A
volte penso che è inutile
la lotta per cambiare o modificare in meglio il comportamento umano. Vedo
la Terra come una grande scuola di vita con un programma ricco di problemi
da risolvere
e superare, per imparare a "non farlo più" e
modificare l'atteggiamento verso noi
stessi e gli altri.
Come
potremmo conoscere la pace se non sapessimo cos'è la guerra?
Come
potremmo vivere la libertà se non conoscessimo la schiavitù e
la sopraffazione? Perché?
Se siamo schiavi abbiamo la possibilità di
diventare liberi e se siamo in guerra lotteremo con tutte le nostre forze
per conseguire la pace così avremo imparato la lezione; per lo
meno si suppone.
Si
sa che l'uomo impara soltanto con l'esperienza del vissuto e non per
sentito dire. Così abbiamo una gamma di alunni per ogni problema
possibile ed ognuno, nel suo registro cellulare, racchiude l'informazione
e il suo grado di esperienza, di quello che ha fatto e dovrà fare
in questo pianeta e così "passare di grado". E se una
vita non è sufficiente a risolvere i problemi, forse - come dicono
alcuni - torneremo nuovamente fino a quando non avremo imparato a risolverli
e non diventeremo "Maestri".
A
questo punto l'uomo diventa un "insegnante", perché sarà un
esempio di comportamento, come uomo di pace, cresciuto nella Scuola della
Vita e, soprattutto, per avere imparato sulla propria pelle il giusto
da fare in tutte le occasioni. Così quest' "Uomo di esperienza" potrà governare,
guidare, insegnare, educare, trasmettere conoscenza, perché sa.
Che
succede nell'umanità quando un uomo senza esperienza del
vissuto guida una società?
Semplicemente fa vivere i propri problemi
ingigantiti a tutti coloro che dirige. Perché?
Perché pensa
che il suo problema sia un problema di tutti: invece è una situazione
personale da superare. E' per questa ragione che l'umanità è costretta
a vivere gli stessi problemi da migliaia di anni, perché il problema è sempre
l'uomo: è lui che ha necessità di imparare e fare esperienza.
A
volte succede che uomini già sperimentati vivano in mezzo ad
un popolo che non ha vissuto quella determinata esperienza. Così quell'uomo
si vede costretto a subirli una seconda volta. Ed è in questo
modo che si creano grandi fughe di uomini "già sperimentati" da
paesi dove si guerreggia, verso terre di pace. L'inconveniente
di base è che tutti gli uomini si credono arrivati,
ossia "sanno tutto", perché generalmente pensano di
aver vissuto tutto. Invece non è così. Uno sa e l'altro
non sa e ognuno è sicuramente bravo e capace nella sua specialità,
la quale è stata sperimentata e vissuta, ma anche qui fino ad
un certo punto. Allora,
cosa manca all'uomo per capire o lasciar stare quello che non capisce?
L'Umiltà!!
Ognuno
dovrebbe occupare il posto che gli compete veramente; in questo modo
il puzzle si potrebbe completare interamente. Provate
a mettere i pezzi di un puzzle nei posti sbagliati. Cosa accade? Sarà un
caos, una
confusione totale.
Nei
miei pensieri, molte volte, vedo la Terra come un grande puzzle con infiniti
pezzi nei
luoghi sbagliati. E perché l'uomo capisca di essere nel posto
sbagliato, devono succedere
catastrofi, guerre ed altri eventi negativi. Allora, una volta capito,
attraverso l'esperienza del vissuto, si cambia posto al pezzo, fino a
trovare quello giusto. Per
poter vedere la totalità del grande puzzle della Terra, è necessario
collocarsi, con l'immaginazione,
fuori della sua orbita e vederla nella sua totalità.
Aver
imparato il distacco aver semplicemente superato tutti, o quasi tutti,
i problemi che
la scuola ti propone, significa essere un Maestro di Vita, essere un
laureato nell' "Università della Vita". Allora
sì che si possono applicare le conoscenze, perché si è "Uomo
libero e di buoni costumi".
E un uomo così può dirigere,
governare, essere un giudice, un bravo giudice,
essere un leader, perché sa, semplicemente perché sa.
Frutto di migliaia di esperienze
vissute e superate.
Date
i poteri e persone inesperte e vedrete cosa vi combinano, perché si
portano appresso
i loro insuperati problemi. Immaginate
di mettere insieme, alla guida di qualunque situazione sociale, un gruppo di
persone idealizzate e incompetenti per non aver superato i problemi;
sicuramente creeranno
scompiglio, drammi che andranno dal sociale all'economico ed al fallimento totale.
E'
chiaro pure che trovare persone "giuste" è un caso
più che raro. Allora, che si dovrebbe fare per migliorare la qualità della
vita? Semplicemente, con grande umiltà e onestà, arrivare
a un compromesso; non un compromesso di interessi o di parte, ma per
il bene reale della comunità alla quale si appartiene e, in questo
caso, all'intera Umanità.
Generalmente
molti posti dirigenziali e di estrema importanza per il mondo, sono dati ad
amici, parenti, compagni di partito, così questi vanno a occupare
un tassello estraneo
e non proprio, creando uno shock, uno squilibrio, una disarmonia tale
che va a
influenzare il quadro generale. Perché? Semplicemente perché occupa
un posto che non
gli corrisponde, né per intelligenza, né per capacità,
né tantomeno per giustizia. Ed è così nella
maggioranza delle situazioni e delle strutture create dall'uomo.
Mi
sembra anche che questi individui, non possedendo quei requisiti e le
qualifiche giuste,
sono quelli che ci creano i più svariati problemi, che
ci servono, però, per crescere
e per maturare. Allora
mi domando se è giusto così, come è tutto
strutturato, o se in realtà dobbiamo fare
qualcosa per cambiarlo. Dicevo
all'inizio che la vita è una scuola e come tale ha un
programma da far compiere; allora questi "maestri" ci procurano
malessere perché possiamo così capire e creare benessere.
Ci creano instabilità così noi, scontenti, ci stabiliremo.
Ci creano problemi, così noi impareremo a risolverli. Allora?
Questi incapaci, questi mediocri, questi incompiuti sono necessari come
l'aria che respiriamo? Pensiamo per un momento che il puzzle sia completato
definitivamente. La vita finirebbe, non ci sarebbe nessuno che ci potrebbe
insegnare nulla e, non avendo problemi, noi tutti saremmo in un piano
orizzontale, senza futuro e senza conoscere, insomma noia totale.
Credo
che a tutto questo ci potrebbe essere una via di mezzo: consiste nel
vivere ogni problema
come se fosse l'ultimo e sapere che una volta superato non si presenterà mai più.
La
seconda soluzione potrebbe essere il distacco, ossia tirarsi fuori dal
problema e risolverlo
senza coinvolgimento.
Credo anche che questi inconvenienti rappresentino il
sale della vita: sono le prove e le sfide che una ad una l'uomo deve
vincere e superare
se vuole crescere. Ed è inutile
piangersi addosso e credersi vittime, perché così facendo
nulla si risolve. Ogni
difficoltà viene
affrontata e risolta; ogni problema ed ogni prova superati e questo
vale dal più piccolo al più grande. Conclusione:
gli incompetenti, i mediocri, sono necessari alla nostra crescita e
alla nostra maturità.
Dipende da noi saper convivere,
usarli come specchio o esempio, per tenerli come modello, o il caso più giusto
sarebbe crearsi il modello proprio ed unico senza, in nessuna maniera,
imitarli, ma ringraziandoli, perché senza quel "male" noi
non saremmo mai arrivati a conoscere il bene e "passare di grado".
"Viva
i mediocri !" |