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Vivere da Iniziati nella vita profana
(20/11/2006)

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Ogni chiamato alla vita iniziatica affronta quotidianamente la distanza sostanziale di ciò che la vita profana offre e ciò che l’insegnamento iniziatico incarna.
Non è facile riportare nella profanità la visione sacra della Vita che la Via ci propone.

Tutto, nel mondo, sembra andare in una certa direzione: Il mondo ci chiede di avere, di aggiungere, di accumulare, mentre la Tradizione ci insegna a risalire, come salmoni, quella corrente al contrario, denudandoci di tutte le sovrastrutture, svuotandoci dell’Avere per riconoscerci solamente nell’Essere.

Aspetto radicale di questa scelta di vita è la contrapposizione continua a tutte quelle forze che tentano, continuamente, di alienare il nostro intelletto superiore da tutto ciò che ci circonda, da tutto ciò che tenta di moltiplicarlo negli Ego relativi, che altro non fanno, che allontanarci dall’Unità col Tutto.

La Via
La Via Iniziatica

E’ per questo che un’iniziato non può essere tale solo parzialmente o part-time, ma deve esserlo pienamente e a tempo pieno.
La Via iniziatica non è una via culturale. Non è un insegnamento da imparare sui libri o nei salotti dei circoli di intellettuali.
La Via Alchemica è una Via Operativa.
La realizzazione dell’Opera.

Soltanto operando concretamente nel corpo e nel mondo si raggiunge la vera trasmutazione.
Voi siete nel mondo, ma non siete del mondo”. Così diceva il Maestro Gesù.
E così è.

L’iniziato è chiamato ad immergersi completamente in questo mondo, pieno di ignoranza e di arroganza, per poi riemergere rinnovato e trasmutato da quella stessa profanità in cui, immergendovisi, ne ha svelato il sacro. Tutto questo non è nient’altro che la vera Iniziazione.

labirinto

L'iniziazione del battesimo

Un’iniziazione che si sviluppa nel tempo e di cui se ne vedono i frutti nel quotidiano in piccoli, ma inesorabili, progressi.
Il simbolo di tutto ciò è l’iniziazione del battesimo, dove l’uomo si immerge nelle acque, simbolo della nascita, della vita e della morte, della purificazione, delle emozioni e della passività, per poi riemergervi eretto per ricevere il “logos” divino.

Il quaternario è il luogo dove l’Essere cerca continuamente l’equilibrio tra i quattro elementi fisico-animici che lo accompagnano.
Uno sviluppo unilaterale in uno dei soli quattro elementi porta l’uomo allo squilibrio, all’estremismo e al fanatismo.

E’ per questo che è necessario guardarsi bene dentro, relazionandosi al di fuori, poiché il mondano ci fa da specchio esaltando i nostri vizi e le nostre virtù.
L’iniziato deve lavorare se stesso come la pietra cubica, agendo non solo sulle tre facce visibili, ma anche sulle altre tre.

Lavorando, quindi, su se stesso lo farà “magicamente” anche sul suo specchio, la realtà fenomenica, operando con consapevolezza e rispetto.
Lo scopo dell’iniziato è comunque riconoscere la sacralità nascosta nel Tutto.

C’è una frase che recita: “La vita è quella cosa che accade mentre sei impegnato a fare altre cose”.
Ebbene, la profanità è legata alla distrazione e all’incoscienza, l’azione iniziatica è compartecipazione alla Vita che accade, che agisce al di fuori dei ritmi profani dell’illusione.
L’alchimia insegna il ritmo della creazione.

alchimia
L'Alchimia

Come la natura non fa salti, ma segue un ritmo, a dir poco, cardiaco, così, se si vuole entrare nel ritmo creativo, per coglierne il suono, o meglio, la frequenza, bisogna  dare un ritmo sacro anche alla nostra vita e alle nostre operazioni trasmutatorie.

Ritmando il percorso, se ne assaporano tutte le sfumature e se ne assorbono, sintetizzandole in seguito, tutte le frequenze.
Ma non può esserci ritmo senza il silenzio, la pausa tra una battuta e l’altra che caratterizza il ritmo stesso.

Il silenzio interiore è nello stesso tempo composto da una trinità espressa nell’inglobare, nel maturare e nello sviscerare quello stesso battito che porterà poi al successivo.

Il silenzio è la manifestazione del rispetto e di conseguenza della sacra riconoscenza.

Ogni realizzazione esterna nasce da un’intima visione, nata nel silenzio e nel buio.

Ma cos’è che essenzialmente contraddistingue un’iniziato da un profano?
La Morte. Il profano la subisce e ne diventa la vittima, l’iniziato l’attraversa, appropriandosene, e, incarnandola, la trasmuta in vita.

resurrezione di lazzaro
Resurrezione di Lazzaro - La Morte iniziatica

L’iniziazione è quindi essenzialmente Morte che rivela il mistero della Vita.

Iniziarsi è varcare quella soglia passando da uno stato di coscienza ad un altro senza guardarsi più indietro, poiché il cambiamento non è formale, ma sostanziale e irreversibile.

L’iniziato è comunque chiamato, a differenza del profano, che non sa quel che fa, ad una responsabilità assoluta.
L’iniziato che sbaglia è realmente colpevole, poiché è direttamente lui che gestisce i propri talenti, al contrario del profano che è gestito dalle forze che lo dominano.
Chi sceglie la Via stretta è responsabile doppiamente, sia verso se stesso che verso gli altri.

L’iniziazione non ha mai fine, ma l’opera compiuta non è finalizzata al bene personale, ma a quello di tutti.
Diventare Maestri nel mondo, attraverso la Via, significa soprattutto mettersi al servizio degli altri e della stessa Via.

Una volta realizzata la pietra angolare è necessario inserirla nel Tempio dell’umanità a sostegno delle altre pietre, creando così quelle volute e quegli archi che, sfruttando proprio quelle spinte e quelle forze contrarie che spingerebbero tutto in basso, innalzano, invece, il tempio verso l’alto.

Le volte e i pilastri del Tempio

Chi segue la Via e la incarna non può fare quindi a meno della profanità: deve immergersene, operando, o meglio, osando oltre il comprensibile, consapevolmente, sfruttando tutte quelle forze planetarie e metalliche per innalzarsi a qualità solare e cristallina.

 

Eleazar

 

 

 

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