Quando Diavolo e Torre sono stati attraversati e superati, il risultato di questa estrema metamorfosi dell'essere e della sua essenza, raggiunge il traguardo che lo premia col vedere le Stelle.
Qui, la contemplazione della propria natura si esprime e si palesa in tutta la sua bellezza.
L'archetipo degli equilibri, che muovono l'esistenza dei mondi, è raffigurato dalla donna che fa della sua nudità, il vestito della conoscenza.
Così come essa è spogliata di ogni dogmatismo ed intellettualismo retorico, l'anima dell'adepto, mondata da ogni superficialità, è pronta ad effettuare quel salto qualitativo già intravisto con l'esperienza della Torre che alchemicamente si riferisce al passaggio all' "Opera al Bianco".
La presenza delle due anfore nelle mani della vergine, i cui fluidi, questa volta escono separatamente, implicano che l'utilizzo di tale nettare, osservato nella sua potenzialità nella lama della Temperanza, ora trova applicazione pratica come fecondatore.
Esso va a fertilizzare l'aspetto animico, cioè tutti i liquidi contenuti nel corpo, ma ne viene vivificata anche la componente più solida, come ad esempio la struttura ossea dell'uomo?
Il tutto è coordinato dallo spirito, cioè l'esaltazione vibrazionale delle dinamiche che nel perfetto equilibrio del dualismo, mantengono in vita...la vita.
La verginità cui allude la figura femminile, è spesso considerata come qualcosa di inalterabile, di esistente a prescindere dalle forze esterne che nel loro vigore producono invece continui scambi e cambiamenti della realtà.
Tuttavia, la dama delle Stelle, non manifesta una immobilità d'intenti, come la verginità, cioè una potenzialità immutabile, farebbe presupporre.
Osservando l'atto che essa compie, di versare il contenuto delle anfore, nell'acqua e sulla terra, dimostra che nella sua posizione di Vergine, muove e lavora sulla dualità.
Questo adduce ad una riflessione, secondo la quale, nella verginità, sono presenti energie opposte e complementari che comunque agiscono al suo interno.
Ciò che cambia è che esse si riconoscono entrare in competizione, si associano, pur mantenendo la loro individualità, fino a raggiungere la "geometrizzazione", quindi la creazione più perfetta di una forma che vede maschio e femmina unificati: lo stato di VIR-GINE, appunto.
La verginità, pertanto, non rappresenta il non-manifesto, come spesso si ritiene, ma è il manifesto che ha messo ordine nel proprio caos.
Insomma, c'è sempre movimento e fluire in ogni condizione, in ogni stato dell'essere.
Le Stelle che dall'alto sembrano osservare ed inondare con la loro luce il lavoro della fanciulla nuda, sono anche la rappresentazione, dell'emancipazione mentale ottenuta dall'iniziato.
Senza infatti le dovute riflessioni e considerazioni, da cui l'etimo di "osservare le stelle", non si può verifìcare quella simbiosi realizzatrice del progetto.
L'idea si arricchisce attraverso l'esperienza e l'esperienza alimenta il germe creativo delle idee, dell'intuizione, del pensiero in generale.
Gli astri che appaiono nella lama 17 sono visibili all'esterno della figura femminile, ma non dobbiamo mai dimenticare che tutta l'OPERA si svolge all'interno del tempio dell'uomo, cioè il suo corpo.
Questo si trasforma in una vera e propria officina, dove il vapore che esala dalle acque, rappresenta l'estrapolazione della parte più sottile del mercurio;
il quale dopo innumerevoli distillazioni, incomincia ad illuminare il nostro ciclo inferiore.
La luce che dalle Stelle emana, è sinonimo di incorruttibilità, trasformazione massima di ogni elemento che compone le cose stesse; nel bianco della luce, tutto o si condensa o si annulla, per proseguire un' esperienza che ha già attraversato tutte le prove di maturazione o per dar vita a una nuova.
Nel bianco della luce è anche riconoscibile l'abbattimento di ogni confine che ancora separa: il male e il bene, la giustizia e l'ingiustizia, il principio maschile da quello femminile.
In sintesi è il ritorno alla potenzialità prima, che come una tela si può imprimere con i colori delle nostre qualità.
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