C'era una volta un bellissimo principe che viveva in una dimora splendente, dove tutto era luce e calore.
Il suo nome era Sole. Era tanto bello quanto generoso e amorevole.
A chiunque gli chiedesse qualcosa era sempre disposto ad aiutarlo ed elargire il suo amore infinito.
Dal suo castello incantato non era mai uscito; ma un giorno, mentre si trovava nel giardino, decise di scoprire dove fossero i confini del territorio.
Salì in sella al suo veloce destriero e si lanciò al galoppo. Spronò il suo cavallo e dopo parecchio tempo giunse ai limiti di un baratro, tirò le briglie del fedele Auro che agilmente frenò la sua corsa ad un passo dal precipizio.
Grato alla bestia della sua prontezza, discese al suolo e assieme al cavallo si diresse con precauzione fino al bordo. Guardò nel profondo e vide che tutto era immerso nell'oscurità. Il suo regno finiva lì. Si sedette su una pietra e come ipnotizzato dalla tenebra, vi perse lo sguardo.
Ad un tratto, tutto quel nero fu rischiarato da una luce argentata che dava all'atmosfera silenziosa e fredda, una sensazione di leggerezza come avvolgente seta.
La luce d'argento proveniva da una donna bellissima.
Sole non aveva mai visto niente di così bello. La dama aveva lunghissimi capelli argentati che le coprivano le spalle come un manto, sui quali brillavano tante piccole stelle lucenti.
I suoi occhi grandi e dolci, erano cristallini come fonti di bosco e la sua bocca aveva labbra che parevano petali di rosa bagnati di rugiada. Si muoveva con grazia ed eleganza sopra una soffice nuvola;
si diresse verso lui e si fermò, così sospesa nel buio, a poca distanza dal burrone.
Stettero lì a guardarsi per un po', stupiti l'una dell'altro e poi Sole chiese:"Chi sei?, non ho mai visto una creatura bella come te!"
"Mi chiamo Luna e sono la Sovrana del Regno della Notte. E tu chi sei?"
"Sono Sole e sono il Principe del Reame del Giorno".
Tesero entrambi le mani e il contatto li fece trasalire, tra di loro scoppiò immediato l'amore. I loro incontri cominciarono così; ogni volta si vedevano al limite del Regno di Sole, dove iniziava il baratro e Luna poteva incontrarlo sospesa sulla nuvola. Pure se i rispettivi regni erano lontani fra loro, ad entrambi bastava quel magico momento sul limitare delle tenebre.
Il tempo passò e la loro felice unione, generò quattro bellissime figlie: la primogenita si chiamava Primavera, poi veniva Estate, quindi Autunno e per ultima Inverno.
Le quattro principesse vivevano nello spazio tra il Regno del Padre Sole e quello della Madre Luna e crescevano belle e forti.
La frizzante spontaneità della primogenita, faceva da traino alla bellezza e alla generosità della seconda, che a sua volta incitava la grazia schiva e parsimoniosa della terza, ma tutte e tre prediligevano il garbo silenzioso e riflessivo della più piccola.
Il Regno di Sole, però, era sempre troppo caldo e quello di Luna, invece, troppo freddo e buio, finchè una volta si accorsero che, sospesa in quello spazio immenso, c'era una piccola sfera verde-blu.
Non avevano mai visto niente di così meraviglioso in tutta la loro vita e il loro desiderio fu di visitare quel luogo.
Tutte e quattro, daccordo come sempre, chiesero il permesso al Padre e alla Madre; Sole e Luna si consultarono brevemente e poi accordarono il consenso.
Le quattro sorelle salutarono grate e partirono verso quel globo.
Quando posarono i loro piedi sulla superficie, constatarono che il colore così particolare era dovuto ad un elemento sconosciuto, umido, freddo e in continuo movimento che contrastava con un altro elemento al contrario, asciutto, secco e friabile.
Che posto strano. Rimasero però, incantate da quel paesaggio che offriva sia il calore che il refrigerio, ma così diverso dallo spazio dove avevano vissuto.
Tornarono dunque a casa per esprimere la volontà di poter vivere in quella sfera e pure se con un po' di dispiacere, i due genitori diedero il permesso, donando alle quatro figlie dei poteri magici.
Questa volta, però, non scesero insieme, bensì una alla volta;
Primavera, quale primogenita, fu la prima che appena posto il piede, faceva spuntare ad ogni passo, erbe, fiori e piante di ogni specie, varietà e profumi.
Ad ogni movimento delle sue mani, si alzavano in volo uccelli, farfalle e insetti multicolori. Dove volgeva lo sguardo, zampillavano fonti e nascevano ruscelli che si popolavono di pesci iridescenti. Ogni angolo di quel globo era un tripudio di suoni, colori e armonie e di una bellezza che toglieva il respiro.
Poi, fu la volta di Estate. A lei bastava un sorriso e su ogni albero maturavano frutti succosi e profumati, ricchi del generoso calore che suo padre Sole le aveva trasmesso.
Tutte le specie animali prolificavano in una danza che seguiva dei ritmi stabiliti.
Quando Autunno volse il suo sguardo a tutto quel creato, ogni aspetto di quella natura si ritrasse nella sua intimità, perchè a lei era stato dato il dono di preservare e conservare il più possibile i tesori di quella terra, contro i rigori del freddo causato dalla lontananza da Sole. Ogni animale si nascondeva nella sua tana, ogni albero spogliava le sue fronde, ogni seme si insinuava sotto le zolle per cercare il calore che non trovava in superficie.
Tutto restava in attesa, sospeso in un limbo tra luce e tenebra.
Inverno fu l'ultima a scendere e alla vista di quell'apparente desolazione, con un soffio dalle sue labbra, stese un bianco manto di pietà a coprire ogni forma di vita e con il silenzio garbato che la distingueva, riflettè che da ogni morte apparente sarebbe sempre sorta una nuova vita, che la luce e il calore avrebbero portato a maturare e proliferare, ancora e ancora e poi ancora, creando nel tempo una magia infinita, nella variabile mutevole che dallo spazio avrebbe causato tutte le forme di vita in continua trasformazione.
Come l'acqua del mare le cui maree, sono motivate da un'incessante aumento e diminuzione dell'acqua e che obbediscono al magnetismo influenzato dalla Madre Luna.
E fu così, che dallo Spazio profondo e immenso, due magnifiche energie, sovrane di due regni opposti, ma complementari,avevano generato quattro straordinarie manifestazioni che fornite di poteri propri, stabilirono, nella
ripetività di cicli annuali, l'infinità temporale permettendo ad una piccola sfera blu di diventare il più bel gioiello dello Spazio oscuro, per sempre amata e protetta da Sole e da Luna.
NEFER ISIS
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