LAS GEMELAS
Tornarono indietro ed attraversarono tutta la cittadina in direzione delle montagne gemelle.
Al passaggio del taxi molti salutarono Pietro, sorridenti e felici.
“Vedo “ - disse lei – “che ha tantissimi amici “.
“Sì.. praticamente sono nato e cresciuto qui, e questa città non è molto grande. Ci
conosciamo tutti, dal sindaco all’ultimo cittadino. Ultimamente sta crescendo, perché
grazie agli
avvistamenti degli Ufo ed altri strani fenomeni luminosi si è venuto a creare un alone
di magia, diventando un’attrazione fatale per tanti che lasciano tutto e vengono a vivere
qui. Ed è così che stiamo crescendo a dismisura.”.
Dalla strada asfaltata passarono ad una sterrata ed in mezzo ad una nuvola di polvere
si avviarono fin sotto le montagne fermandosi davanti ad uno spiazzo pieno di pietre.
Anche in quella zona c’erano alberi di pepe e di eucalipto e l’aria profumava di incenso.
Tutti e tre scesero e si avviarono verso il fianco della montagna, si fermarono
in posizione triangolare e con la sfera luminosa in mano ripeterono la stessa
operazione
fatta all’Uritorco e poi scomparvero nel nulla.
Pietro, ormai per nulla sorpreso, si accese un sigaro e cominciò ad inalare quel fumo
che tanto piacere gli procurava e sentendo dei passi si voltò di scatto.
Ad una decina di metri da lui c’era un contadino che si avvicinava a cavallo di un asinello
con alcuni cani attorno.
Pietro pensò tra di sé “Questo non mi frega…” e lo anticipò
dicendo : “Buongiorno…la macchina non è nuova ed io mi sto fumando un
sigaro godendomi il panorama ! “.
Il contadino sgranando gli occhi si fermò di colpo, mentre i cani si tenevano alla larga
dalla macchina, e rispose : “ Buon pomeriggio.. se lo dice lei sarà così ! “.
Girò il suo
asinello e si allontanò, mormorando tra sé qualcosa.
“Meno male…” pensò Pietro “ uno scocciatore di meno, questa volta il punto è mio “ e si mise a ridere come un matto.
Anche questa volta fu la voce della ragazza a riportarlo alla realtà.
“Pietro, ride da solo…cos’è successo ?“
“Nulla, nulla “ rispose un po’ imbarazzato Pietro, gettando a terra il mozzicone del
sigaro e calpestandolo per spegnerlo.
“E a voi com’è andata ?“.
“Bene,bene anzi più che bene!“.
E risero tutti e tre. ” Adesso ci può accompagnare
a Cuchi Corral?“.
“Senz’altro ! “ fece Pietro, pensando che data la distanza per quel posto avrebbe avuto
tempo sufficiente per fare altre domande.
CUCHI CORRAL
Prima di iniziare a parlare di Cuchi Corral il nonno sorseggiò un po’ d’acqua col limone,
si grattò la testa e disse :
“Fin qui vedo che hai seguito con interesse e dall’espressione del tuo volto mi sembra
di capire che questa storia ti piaccia…”.
“Scherzi, nonno..! Sai benissimo che le tue storie mi piacciono e tantissimo, sai anche
che senza di te non mi ci vedo, per ciò ti prego di continuare…”.
La pausa che seguì fu lunga perché rimase come incantato osservandomi. Entrambi, credo, eravamo felici e contenti di essere nonno e nipote.
Così dopo qualche attimo
riprese il racconto.
“Il taxi di Pietro filava che era una bellezza sulla striscia di asfalto che attraversava
la campagna di Cordoba. Avere accanto a sé quella bella ragazza fece accelerare i
battiti del cuore di Pietro, che impercettibilmente ogni tanto gettava lo sguardo sulle
forme perfette della giovane.
”Sì – pensò – è proprio una dea“.
“Allora,Pietro, vuol farmi delle domande ? “. disse lei interrompendo i suoi pensieri
che stavano andando oltre.
“Sì, sì, scusi…ero sovrappensiero…volevo chiederle su Erks, è reale o è solo una leggenda
metropolitana?“.
“Noi veniamo proprio da lì e ci ritorneremo questa sera.”.
“Davvero ? Allora è tutto vero, lo sapevo, ci ho sempre creduto, anche se alcuni amici
mi ridevano dietro. Solo il Dottore era d’accordo e tante volte ne abbiamo parlato..”
Pietro continuò, euforico.
“Io ero sicuro che eravate extraterrestri venuti da qualche
pianeta lontano.. invece siete terrestri…come noi“.
“Sì, quello che dici è vero. Noi siamo la razza primordiale che abitò sulla terra ed un
giorno, per sopravvivere siamo passati su un altro piano di realtà. Ed in quella realtà
ci sono anche loro, gli extraterrestri e se vuoi sapere da dove vengono, detto fatto. Provengono
dalle Pleiadi, da Sirio, da Orione, da Arcturus, da Antares e da altre parti del
sistema Galattico. Lei sa che la vostra Bibbia parla di loro chiamandoli Elohim ? E’
sorpreso?“.
“Per niente. Come ho accennato prima, sono amico del Dottore da tanto tempo e
quando ci incontriamo il nostro argomento è sempre lo stesso e siamo arrivati alla
stessa conclusione nel sostenere la pluralità dei mondi. Uno dei primi a battersi per
questa idea fu un famoso frate, Giordano Bruno, che quattrocento anni fa fu messo al
rogo dalla inquisizione in Campo dei Fiori, nel centro di Roma.”.
“Sì, conosciamo questa storia. Adesso Giordano Bruno è un essere di Luce che lavora
senza sosta per il bene ed il progresso dell’umanità. Altro che eretico!. Eretici e malvagi
furono coloro che lo condannarono al rogo, ma Giordano li ha perdonati…”.
“Ne sono felice…non l’avrei mai immaginato! E su Erks…me ne può parlare ancora?“.
“La città dimensionale di Erks fu attivata quando l’umanità di allora fu investita da
un grande cataclisma. Le stelle del cielo la avvertirono della catastrofe che sarebbe
avvenuta da lì a pochi anni, ma gli uomini non vollero vedere quei segni in cielo ed
in terra, che avvisavano del pericolo imminente e se ne salvarono in parecchi sparsi
qua e là nel mondo ma ben pochi rispetto alla popolazione di allora.
Così fummo aiutati dai fratelli della Luce, perché credemmo in loro. E sotto la terra,
ormai distrutta da incendi, terremoti, maremoti ed alluvioni, causati dalla cometa che
fugge nell’Universo sospinta dal soffio di Dio, costruirono una grande città, Erks."
“E quando è accaduto ? “.
“Tantissimi secoli fa, e l’uomo ha ormai perso la memoria di quegli eventi, che sono
comunque registrati nei cromosomi e pian piano qualche ricordo comincia ad affiorare
nella memoria collettiva.”.
Pietro ascoltava, con lo sguardo fisso sulla strada, mentre il sole calava ed il cielo sembrava di fuoco. Prese il coraggio a due mani e chiese ancora :
“Noi umani, volendo, potremmo viaggiare sulle vostre astronavi ? “.
“Sì, ma solo in alcune navi con compartimenti particolari, per proteggervi dal fuocoenergia
che si respira nella nostra dimensione. In caso contrario rimarresti disintegrato".
Pietro era affascinato e felice di tanta fortuna. Era uscito dalla “carretera” girando a
destra ed internandosi attraverso la campagna per una strada di terra battuta. Guardò
nello specchietto retrovisore e vide i due giovani in stato di meditazione, tranquilli,
mentre la ragazza accanto a lui sembrava non guardare nemmeno il paesaggio. Così
ne approfittò per un’altra domanda :
“Può dirmi com’è la vostra dimensione ? “.
“E’ meravigliosa!“ – rispose subito – “perché non conosce tenebre. Nella nostra
dimensione esistono forze che in voi sono appena accennate, come il potere della
mente, del pensiero, la telepatia, ma su tutte la forza dell’Amore. Non esistono religioni,
né santi né angeli con le ali. Esistono invece gli Angeli di Dio, creature meravigliose
sempre piene di gioia e di amore che non si stancano mai di sedere a guardare il
mondo. Sono le sentinelle dei sentieri più nascosti, controllano chi li attraversa e aiutano
e proteggono l’uomo a non perdere la strada maestra.”.
“Che consiglio può darmi mentre aspetto gli eventi della vita?“.
“ Mentre aspettate gli eventi della vita ed il vostro tempo si compie, pregate la Luce
perché scenda su di voi e vi dia coscienza della vostra missione di pace per il proseguio
della vita.”.
Continuò a parlare, e le sue parole erano come un balsamo per l’anima di Pietro.
“Non esitate mai un solo istante per la vostra mente meravigliosa e per i doni che
vi sono stati fatti. Non buttate al vento ciò che può germogliare sulla terra, perché
ogni seme piantato nella giusta stagione porterà i suoi frutti. Rammentate che questo è il tempo di rivolgersi alla Luce celata nel proprio cielo interiore, tutti insieme uniti
nella fratellanza di Erks, per un mondo migliore “.
Mentre parlava, si era come
trasformata. Era una Dea, la Madonna stessa, la Grande Madre ed il cuore del nostro
Pietro aveva subìto un’espansione d’amore totale.
Davanti al portone in legno che chiudeva la strada Pietro tornò alla realtà, perché
dovette scendere dall’auto per aprirlo, passare, ridiscendere per chiuderlo e ripartire.
Interruppi il racconto del nonno per un attimo.
“Scusami, nonno ma le parole della ragazza erano davvero bellissime. Non riesco ad
immaginare l’effetto che fecero a Pietro….”.
“Non fu più lo stesso, era completamente cambiato. Diventò filosofo, teologo, astronomo,
matematico ed alla fine non lo capiva più nessuno, tantomeno la sua compagna.
Solo il Dottore gli fu vicino. Si chiuse così in sé stesso ed un bel giorno lo trovarono
senza vita, sorridente, dentro la sua macchina da cui si sprigionava un forte profumo
di gerani. “.
“ Ma questo è un finale triste, nonno, mi avevi detto…”.
“Non ho mica finito, sai, manca la parte migliore. Tu non hai pazienza e non hai fede
in tuo nonno ! “.
“Non è vero, lo sai che non è così…” protestai facendo il broncio.“ Vabbè, ora stai attento che proseguo…”.
“Di lì a poco arrivarono in cima fermandosi ad un lato del grande piazzale.
Da una
parte c’era un precipizio profondo, uno scenario dove in lontananza si intravedevano
delle catene montuose. Era un paesaggio da mozzare il fiato. Al giorno d’oggi da lì
si lanciano col parapendio. Comunque erano circondati dalla volta stellata. Indicarono
a Pietro dove parcheggiare l’auto e nel mentre si scambiarono dei segnali.
Attendendo il loro ritorno, fecero a Pietro un invito che non si poteva rifiutare.
Se gli era gradito lo avrebbero accompagnato a fare un giro sulla loro navicella, per
ricambiare la sua
disponibilità. Pietro accettò subito l’invito, guardandosi intorno per scoprire dove fosse
la loro astronave, ma non vide nulla.
I tre, che avevano compreso i dubbi di Pietro,
risero all’unisono ma il nostro amico non capiva più nulla, così felice e pieno di gioia
che il suo cuore batteva come il tamburo di uno sciamano.
Ormai lì in cima era tutto buio e non c’era traccia di oggetti volanti. Allora Pietro
chiese loro : “..Ma dove l’avete nascosta ? “.
“E’ a pochi passi da noi protetta da sguardi curiosi. Adesso la riporteremo in questa
dimensione “.
Ed allora il più giovane, forse il pilota del veicolo, aprì la sua valigetta
che era in realtà un computer, pigiò alcuni tasti e subito un display si illuminò facendo
apparire alcuni simboli. Si udì un forte ticchettìo meccanico e davanti agli occhi
di Pietro apparve un enorme disco metallico che pulsava come un essere vivente,
circondato da un alone di luce azzurra.
“Eccola qua!“.
Mancò poco che Pietro svenisse, tanta fu la sorpresa. Fu la ragazza a sostenerlo, sussurandogli
di stare calmo. Pietro era impallidito come un cadavere, e lei gli chiese
come si sentiva.
“ Scusatemi…non ero preparato ad una sorpresa del genere…”.
Allora lei gli puntò
l’indice della mano destra fra le sopracciglia e come per incanto Pietro si sentì meglio.
“Adesso è pronto a far diventare realtà il suo sogno?“.
“Prontissimo!“.
“Allora ci segua…”.
Contemporaneamente, dalla nave scese dolcemente una rampa a scalini, e dall’apertura
li investì una vampata di luce azzurra. Entrarono dentro uno spazio che sembrava
grandissimo, molto più grande di quanto potesse sembrare da fuori. Era ultramoderno,
quasi come la sala di un transatlantico, e tutto intorno c’erano schermi e consolle piene
di bottoni e luci scintillanti.
I due giovani si sedettero davanti alla plancia di comando, mentre la ragazza indicava
a Pietro due sedili davanti ad uno schermo gigante, dove i due presero posto..
Pietro era incredulo nel vedere il sedile adattarsi perfettamente alle sue forme anatomiche.
Ebbe la sensazione di sedersi sopra una persona che lo abbracciava con estrema
delicatezza ed amore. Provava senzazioni indescrevilibili, ed a riportarlo alla realtà
fu un suono simile ad un accordo musicale.
Probabilmente stavano tracciando le
coordinate del loro rendez-vous, mentre sullo schermo appariva una sorta di mappa
stellare. La temperatura era perfetta ed un aroma di geranio li avvolgeva completamente.
Pietro era in uno stato di grazia. Lei ruppe l’incantesimo dicendo: “Adesso la nave e noi diventeremo invisibili come
dentro una bolla trasparente. E’ una misura precauzionale per evitare sguardi indiscreti,
ma noi potremo vedere e sentire tutto. “.
In effetti, la vista era completa, a trecentosessanta gradi, come se la nave fosse di cristallo,
mentre all’interno, come per effetto di una stregoneria, tutto era normale.
Partì un fischio acutissimo ed una specie di brivido attraversò i passeggeri per ben
tre volte, e si ritrovarono a scivolare tra le stelle in uno scenario da mozzare il fiato.
“A quale velocità ci muoviamo?“ chiese Pietro.
“Per ora, solo a 36.000 km. l’ora, ma accelereremo ancora, così faremo un giro attorno
alla Luna, a velocità normale il viaggio sarebbe troppo lungo. Vedrà quanto è bella
da vicino….”.
Pietro restò incantato dalle meraviglie che vedeva lassù con i suoi occhi e le senzazioni
che provò non potevano spiegarsi con le parole. Per un istante pensò agli astronauti
che dopo aver messo piede sulla Luna, al loro ritorno a casa cambiarono così
profondamente da diventare uomini di fede.
Anche io, pensò tra di sé, non potrò più
essere quello di prima. Come se avesse letto il suo pensiero, la ragazza gli disse:
“Lo sa, Pietro, che sulla Luna esistono dei meravigliosi esseri di pietra, pare che i
vostri astronauti abbiano comunicato telepaticamente con loro, videro il tempo e lo
spazio fermarsi e videro cose che non dovevano vedere, per questo al ritorno non
furono più quelli di prima…”.
“Osservate laggiù!“ – fece il più giovane, segnalando dei puntini luminosi sulla
faccia oscura della Luna. - “ Sono delle nostre postazioni, dalle quali spicchiamo
il volo verso altre destinazioni stellari “.
Una volta compiuto il giro completo del satellite, e che Pietro ebbe modo di vedere
tutto quello che poteva vedere, si udì una voce dire: “ Adesso rientriamo, vedete
quanto è bella la Terra vista da qui ? “.
Ed accelerando, in un batter d’occhio furono
di nuovo sulla cittadina.
“Ciò che vedrà ora potrà sbalordirla, ma è tutto reale..”.
Si abbassarono al livello delle abitazioni alla velocità minima, e poi come se fossero
fatte d’aria ci passarono attraverso, fino alla casa di Pietro dove Aurora stava preparando
la cena.
“Ma lei non ci sente?“ chiese Pietro.
“No, al massimo quello che può sentire è come un fruscìo d’ali“.
Passarono oltre,
attraverso altre case, sale da gioco, negozi e Pietro vide amici, gente conosciuta e
sconosciuta, udì le loro conversazioni. Era da non credere…Pietro si rese conto che
questi esseri superprogrediti dalla loro dimensione potevano tenere sotto controllo
ogni punto del nostro mondo.
Ma i tre gli spiegarono che per nessuna ragione essi
potevano intervenire nelle questioni umane, se non con il consenso e l’autorizzazione
della Gerarchia Stellare.
“Chi lo avrebbe mai detto?“ – disse Pietro aggiungendo “Mi è capitato spesso di
notte di vedere le vostre navi che a grandissima velocità si infilavano dentro le montagne.
Adesso mi rendo conto di quello che accadeva, vedevo giusto?“.
“E’ così, effettivamente, è una questione di vibrazioni e di velocità, quando si passa da
una dimensione ad un’altra la materia solida scompare e diventa come d’aria. E’ in
quell’istante che diventiamo visibili, così voi ci vedete come un fulmine che penetra il cielo.
Lavoriamo come voi, ci riposiamo e ci divertiamo, leggiamo e viaggiamo e
siamo in contatto con altre civiltà planetarie mantenendo un certo ordine in un settore
dell’universo. Adesso stiamo rientrando“ e fu una questione di secondi, perché la
nave si posò dolcemente nello stesso posto da cui erano partiti una mezz’ora prima.
La rampa si abbassò, il sedile sciolse il suo “abbraccio” e scesero tutti e quattro. La
poderosa macchina di Pietro era parcheggiata là dove l’aveva lasciata, mentre la luce
della Luna illuminava il posto.
“Pietro..” – fece la ragazza – “adesso ci dobbiamo lasciare, lei ci ha reso un buon
servizio e le siamo riconoscenti. Il suo compenso lo troverà accreditato sul suo conto
bancario. Vedrà,sarà soddisfatto…”.
“Tenga…” – gli disse quello più anziano,e gli diede una pallina color rosso “la metta
dentro il serbatoio della macchina ed avrà combustibile per tre mesi “.
La ragazza gli lasciò tre biscottini ed aggiunse: “Quando avrà nostalgia di noi li
mangi, si sentirà appagato..”.
“Grazie, grazie.. amici… vi porterò sempre nel mio cuore..”.
“Addio,Pietro, forse un giorno ci rivedremo…”.
Pietro, con gli occhi gonfi di lacrime e colmo d’emozione alzò la mano in segno di saluto,
mentre i tre entravano nell’astronave, che si alzò senza far rumore e con una parabola
scivolò verso le stelle.
Il nonno finì il racconto con un ghigno di soddisfazione aggiungendo ancora:
“Sai, figliolo, che un paio d’anni dopo, quando Pietro morì al suo funerale in mezzo
alla folla di amici e conoscenti c’erano pure due giovani ed una bellissima ragazza
elegantemente vestiti che nessuno conosceva ? “.
La conferma della veridicità della storia non si fece attendere, rumorosa come
sempre.
“Nonno, sei unico ! Buona notte…”.
FINE