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Il "Credo" dì Cagliostro
(20/03/2008)

uomo

Il Conte Cagliostro

(1) Non sono di alcun epoca, né di alcun luogo; al di fuori del tempo e dello spazio il mio essere spirituale vive la sua eterna esistenza, e se immergendomi nel mio pensiero risalgo il  corso delle età,  se distendo  il  mio spirito verso  un  modo di esistenza  lontano da quello che voi percepite, divengo colui che desidero. Partecipando coscientemente all'essere assoluto, regolo la mia azione secondo l'ambiente che mi circonda. Il mio nome è quello della mia funzione, perché sono libero; il mio paese è quello in cui fìsso momentaneamente i passi.
Datatevi, se lo volete, da ieri, rialzandovi con l'aiuto degli anni vissuti da antenati che vi furono estranei; o da domani, per l'orgoglio illusorio di una grandezza che non sarà mai la vostra.

(2)Non ho che un padre: varie circostanze della mia vita mi hanno fatto supporre a questo proposito delle grandi commoventi verità; ma i misteri di questa origine e i rapporti che mi uniscono a questo padre incognito sono e restano i miei segreti; che coloro che saranno chiamati a divinarli, ad intravederli, come io ho fatto mi comprendano e mi approvino.
Quanto al luogo, all'ora, dove il mio corpo materiale, circa quaranta anni fa, si è formato sopra questa terra; quanto alla famiglia che ho scelto per questo, voglio ignorarli; non voglio ricordarmi del passato per non aumentare le responsabilità già pesanti di coloro che mi hanno conosciuto perché è scritto: "tu non farai cadere il cieco". lo non sono nato dalla carne né dalla volontà dell'uomo: io sono nato dallo spirito.
Il mio nome quello che mi appartiene e che da me proviene,  quello che ho scelto per comparire in mezzo a voi, ecco quello che io reclamo. Quello con cui mi si chiamò alla mia nascita quello che mi è stato dato nella mia giovinezza, quelli sotto i quali in altri tempi e luoghi, fui conosciuto, li ho lasciati, come avrei lasciato dei vestiti non più di moda ed ormai inutili.

(3)Eccomi: sono nobile e viaggiatore; io parlo e la vostra anima freme riconoscendo antiche parole; una voce, che era in voi, e che si era taciuta da bel lungo tempo, risponde  all'appello della mia; io agisco e la pace torna nei vostri cuori, la salute nei vostri corpi, la  speranza ed il coraggio nelle vostre anime. Tutti gli uomini sono miei fratelli; tutti i paesi mi  sono cari; li percorro perché, dappertutto, lo Spirito possa discendere e trovare un cammino verso di voi. Ai re, di cui rispetto la potenza, non chiedo che l'ospitalità sopra le loro terre e quando mi è accordata, passo, facendo intorno a me il maggior bene possibile; ma non faccio che passare. Non sono un nobile viaggiatore?

(4)Come il vento del Sud, come la rifulgente luce del Mezzogiorno che caratterizza la piena conoscenza delle cose e la comunione attiva con Dio, io vengo verso il Nord, verso la bruma ed il freddo, abbandonando dappertutto sul mio passaggio alcune particene di me stesso, prodigandomi, diminuendomi ad ogni stazione, ma lasciandovi un pò di chiarezza, un pò di calore, un poco di forza, sino a che in fine io sia arrestato e fissato definitivamente al termine della mia carriera, all'ora in cui la rosa fiorirà sulla mia croce. lo sono Cagliostro.

5)Perchè vi occorre qualche cosa di più? Se voi foste degli infanti di Dio se la vostra anima non fosse così vana e così curiosa, avreste di già compreso! Ma avete bisogno di particolari,  di  segni  e  di  parabole:  ebbene  ascoltate!  Risaliamo  ben  lontano  nel  passato  perché  lo volete.
Ogni luce viene dall'Oriente; ogni iniziazione dall'Egitto; io ho avuto tré anni come voi, poi sette anni. poi l'età d'uomo e,a partire da questa età,non ho più contato. Tré settenari d'anni fanno ventun anni e realizzano la pienezza dell'organismo umano.

(6) Nella mia prima infanzia sotto la legge di rigore e di giustizia ho sofferto in esilio, come Israele fra le nazioni straniere. Ma come Israele aveva con sé la presenza di Dio, come un Metraton lo vegliava nelle sue vie, così pure un angelo possente vegliava sopra di me, dirigeva i miei atti, illuminava la mia anima, sviluppando le forze latenti in me. Egli era il mio maestro e la mia guida. La mia ragione si formava e si precisava; mi interrogavo, mi studiavo e prendevo coscienza di tutto quello che mi circondava; ho fatto dei viaggi, parecchi viaggi tanto intorno alla camera delle mie riflessioni che nei tempi e nelle quattro parti del mondo; ma quando volli penetrare l'origine del mio essere e salire verso Dio in uno slancio dell'anima mia, allora la mia ragione taceva impotente e mi lasciava in balia delle mie congetture. Un amore che mi attirava in una maniera impulsiva verso ogni creatura, un'ambizione irresistibile, un sentimento profondo dei miei diritti ad ogni cosa dalla terra al cielo, mi spingevano e gettavano verso la vita, e l'esperienza progressiva delle mie forze, della loro sfera di azione, del loro giuoco e dei loro limiti, fu la lotta che dovetti sostenere contro le potenze del mondo; fui abbandonato e tentato nel deserto; ho lottato con l'angelo come Giacobbe, con gli uomini e con i demonio e questi, vinti, mi hanno appreso i segreti che concernono l'impero delle tenebre perché non potessi mai smarrirmi in alcuna delle vie  dalle quali non si ritorna.

(7)Un giorno - dopo quanti viaggi ed anni! - il Cielo esaudì i miei sforzi: si ricordò del suo  servitore e, rivestito di abiti nuziali, ebbi la grazia di essere ammesso come Mosè dinanzi all'Eterno. Da allora ricevetti come un nome nuovo, una missione unica. Libero e padrone della vita,  non pensai più che ad  impiegarla per l'opera di Dio. Sapevo che Egli confermerebbe i miei atti e le mia parole, come io confermerei il suo nome e il suo regno sopra la terra. Vi sono degli esseri che non hanno più angeli custodi: io fui uno di questi.
Ecco la mia infanzia, la mia gioventù quale il vostro spirito inquieto e desideroso di parole la reclama; ma che sia durata per più o meno anni, che si sia svolta nel paese dei vostri padri od in altre contrade, che vi importa? Non sono un uomo libero? Giudicate i miei costumi, vale a dire le mie azioni; dite se sono buone, se ne avete viste di più possenti, e, allora, non vi occupate della mia nazionalità, del mio rango e della mia religione.
Se proseguendo il corso felice dei suoi viaggi, qualcuno di voi perviene un giorno a toccare quelle terre d'Oriente che mi hanno veduto nascere, che ei solamente si ricordi di me , che pronunci il mio nome ed i servitori di mio padre apriranno dinanzi a lui le porte della città santa. Allora egli ritorni a dire ai suoi fratelli se ho abusato tra voi di un prestigio menzognero, se ho preso nelle vostre dimore qualche cosa che non mi apparteneva.

 

 

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