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Al centro della croce
(15/04/2005)

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Affinché un veicolo possa percorrere la strada in modo equilibrato sono necessarie quattro ruote uguali. E' facile immaginare cosa accadrebbe se invece le ruote fossero diverse tra di loro per forma e dimensione: il veicolo avanzerebbe con un'andatura irregolare, o retrocederebbe, mettendo a repentaglio il contenuto. E' questa la condizione dell'uomo che soggiace alle leggi del mondo degli effetti visibili e dei riflessi condizionati, privato della facoltà di conoscenza delle cause. Nella stessa condizione, ma ad un diverso stadio di consapevolezza, si trova colui che è appena all'inizio dell'Opera che lo condurrà a reintegrare, al ritmo di una disciplinata gradualità, ciò che è velato, oscurato, soffocato ma non perduto. E' l'uomo che ha appena impugnato il martello ed ha inferto alla pietra ruvida e informe i primi colpi maldestri; è l'uomo che, pervenuto al centro della croce ha ultimato il suo percorso sul braccio orizzontale e si prepara all'ascesa sull'asse verticale. Ed è proprio nel senso verticale che sono disposti l'uomo terrestre o “ pro-fanum ” ovvero che “ sta davanti al tempio ” e l'uomo divino ( divum = Dio) che con l'Opera vengono riunificati attraverso la manifestazione di un corpo spiritualizzato e di uno spirito corporificato. Così l'ESSERE, dopo aver sgombrato la dimora da tutto ciò che ostacolava la presenza del sé divino, diventa cibo per se stesso, nutrendosi del suo mercurio, seme di rinascita.

Marte a riposo
Copia da originale greco del IV sec. a.C.

Il martello, la forma più rudimentale di volontà, o volontà “ marziale ” (martello = MARTE), è il primo strumento che opera sul corpo e sulla mente. L'impugnatura del martello, pietra angolare e direzionale del lavoro, è l'osservazione di quanto avviene nell'ambito dei quattro elementi YOD (fuoco), HE (acqua), WAW (aria), HE (terra) che sono, per analogia, come quattro ruote con le quali l'essere è veicolato sul piano della manifestazione.

L'esercizio non episodico, ma in regime di continuità, dell'osservazione neutrale consente di riconoscere e decantare ad uno ad uno pensieri, parole, opere, emozioni e comportamenti che non appartengono al sé essenziale o “ ESSERE ”, ma ad una serie di piccoli “ io ” accidentali, maschere transitorie. Io che con le loro illusioni, ottundono lo splendore del sé autentico (espressione del nucleo aureo) e lo intrappolano in un inganno disperdendo la sua preziosa energia in molteplici direzioni: energia (EROS) necessaria per il compimento dell'opera, ma la cui fonte viene sistematicamente prosciugata.

Tali illusioni resteranno in agguato anche nelle fasi avanzate del cammino facendosi veleni demoniaci che allettano l'iniziato, ancora non libero dall'IO artificioso, con vagheggiamenti di conseguito risveglio, o con desideri di esistenza in forme sottili, laddove non si è ancora iniziato a levigare la pietra con strumenti più sottili (“ volontà mercuriale ”).

Ciò valga a ravvisare la necessità che oltre alla costanza e alla continuità, anche il dubbio e la vigilanza facciano da custodi del tempio in costruzione.

L'antidoto ai pericoli insidiosi dell'illusione è l'umiltà (da “ humus ” o concime) marcatore della prima presa di coscienza: la consapevolezza che il percorso parte da un primo grado che possiamo definire “ concime ”, o se si vuole “ pietra grezza ”, anticamera dell'apprendistato dove si prende coscienza della propria ignoranza e cecità. Un'umiltà autentica purifica le acque e porta alla luce pensieri retti ed intenzioni pure –immacolata concezione- con un innalzamento del grado di consapevolezza del corpo e della mente; da tale consapevolezza si fa strada l'intuizione spirituale che permette di comprendere, attraverso i simboli, i suoni, le analogie e i riti le verità sapienziali non trasmissibili con le parole del lessico convenzionale.

Nel composto umano, vi sono tutti gli elementi presenti nel micro e nel macrocosmo. Così come le galassie ed i sistemi stellari si muovono attraverso percorsi spiraliformi che tendono, senza raggiungerlo, all'AIN SOPH, l'assoluto inconoscibile, anche l'uomo percorre la spirale che compete al suo grado, e lungo il percorso le volute si fanno sempre più ampie e, riportato al suo splendore originario il nucleo aureo, acceso il sole di mezzanotte che rischiara la tenebra e conseguita Maestria su di un piano, l'ESSERE ritorna alla condizione di apprendistato su di un' ottava superiore, ritrovandosi al centro di una croce sempre più grande.

 
Assur

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