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I Templari Grandi Iniziati
(01/06/2003)

I Templari Grandi Iniziati

 
In questo tempo si fa un gran parlare dei Cavalieri Templari e di quel santo Ordine. Io non voglio fare nessun accenno alla storia, a nomi o a date specifiche, perché è stato detto fin troppo e più del necessario e i libri che ne parlano non si contano più. Invece, se Nostra Signora mi ispira conoscenza, vorrei lanciare alcune idee che si riferiscono al contenuto e non al contenitore. So che apprezzeranno questo scritto soltanto coloro che hanno attivato il cuore, e al contrario coloro che adoperano il cervello sarà meglio che non continuino questa lettura che sicuramente giudicheranno senza fondamento, frutto di una mente fantasiosa.
Iniziaticamente posso affermare che i Cavalieri Templari erano i continuatori di una interminabile Catena Iniziatica Tradizionale e seguivano le orme di Gesù il Cristo e la linea di Giovanni il discepolo preferito e più amato dal Maestro e il Battista suo cugino.
Quale via era questa, considerata così importante e totalmente pericolosa che il potere d'allora volle cancellare? Era la Via dei risveglio, della coscienza, la Via dell'Arte Reale e Sacerdotale, la Via di Melkitzedeq, dei Sacerdozio Osirideo e Solare, era la Via dei Cristo stesso, l'Alchimia!
Cristo stesso consigliava: "li conoscerai per le sue opere..." e se di opere si tratta, tutta l'Europa ne è piena. E se ogni costruzione, maniero, Tempio che sia, sono stracolmi di simboli che parlano chiaramente di conoscenza iniziatica, questo può significare soltanto una cosa sola: che i costruttori sapevano ed erano in possesso di insegnamenti chiari che si hanno solo con una trasmissione da bocca ad orecchio, da maestro a discepolo.
I nove primi Cavalieri ebbero come compito quello di recarsi in Terra Santa e di riscoprire il "mistero iniziatico", del quale in Europa si erano perse le tracce. Così questi iniziati ispirati dalle Intelligenze sottili e dal potere conferito loro da un altro Ordine, partono come degli Argonauti a cercare il Vello d'Oro. Così, con questo spirito arrivarono alla Terra Santa e per nove anni cercarono nelle fondamenta dei Tempio di Salomone, ma soprattutto nelle fondamenta di loro stessi, risvegliando completamente le loro coscienze e realizzando il battesimo nel proprio Giordano e, ungendosi, attivarono la propria energia Cristica.
Così tutti avevano nove anni e più di ricerca - Maestri Segreti con la chiave ricomposta dei Segreti Sublimi dell'Arte Reale - trasmutati e carichi di conoscenza fecero ritorno all'Europa d'allora, e non soltanto portavano le Parole Perdute ma anche la conoscenza architettonica del Giusto Salomone. Così carichi della stessa tradizione, la Luce fece ingresso trionfante verso il cuore dell'Europa.
Ad aspettare questo grandissimo e importante evento, c'erano i trentatré saggi di un Ordine i cui membri portavano come distintivo una piccola Colonna incisa in un anello, e uno di questi era Bernardo di Chiaravalle, e in nome della Nostra Signora e in memoria della Magdalena e della Vergine Santissima, Stella Maris, l'Europa d'allora tremò di emozione e si commosse fino alle proprie fondamenta e così la Luce regnò sovrana scacciando le Tenebre dell'oscurantismo.
Al grande Bernardo viene chiesto di scrivere le regole per un Nuovo Ordine, che porterà come nome MILITUM XPISTI o Milizia del Tempio o Poveri Cavalieri di Cristo. Così il 14 gennaio 1128 si riunirono nella Cattedrale di Troyes alla presenza dei diversi rappresentanti della Chiesa e dopo lungo dibattito le regole vennero approvate all'unanimità e finalmente nacque ufficialmente l'Ordine Templare, così Bernardo scrisse: "Una nuova Cavalleria è apparsa sulla terra dell'Incarnazione. Essa è nuova, vi dico, e non ancora provata nel mondo dove essa conduce una duplice battaglia contro gli avversari di carne e sangue, e contro lo spirito del male nei cieli. E non ritengo straordinario che i cavalieri resistano, grazie alla forza dei loro corpi, ai nemici materiali poiché non giudico questo un fatto raro. Ma che essi conducano la guerra con la forza dello spirito contro vizi e contro demoni, non solo lo ritengo meraviglioso ma anche degno di ogni lode accordata ai religiosi. Il cavaliere che è veramente senza paura e senza macchia protegge la sua anima con l'armatura della fede così come copre il suo corpo con una cotta di maglia ferrata. Doppiamente armato, egli non ha paura né degli uomini né dei demoni. Sicuramente colui che desidera la morte non la teme. E come può temere di morire o di vivere colui per il quale la vita è Cristo e la morte la ricompensa? Vivono frugalmente in una gradevole società, senza figli, senza donne, senza possedere nulla di proprio. All'approssimarsi della battaglia si armano di fede dentro, e di ferro fuori, senza ornamenti sugli abiti né gualdrappe sui cavalli. Le armi sono il loro unico fregio e di esse si avvalgono con gran cuore nei maggiori pericoli senza temere né il numero né la forza dei nemici. E' solo nel Dio degli eserciti che essi confidano, e per Lui combattendo essi cercano una vittoria certa o una morte santa e onorata. Avanti ordunque cavalieri. Colpite con animo intrepido i nemici di Cristo, sicuri che nulla può separarvi dalla carità di Dio.
Nella loro compagnia non si trovano ignavi né fannulloni. Quando non sono in servizio, il che avviene solo eccezionalmente, o mentre mangiano il loro pane rendendo grazie al cielo, si occupano di riparare i loro abiti e i finimenti lacerati. Oppure essi fanno quanto ordina il loro capitano o quello che è necessario per la loro casa. Nessuno è inferiore tra loro, onorano il migliore e non il più nobile. Le parole insolenti, gli atti inutili, le risate smodate, i pianti e i mormorii, se sono notati non restano impuniti. Essi detestano gli scacchi e il gioco dei dadi, hanno in orrore la caccia e nella ridicola persecuzione degli uccelli non trovano l'usato piacere. Evitano e aborriscono i mimi, i giocolieri e i maghi, le farse e le canzoni indecenti. Si tagliano i capelli corti avendo appreso dall'apostolo che è un'ignominia per un uomo curare la sua capigliatura. Non li si vede mai pettinati, raramente lavati, la barba irsuta pregna di polvere, sporchi per il caldo nelle loro armature".
(Detti di San Bernardo: La Milizia del Tempio di Gabriele Petromilli, ed. Il Cavallo Alato).
Un altro dettaglio importante sono i riti, le iniziazioni dei diversi gradi dell'Ordine. Mi domando: da dove li avrebbero presi? Questo dimostra chiaramente che quest'Ordine è nato da un altro Ordine che ha germinato producendo una filiazione. Nessun Ordine nasce dal nulla e non sarà mai riconosciuto valido se non nasce dalla Catena tradizionale che si perde nella notte dei tempi. Cosi quando l'Ordine fu "demolito" tutti i cavalieri chi di una parte chi di un'altra confluirono in altri Ordini, e questi si trovavano nel Portogallo, in Romania, in Scozia ecc.
La Catena Iniziatica esiste da sempre e ogni nuovo Ordine per forza deve germogliare dal ceppo centrale. In caso contrario risulta spurio e non è riconosciuto da nessuno.
In quei tempi tutti o quasi tutti i nobili appartenevano ad Ordini iniziatici o religiosi, ed erano i prelati o i grandi maestri a tirare le redini degli eventi. E anche adesso ci sono due vie, una è palese e serve alle masse, la seconda è occulta e serve ai gentili. La prima, chiamata Via Umida, è quella dogmatica e fideistica e lunare. In contrapposizione la seconda viene denominata Via Secca ed è operativa, solare e di azione. Ed era a quest'ultima che i Cavalieri aderivano, pure se "nascosti" dietro un misticismo fideistico per ovvie ragioni.
Ancora un altro dettaglio importante è la venerazione per Nostra Signora o le Vergini Nere che la rappresentavano. La prima ipotesi è che Nostra Signora non è altro che la dea Iside stessa che dice: "Nigra sum ... io sono nera, ma io sono bella e tutta velata dalla mia nudità". E' l'Arte Reale l'AL-CHAM-IAH ossia l'Arte della trasmutazione, l'Alchimia.
E qui arriviamo al punto della questione: il cerchio interno dell'Ordine era costituito da alchimisti e quest'Arte è la guardiana fedele e gelosa del mistero della vera spiritualità, è Iside stessa a ricomporre il "Corpus Hermeticum" della Tradizione come fece con Osiride. E fu così che questi nove cavalieri cercarono e ricercarono direttamente alla fonte, ossia nelle fondamenta del "Tempio Domini", il Tempio di Gerusalemme, e trovarono qualcosa, e così si riallacciarono nuovamente alla Tradizione, così riportarono nella vecchia Europa "virtude e canoscenza".
L'Alchimista vede la sua "anima mundi" come un'ombra con caratteristiche femminili e non è altro che l'energia femminile della "Grande Madre" ed è Lei la mediatrice tra il Corpo e lo Spirito. E' la madre, la progenitrice dell'uomo stesso ed è la donna che la rappresenta e la manifesta. Ed è sempre Lei che concede la vera rinascita, dona la "veste di Luce", il nuovo nome, ed è l'iniziatrice per eccellenza, madre del Cristo Luce interiore.
Perciò i Templari veneravano tre donne: la prima era Maria la madre fisica di Gesù, la seconda era Maria di Magdala, la Maddalena, sposa e compagna del Maestro, e la terza la Vergine Nera, e queste donne rappresentavano l'energia femminile dei Cielo, della Terra e dell'Universo intero.
Sicuramente fu Bernardo a scegliere il motto dei salmo 113, Non nobis Domine... Non a noi Signore ma al Tuo nome la gloria. In queste parole sta la grandiosità di questi monaci-guerrieri completamente depersonalizzati e al servizio soltanto per amore, la cui moneta era la gratitudine e il miglioramento della qualità della vita. Quale esempio fu ed è per tutte le forme di potere e per l'Europa stessa.
Per concludere mi domando: cosa sarebbe successo se quest'Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo avesse continuato la sua opera, il suo progetto? Sicuramente l'Europa non sarebbe quella di adesso. Oriente e Occidente sarebbero unificati e le tre religioni avrebbero ciascuna il proprio spazio, i loro fedeli orando nei rispettivi templi, godendo di una pace e di un'economia mai sperimentata prima.
Peccato, l'Europa allora non era pronta come non lo è adesso e le virtù vengono condannate e i vizi perdonati.
Allora come adesso queste virtù si nascondono nei segreti, altrimenti potrebbero essere derise dagli ignoranti.

 
di Alfredo Di Prinzio

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