavoro di anni della purificazione e distillazione della materia, nella quale riconosciamo la matrice della realtà, portare ad un’espansione della coscienza. Questa fissandosi nel sancta sanctorum  del nostro tempio-corpo, cioè la testa può essere definita con svariati nomi: illuminazione, stato androgino, discesa dello Spirito Santo e così via.

Con tali presupposti, cioè che praticamente tutto dipende da noi, perché tutto è in noi, compresa la divinità che tanto andiamo cercando, ho sempre tentato di capire come l’ultima realizzazione avvenisse.

In sostanza, come questo salto quantico si verificasse, dopo aver tanto operato con gli elementi che Madre Natura ci mette a disposizione.

Forse tutto accade in una frazione di secondo, in maniera intangibile; probabilmente subentra la grazia e la “colomba bianca” discende su di noi.

Sembra quindi che il compendio finale dei nostri sforzi, si realizzi con un regalo.

Tuttavia, per le risposte che spesso vengono date o che si tentano di trovare, a questo quesito, non c’è una spiegazione veramente verificabile.

Ecco perciò, che per forza di cose, ad un certo punto, si deve tralasciare ogni sorta di soluzione razionale, pur intesa nell’accezione più ampia, per abbandonarsi invece ad una possibilità più eterea: la “Grazia”.

Le tre Grazie (Sandro Botticelli)

Molto sinteticamente si può riassumere in questo modo: utilizzo di strumenti ed elementi tangibili, palpabili, che operano secondo dettami naturali, ma anche veicolati per accelerare il processo di emancipazione; risultato ottenuto, stando a quanto su esposto, attraverso qualcosa di invisibile e poco misurabile e probabilmente non esclusivamente, di totale appartenenza agli effetti, consequenziale del nostro lavoro.

La Grazia, infatti, è sempre stata ritenuta come un dono da parte di Dio (un Dio invisibile ed inaccessibile) a colui che immerso in una condizione psico-fisica, particolare, ne fa richiesta, per portare a buon fine una data situazione. In questo modo la Grazia, diviene la risolutrice di un’aspirazione o di un forte desiderio.

Sulla base di quanto affermato, essa viene conferita da energie o a discrezione, da esseri esterni a noi; quindi anche se si creassero i presupposti e si preparasse il terreno, per così dire, il risultato finale, sembrerebbe essere deputato a un agente esterno e non al soggetto interessato.

La luce può arrivare, ma la sua attivazione, secondo i canoni tramandati dalla Grazia, non dipende da colui che l’ha richiesta.

Se accettiamo questa spiegazione, però, è come se demandassimo a qualcosa o a qualcuno al di fuori di noi la nostra “felicità” ultima, cozzando inevitabilmente contro i postulati dell’alchimia, mettendoli in contraddizione.

Essa, infatti, come Arte Reale, promette l’elevazione spirituale dell’iniziato, al suo Magistero, mediante l’utilizzo delle sue proprie energie.

La tradizione, infatti, dice che l’uomo per evolvere, deve operare solo ed esclusivamente con gli elementi disponibili nel suo corpo, che a tale ragione diventa il suo laboratorio, la sua officina e non ha quindi necessità di altri supporti.

Dio è dentro l’essere umano e non al di fuori di esso; ne consegue che per riconoscerlo, vanno ricercate le sue opere, le sue creazioni all’interno del nostro tempio e non all’esterno.

Prerogativa che giustifica a pieno il nome di iniziato, cioè colui che ha varcato la soglia del tempio e si contrappone al profano che ancora vi indugia davanti.

Constatiamo, così, che nello svolgersi delle vicende umane, si vengono a verificare delle situazioni che alludono il più delle volte a qualcosa di distinto fra un soggetto e un altro, in pratica si operano sempre delle separazioni.

C’è un fuori del tempio e uno stare nel tempio, c’è un separazione e una coagulazione, un’interiorità e un’ esteriorità.

C’è lo Spirito e c’è la Materia.

L'Alchimia in un'immagine allegorica

Questo stato di cose è riscontrabile, perché ogni azione, e conseguente risultato, viene creata e poi osservata, in un ambito di spazio- tempo, percepibile con i nostri cinque sensi.

Dove perciò, la realtà è misurabile e identificabile, mediante concrete apparizioni degli eventi.

Tutto assume un’identità e si geometrizza, incastonandosi in perimetri dalle linee più svariate.

La tradizione ed oggi non più solo essa, parla di una vibrazione primordiale, origine di tutte le cose.

Un’energia che travalica ogni separazione, in quanto le contiene tutte, unendole in un’immensa unità potenziale.

Si può dedurre perciò che nonostante questa potenzialità, vada, via, via materializzandosi, nelle forme più variegate, queste ne contengono la sostanza; non solo, ma il progetto dell’Universo contenuto nella sua costituzione, coinvolge ogni cosa che così ne porta in sé l’informazione: la memoria.

Questa memoria o consapevolezza dell’unità prima, varia poi, secondo la frequenza che la singola identità ha raggiunto, nel suo grado di evoluzione e, dato che le frequenze vengono definite vibrazioni di energia, ciò che vibra è comunque un riflesso dell’energia primaria.

Questo ci porta a dedurre, in sintesi, che tutto è collegato e che quindi, pur se le forme differenziano le varie realtà, noi ne vediamo solo la configurazione del piano in cui si manifestano; ma la loro radice è parte di un disegno nascosto, la cui matrice è però, uguale per tutto.

L'Alchimista ri-crea se stesso

Riproponendo, a questo punto, il quesito se la Grazia sia causata da qualcosa di esterno al nostro essere, posso azzardare, che per ciò che riguarda la percezione limitata ai nostri cinque sensi, questo può essere possibile, poiché è con questi che verifichiamo consciamente  le configurazioni dei piani in cui si manifestano le realtà.

Tuttavia, da un punto di vista globale dell’energia, in effetti, la vibrazione che abbiamo prodotto e quindi la sua frequenza, si va a sposare con quella di chi o di cosa l’ha raggiunta prima.

In un certo senso quello che viene riconosciuto, è l’interscambio energetico, non tanto la differenza d’identità fisica; giacché l’energia ha per tutti una matrice uguale, il premio che viene concesso alla fine e che vogliamo indicare con la Grazia, è un premio che abbiamo meritato manipolando la stessa energia che è uguale per tutti.

Si evince in conclusione, che le diverse frequenze e vibrazioni, variegano la realtà nelle sue più svariate forme, ma  la loro essenza unisce, proprio per la matrice comune, tutto quanto; perciò, nulla è veramente separato e esterno ad ognuno.

Se un giorno dovesse venire un “Angelo”, ci ponesse una mano sulla testa e meritatamente ci concedesse l’illuminazione, in realtà saremmo noi stessi a farlo, perché avremmo attirato su di noi qualcosa che equivale alla vibrazione che abbiamo raggiunto e per quanto espresso prima, non è esterna a noi come schema e informazione, ma solo differente nella forma.

 

                                                                                                                         

 

Simeon


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