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Chaos, Ordine, Alchimia
(20/01/2011)

uomo

Esiste un complesso e meraviglioso sistema di segrete corrispondenze tra i simboli alchemici e gli stadi evolutivi dell'essere umano. Dietro la maschera di complicati marchingegni da laboratorio, sostanze chimiche sconosciute, formule enigmatiche, si celano infatti gli insegnamenti spirituali di antichi maestri di saggezza il cui scopo ultimo è quello di indicarci il cammino nel difficoltoso e bellissimo pellegrinaggio dell'esistenza.

 

Quando l'Ampolla sarà resa perfettamente trasparente, in modo da poter osservare al suo interno come si vede il fondo di un ruscello dall'acqua cristallina, agli occhi dell'Operatore si presenterà uno spettacolo sconcertante.

Nel mondo in miniatura celantesi nel Matraccio ( il "Microcosmo Filosofico"), potrà scorgere una materia lacerata da eruzioni devastanti, piombata nelle tenebre, torbida di cicloni e uragani, fiamme, tuoni, bufere e tempeste.

L'atto creativo del Big Ben

Tutto è privo di una forma definita, tutto piange un'agonia senza fine.

Vi regnano il disorientamento, la paura, il conflitto.

In effetti, in questo grado dell'Opera, il neofita Alchimista si trova confrontato con il Chaos degli elementi.

Non sarà difficile comprendere che il Chaos rappresenta l'esistenza umana nei suoi primi stadi evolutivi, ossia negli anni (o nelle vite) precedenti l'ingresso nel Laboratorio.

L'uomo è qui prigioniero di se stesso e della materia, stritolato dalla morsa delle passioni, delle emozioni (da ex movere, muovere dall'esterno) e dai fuochi fatui dell'apparenza, del tutto in balie delle influssi astrali, delle energie della terra, oltre che degli idola che sin dalla nascita guidano il suo sviluppo.

La bolgia del Chaos sbatacchia l'uomo da un'illusione all'altra, inducendo in lui la finta speranza di trovare, un giorno, la felicità nelle cose esteriori.

L'Operatore che saprà dimostrare la fermezza necessaria per riconoscere il Chaos interiore, per prendere coscienza del non senso di una vita diretta nel nulla, e una sincera volontà di cambiare le cose, potrà quindi sperare di intraprendere con profitto la Via ermetica.

Ma colui che si crogiola nella pace apparente di un "sepolcro imbiancato", costui abbandonerà preso il cammino sulle orme dei Maestri.

L'animazione

Dipinto alchemico di Julien Champagne.

Continuando l'analisi del Chaos nell'intimità del Laboratorio interiore, ci si potrà rendere conto della vanità delle aspirazione di molti uomini che, come noi stessi avremo fato fino a quel momento, rincorrono il successo personale, i piaceri carnali e l'arricchimento profano, ma che alla fine, giunti al cospetto della morte del Corpo Fisico, si ritrovano con un pugno di mosche in mano, si rendono conto di aver gettato la propria ancora su un terreno troppo friabile, o di aver sprecato un dardo inutilmente (secondo la celebre metafora buddista che accomuna le vite di una persona alle frecce di una faretra).

Scopo della Scienza alchemica è quello di trovare un terreno saldo su cui ancorare il proprio spirito e di colpire infine il bersaglio della divinità con il minor numero di frecce possibile.

Ecco che qui il Chaos si divide in due.

Da una parte il Chaos passivo e benefico, che dal disordine di un'esistenza indefinita permette all'Operatore di agire e trasformare la propria vita come il vasaio con la creta informe, il MAGNUM CHAOS che precede ogni creazione, cosmica, artistica o interiore.

Dall'altra il Chaos attivo e devastante, che sembra continuamente attrarre la materia d'Opera al conflitto interiore, alla perdizione nei meandri di maya (l'Apparenza), all'accrescimento dell'Ego.

È il Chaos che guida le masse, come sciami di mosche orbe e irragionevoli, verso le molte luci effimere del mondo… ho letto qualche tempo fa che "Belzebù", un antico nome del Diavolo, significava appunto "Principe delle mosche".

Il Diavolo, che compare anche negli arcani dei Tarocchi, era infatti, inizialmente, un simbolo di natura alchemico-spirituale, e nulla aveva a che vedere con lo spauracchio usato dalla Chiesa come strumento di dogmatismo.

Diavolo (dal greco diabolein) significa Divisore dell'Uno, Scomposiore dell'Unità, nome che ben si presta a descrivere l'azione del Chaos attivo sulla Materia Prima.

È il "Nemico" (Satana in ebraico) dell'Alchimista, in quanto forza in opposizione alla direzione dell'Opera.

Immagine allegorica del lavoro alchemico

Ma attenzione, il Chaos non è un'entità malvagia o maligna, è soltanto un condizione di incompiutezza, uno stadio in cui la coscienza non può (non riesce) ancora a scorgere i disegni evolutivi che permetterebbero di ottenere tale compiutezza.

Un passo fondamentale nel cammino verso la comprensione del Tutto è che il Male e il Peccato non esistono.

Esistono semmai condizioni di conflitto, di disordine interiore o esteriore, di cecità o illusione, ma nulla che possa definirsi malvagio o negativo (come amava ripetere Platone, il Male non esiste, esiste semmai l'ignoranza del Bene).

Nell'animo umano e nella società tutto è trasformabile: dal Chaos si può trarre l'Ordine, dal Conflitto la Pace, dalla Cecità la Vista.

Pensare agli uomini e agli eventi come alternanza di Bene e Male, Virtù e Peccato conduce pericolosamente sulla via del giudizio, dell'odio, della discriminazione, di certo allontana il cuore dall'Amore e dalla Conoscenza.

L'Alchimista non giudica, cerca di prescindere da ogni preconcetto.

Il Saggio sa che un uomo non può essere cattivo, ma solo impaurito o confuso, poiché ancora ignaro della Via.

Può essere cioè "disorientato"…incapace di trovare il suo Oriente, direbbero i Liberi Muratori.

Anche interiormente non esiste alcuna "erbaccia da estirpare", vizio o peccato da redime, ma soltanto squilibri destinati ad essere trasformati.

Nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma.

Questo il grande segreto dell'Alchimia: "Immaginiamo una libra: su di un piatto è l'ambizione luciferina e titanica volta al male, sull'altro l'anelito alla trascendenza. Di fronte è un uomo. Se scegli il piatto di Lucifero, sarà perfido o folle, se propende per l'altro è una brava persona: così le brave persone giudicheranno quest'uomo, attenendosi al senso convenzionale dell'etica. Ma se, innanzi alla bilancia, ci sarà un uomo il quale rifiuterà di operare la scelta, vorrà dire ch'egli è l'Uomo consapevole di altri segreti nascosti nei termini bene e male, e non potrà accettare una simile dicotomia, altrimenti sarà divorato dal vuoto"

(pensiero dell'Alchimista Louis Cambriel).

Sebastiano B. Brocchi


(articolo tratto dal sito www.mutamenti.ch/mutamenti.html)

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