NOTA INTRODUTTIVA
Quand’ero bambino mio nonno paterno, che si chiamava Antonio, era considerato
un po’ svitato da alcuni miei familiari, ma per me era il nonnino prediletto ed un
bravissimo narratore di storie.
Me le raccontava prima di addormentarmi, così io, con un passaporto di questo tipo,
mi addentravo dolcemente nel paese dei sogni.
Tutto era cominciato una sera, e da allora quelle storie sono rimaste in me come un
tesoro nella mia memoria, ed oggi tantissimi anni dopo le ricordo ancora con piacere.
Le sue parole furono così profonde che attraverso gli anni divennero una sorta di
realtà, influenzando addirittura la mia anima durante gli anni dell’adolescenza.
Adesso, in piena maturità, mi chiedo ancora se quei racconti siano stati una pura
invenzione di mio nonno o se davvero visse qualche realtà sconvolgente, una storia
meravigliosa di cui fu veramente partecipe.
Sapevo bene che era un burlone e che le raccontava grosse ridendo come un matto.
A volte si teneva la pancia ridendo fino alle lacrime, altre volte le sue parole trasmettevano
tanta tristezza da farmi piangere senza risparmio. Ad ogni modo, lui terminava
le sue storie con un forte borbottìo dello stomaco aggiungendo : “ Quello
che ti ho detto è vero, ragazzo, ecco la conferma “.
Un giorno mio nonno partì per il paese senza ritorno, ed ora le sue parole ed il suo
ricordo continuano a vivere in me, così oggi alcune di quelle storie io le dono a voi.
L’ Autore.
* * *
Mio nonno Antonio, come soleva fare, si sedette accanto al mio lettino, bevve un
sorso d’acqua col limone, si schiarì la voce ed iniziò a raccontare, mentre io stavo
al calduccio sotto le coperte.
“ Tu già sai che avevo un fratello maggiore di nome Francesco, detto Franco, e
quando accaddero i fatti che sto per raccontarti io avevo soltanto dodici anni e
lui ventinove. Per me era come un secondo padre, perché passavo più tempo con lui che
con il resto della famiglia, composta da papà e mamma, due fratelli maggiori, il
secondo dei quali si fece prete; poi c’erano due sorelle, e per ultimo io, il più
piccolo della famiglia.
In quegli anni, prima della metà del secolo scorso, mio fratello Franco iniziò
un corso di disegno per corrispondenza, perché abitando in piena campagna argentina
era difficile spostarsi verso la città, se non con i cavalli, tant’è che per
andare a scuola utilizzavo questo mezzo a quattro zampe. Una volta al mese gli
arrivavano i fascicoli con le lezioni, così, mentre lui faceva i compiti mi dava un
foglio di carta e così me ne stavo buono a scarabocchiare pupazzi, croci, triangoli
ed altri simboli, che a me piacevano moltissimo. Così il mio caro Franco mi fece
da maestro ,perché come tu sai sono un artista ed il mio successo lo devo solo a
lui.
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Questo svago si faceva la sera e la domenica, perché negli altri giorni della
settimana si andava a lavorare in campagna.Tutta la famiglia si alzava molto
presto, prima dell’alba, ci si lavava, si faceva colazione con “ yerba mate” e latte,
gallette, burro, miele ed una volta finita noi uomini con nostro padre andavamo
per la campagna carichi di attrezzi.
Io, invece, portavo l’acqua, una pagnotta di
pane fatto dalla mamma nel forno a legna, ed altri cibi che variavano da un dì
all’altro secondo il gusto delle donne di casa “.
Il nonno si fermò un attimo chiudendo gli occhi, deglutì alcune volte, come se
stesse risvegliando nel palato i sapori di una volta.
“ Nonno,non ti distrarre !”
“ Va bene “ borbottò e continuò con la storia.
“ Il caro Franco era un po’ allergico al lavoro nei campi, perché era d’indole
artistica più che di contadino. Così nel mezzo di un lavoro con una scusa qualunque
si allontanava scomparendo per ore. Nostro padre lo prendeva in giro,
pensando che fosse pigro d’intestino e gli consigliava di prendere “sal inglesa”,
un purgante in voga a quei tempi.
Un giorno papà mi disse di seguirlo di nascosto,e di riferirgli quel che combinava
durante quelle lunghe assenze. Così feci e scoprii il “mistero”.
Era seduto per terra appoggiato ad un albero, leggendo tranquillamente un libro
con un’aria un po’ trasognata. Un’altra volta lo seguii per conto mio, e, quando lo trovai
era come trasfigurato di fronte ad una sfera di luce. Era un fatto stranissimo,
ed io non riuscivo proprio a capire che diavolo fosse quella cosa. Ancora più
strano era il fatto che Franco parlasse con qualcuno che io non vedevo “.
“ Ecco,- mi dissi - Franco vede la Madonna ! “
E mentre osservavo quella luce che pulsava come qualcosa di vivo, la vidi con
sorpresa elevarsi per qualche metro da terra e con un sibilo partire a razzo perdendosi
nel cielo.
“ Franco! Franco!” lo chiamai, e quando si voltò vidi il suo viso rosso come la
cresta di un gallo,come ipnotizzato. Gli presi la mano, che lasciai immediatamente
perché mi arrivò una scarica che mi fece cadere per terra.
Dopo qualche
minuto gli domandai: “ Franco, hai visto la Madonna ? C’era una luce abbagliante
di fronte a te,che ti ha detto ? “
“ No,macchè Madonna….era un uomo che vestiva una tuta argentata,con stivaletti
e guanti…”
“ Ma…che ti ha detto ? “.
“ Non so…mi parlava di fare una scelta,che io sarei un eletto, ma cosa può significare un eletto ? Comunque, mi ha detto che ci rivedremo presto “.
“ Lo dirai a papà ? “.
“ No,no..sei matto…penserà che sto mentendo “.
Allora Franco mi fece giurare che non lo avrei raccontato a nessuno,promettendomi
alcuni regali,così giurai incrociando le dita e le bacia:i “Lo giuro”.
“Nonno,ancora una volta ne stai raccontando di grosse…”
“ Oh,certo.Tu non mi credi,vero ?" disse il nonno lisciandosi il grosso baffo a
manubrio.
“ Non pretenderai mica che ti dica sempre la verità, sennò dove starebbe
il piacere di raccontarti delle storie ? Ma la cosa importante è che ti piace
sentire queste storie strane, vero ?" .
Non risposi, ma regalai al nonno un ampio sorriso e lui continuò il racconto,
mentre il suo stomaco con un forte rumore di digestione prendeva “la parola,”
a conferma – come assicurava il nonno – della veridicità della storia.
“ E’ tutto vero, figliolo,anzi verissimo “ e rise più che mai.
Non c’erano dubbi,il nonno era quello di sempre,e scherzare con lui mi piaceva
tanto, così gli chiesi di proseguire.
“ Dopo quella strana esperienza Franco cambiò completamente il suo carattere.
Mangiava pochissimo, soltanto verdure e legumi,smise di andare a ballare
rifugiandosi nella sua stanza da letto e chiudendosi a chiave.
A volte,di notte,
si vestiva pesante,prendeva la torcia a sei elementi scomparendo nel buio.
Quando rincasava lo faceva sempre alle prime luci dell’alba.
Senza ombra di dubbio quella strana esperienza fece diventare mio fratello
quasi come uno sconosciuto, tant’è che anch’io cominciai ad innervosirmi.
Un giorno, nostro padre, resosi conto che qualcosa non andava in Franco, mi
chiamò domandandomi a bruciapelo: “Che cosa ne sai tu del comportamento strano di Franco? Forse si è innamorato
di qualche ragazza? Se sai qualcosa,qualunque cosa,dimmela ! “.
“ Franco vede la Madonna, papà….” E vuotai il sacco infrangendo il mio giuramento
raccontandogli per filo e per segno tutti i particolati di quella luce.
Mio padre era religioso a modo suo,e non era stato mai un credulone od un “leccaceri”, com’erano chiamati i più bigotti. Così rise fino alle lacrime, tanto
da richiamare per il baccano anche la mamma.
“ Che succede, Alfredo ? “ domandò a papà.
“ Franco nostro vede e parla con la Madonna ! “.
“ Ma non dire sciocchezze….e chi te lo ha detto ? “.
“ Lui ! “ e mi indicò col dito.
“ Per affermare questo lo devi avere visto,no ? “ ed allora le ripetei la stessa
storia raccontata a papà.
Il problema più grande si verificava al mattino quando la vecchia sveglia
scampanellava impazzita chiamandoci al risveglio, perché a me, data la giovane
età, era consentito poltrire fino a quando la colazione era pronta, invece Franco
essendo il primogenito saltava dal letto per primo.
Neanche per sogno,quello la sveglia non la sentiva più, allora papà ci chiedeva
di fare un baccano infernale davanti alla sua porta, fino a quando questa si apriva e da dentro una voce assonnata chiedeva “ Ma che ora è ? “ poi con calma“ E’ colpa della sveglia che non suona più come una volta “.
“ Dai, vieni,che la colazione è pronta da un pezzo ! “.
Questo fatto si ripeteva quasi quotidianamente ed era motivo di scherzi e di grandi
risate. Un giorno, in mezzo alla campagna eravamo papà ed io. Franco come al
Solito era sparito nel bosco già da un bel pezzo.
“ Senti “ mi disse “ vai a cercare Franco, che è sparito da un po’. Mi aveva detto
che doveva fare un bisogno, ed è già passata più di un’ora “.
“ Sì,vado…” e partii a razzo verso gli alberi che si trovavano ad un tiro di schioppo.
Attraversai il boschetto e quando raggiunsi l’ultimo filare d’alberi lo vidi.
Sospesa a mezz’aria sopra il prato pulsava quella cosa, mentre Franco salutava con
le braccia alzate.
Pian pianino, come una piuma che galleggia nell’aria la palla di
luce scese restando sospesa ad un metro da terra. Le luci si affievolirono e la cosa
si rivelò un disco volante o “plato volador”, come veniva chiamato all’epoca.
Era di metallo lucente come l’argento ed emanava un calore particolare che non
seppi identificare.
Vidi Franco avvicinarsi e contemporaneamente si aprì uno
sportello, ed un uomo con una tuta aderente argentata,con stivaletti, guanti e la
testa pelata salutò mio fratello. Parlarono più o meno per mezz’ora, senza che
io riuscissi ad afferrare una parola. Alla fine si salutarono, l’uomo rientrò nell’
astronave, la porta si chiuse e vidi l’oggetto elevarsi più in alto degli alberi e
con un sibilo partire sparato verso il cielo.
“ Franco,Franco” lo chiamai e quando si voltò il suo viso era arrossato come
la volta precedente.
“ Aspetta “ mi disse “ non ti avvicinare ancora “. Quando mi raggiunse gli domandai
: “ Di che avete parlato,che ti ha detto ? “.
“ Vogliono che vada via con loro “.
“ Dici davvero ? E dove ? “.
“ Mi ha parlato di una città misteriosa, che si trova nella provincia di Cordoba,
ma che non è come le nostre, perché si trova nelle viscere della terra sotto una
montagna,il suo nome è ERKS ed è dimensionale. Laggiù, in questo posto governato
da un anziano di nome AMUNA KUR e da un Consiglio di 24 vegliardi
hanno deliberato e discusso su dodici candidati e la scelta è caduta su di me, per
questo mi hanno invitato ad andare con loro…”.
Anche se non avevo capito nulla,mi attaccai alla giacca di Franco dicendogli: “ Mi porti, dai, porta anche me..non mi lasciare solo….mi piacerebbe tanto, anzi
tantissimo…”.
“ Come potrei, se ancora non ho preso una decisione per me ? Mi ha detto che
devo fare una scelta, ma come faccio a dirlo a mamma e papà ? “.
“ Sai, non volevo, ma papà mi ha chiesto se sapevo qualcosa sul tuo comportamento
ed allora gli ho detto che tu vedevi la Madonna…”.
“ Adesso lasciamo stare “ disse Franco e ci avviammo dove avevo lasciato mio
padre.
* * *
Ogni volta che Franco vedeva avvicinarsi quella luce si emozionava come un
giovane innamorato.
Non solo, lui sentiva un’attrazione fatale verso quegli incontri
tanto che i suoi pensieri erano ormai rivolti soltanto a quell’argomento.
Questa fissazione lo portava ad essere sempre distratto, a non concludere niente
e, soprattutto, ad isolarsi dal resto della famiglia.
Quel giorno dell’incontro,quel
bellissimo essere alieno parlò in questo modo a Franco:
“ HUAMANAYKA SHIMININKA FRANCESCO! “.
“ Salute a te,fratello stellare “ rispose Franco.
“ Prima di darti il messaggio di cui sono portatore,ti devo insegnare una invocazione – invito,da recitare ogni qual volta avrai bisogno di noi.Te la reciterò una
volta e questa rimarrà registrata per sempre nella tua memoria “.
“ AY MUNA IAMANATU
MAY KUANA AMAYKI
MOY SAIUNA TEMI KUANA
ARI SIMITA E MINA
UARITUMI,UARITUMI,UARITUMI,
AY MANI MITHUMA,AY MANI MITHUMA
IAI MANAI,MANAI,IAI MANAI,MANAI,
OYPORUMA IKI,OYPORUMA IKI
IAY MUNA IAMANATU,
OSOHUMA PANI TIMPANTU
PEIMI SITI KAYRUMA
PANI PANTU SAIHUMA
URU,URU,URU MAGUAK SIKUK
ARYTAI KUANA MAYTUM
SAIMI NEU PORITIMENIKIUMA “.
Allora quell’essere bellissimo,con voce melodiosa gli fece quel bellissimo regalo".
“ Nonno…” lo interruppi “ ... com’è che te lo ricordi così bene ? “.
“ Franco prima di partire mi lasciò i suoi appunti ed il suo diario, dove fortunatamente
scriveva ogni cosa “.
L’essere sceso dall’astronave continuò a parlare con Franco:“ Come ricorderai il mio nome è WITAYCON, Comandante WITAYCON, e sono
qui per comunicarti la decisione del Consiglio degli Anziani della Confederazione
Stellare del Settore NordEst, alla quale appartiene il tuo essere luce, e di cui non
hai ancora riacquistato il ricordo, ma prima ti porteremo ad Erks dove sarai preparato.
Quello che ti dirò in seguito è di grandissima importanza e responsabilità.
Dovrai fare una scelta dalla quale dipenderà tutta la tua missione. Sei disposto a
fare questa scelta ? “.
Ci fu un attimo di silenzio che si prolungò per un minuto e più,mentre il fratello Witaycon aspettava.
“ Hai ancora la possibilità di rifiutare,ma dopo avere accettato
non potrai più tornare sulle tue decisioni. Accetti ? “.
“ Accetto,e sono disposto a venire con voi “.
“ Bene,bene,era la risposta che ci aspettavamo…quando la prossima luna piena
sarà nel cielo, noi verremo a prenderti. Non dovrai portare nulla con te ed abbi
fiducia in noi. La tua sarà una missione di pace e amore per il bene dell’umanità”.
Alzò la mano sinistra con il palmo rivolto verso il cielo e la destra con il palmo
rivolto verso terra. Fece un inchino con la testa, si voltò entrando nell’astronave
e la porta si richiuse dietro di lui ermeticamente.
Franco fece alcuni passi indietro
allontanandosi dal velivolo. Poi questo si alzò silenzioso, accellerò e con una parabola
scomparve nell’immensità del cielo. Ricordo che stavo nascosto dietro un
grande albero e spiavo quell’incontro. Bene,quando quell’essere salutò Franco si rivolse verso di me dicendo : “ Salve anche a te, piccolo uomo “.
Io restai di stucco,e con un imbarazzato sorriso lo salutai con la mano.
* * * *
.....CONTINUA....